Le mode cambiano, i regimi mutano, le abitudini si aggiornano, ma l’arte rimane. Così, ogni periodo storico ha tracciato un suo ricordo, dal classico al gotico, dal medioevo al barocco, al liberty, ecc. Periodi contraddistinti sia da un punto di vista socioculturale che artistico. Ed anche in Italia, durante il periodo fascista, il regime ha voluto distinguersi e testimoniare la sua arte. Arte espressa con richiami al classico (neoclassicismo semplificato), con influenze elleniche e romane, condite da un esuberante monumentalismo fatto di linee semplici, essenziali e simmetriche, così da dare luogo ad una nuova variante artistica, durata pochi decenni, ricordata con il nome di “architettura fascista” o “stile impero”.
Questa architettura è ancora presente anche nel nostro Comune, come si può notare nell’imponente prospetto d’entrata del cimitero di Gazzaniga, in ceppo di Poltragno: una facciata veramente monumentale, ultimata nel 1929, che rispecchia fedelmente l’impronta politica di quel periodo. Un prospetto maestoso per un cimitero, con la sua gradinata d’ingresso, le tre aperture a volta, le quattro semicolonne con fregi scolpiti, le quattro nicchie e le altre decorazioni che conferiscono alla struttura forme e volumi di tutto rispetto.
Una analoga opera che, invece, non è più presente all’attenzione degli abitanti è il vecchio “Monumento ai caduti”, costruito nel 1921, ma rimosso, e andato perso, quando nel 1966 è stato costruito il nuovo “Parco delle rimembranze”, poco distante. Ma il vecchio monumento, artisticamente pregevole, era portatore di memoria, antica storia e arte. Era stato costruito vicino alla stazione ferroviaria e al neogotico mausoleo Briolini, al confine con il Comune di Fiorano al Serio, punto d’incontro di strade e importanti attività commerciali e prossimo alla stazione delle autolinee. Il luogo non era certo scelto a caso, poiché governava un nodo strategico della viabilità locale, già allora molto trafficato e quindi di ottima visibilità.
Il monumento, come abbiamo già detto, è andato perduto nel 1966, ma ha dominato per alcuni decenni un luogo cruciale per Gazzaniga. Il manufatto consisteva in una grande zoccolatura a gradoni che fungeva da base ed era sormontato da una costruzione tronco-piramidale, tendente alla forma di un obelisco, su cui spiccavano figure allegoriche in bronzo. Nella parte bassa era rappresentata una figura femminile in bronzo inneggiante alla vittoria, con altri simboli nella mano destra e in quella sinistra, mentre sul capo risaltava una corona. A metà del manufatto, un’altra effige in bronzo spezzava la continuità del monumento, mentre in cima svettava un’aquila, sempre in bronzo, come allegoria della vittoria. Il tutto era transennato da una artistica barriera in ferro e, a lato, erano stati interrati dei cedri del Libano che nel tempo erano diventati veramente imponenti. Sulle facciate di marmo bianco erano inserite delle frasi inneggianti alla vittoria e i nomi dei caduti della Grande Guerra.
Un monumento importante, che per ben 45 anni ha marcato un luogo di grande visibilità La visita al santuario è l’occasione per andare a ricordare l’Apparizione della Madonna, avvenuta il 23 luglio 1496 al carbonaio Quinto Foglia. Materiale in tal senso è presente nella cancelleria del santuario. Inoltre, si potrà ammirare il nuovo “Parco del santuario della B.V. del Monte Altino”, alias “Parco dei faggi”, inaugurato sette anni fa.
ed è stato portatore di storia, sofferenza e arte.
Le notizie storiche sono state tratte dal libro “Saluti da Gazzaniga” – Storia e immagini di un borgo attraverso le vecchie cartoline – di A. Ghisetti e V. Mazzoleni, edizione ottobre 2023.
Angelo Ghisetti