“Arte sul Serio”…
Fino a qualche anno fa era solo un cerchio, una stella e una spirale di sassi, poi…
Il fiume Serio nel suo lento, e a volte impetuoso scorrere da Valbondione fino alla Media Valle, ha trascinato con sé molte rocce. Queste, all’inizio grosse, sotto l’azione meccanica di rotolamento e sfregamento le une contro le altre, si sono man mano assottigliate, appiattite e arrotondate, diventando sempre più piccole e, inizialmente da grossi ciottoli, pian piano si sono trasformate prima in ghiaia e infine in sabbia, dove il fiume si getta nell’Adda. Ma all’altezza della Media Valle i ciottoli sono ancora generalmente grossi; misurano da circa mezzo metro di diametro fino a qualche centimetro.
Da una attenta analisi poi si scoprono rocce tipologicamente diverse tra di loro, per forma, colore, dimensione e durezza. Le rocce grigie e lucenti con puntini traslucidi provengono dalla testata della valle, oltre Valbondione, sono rocce metamorfiche antichissime, micascisti, scisti e gneis del vecchio basamento cristallino, vecchie di oltre 400 milioni di anni, molto resistenti all’azione meccanica del fiume. Poi, si trovano rocce rossicce, il Verrucano Lombardo, con grossi cristalli bianchi di quarzo e feldspato, provenienti dalla Valcanale; sono rocce vulcano-sedimentarie dell’Era Paleozoica (270-250 milioni di anni) che testimoniano antiche eruzioni vulcaniche. Poi, si trovano rocce grigio-chiaro e grigio-scuro, fino tendenti al nero. Sono le rocce del Triassico (250-210 milioni di anni); e infine si trovano le rocce più giovani del Giurassico (210-140 milioni di anni). Queste sono calcaree, più tenere, e sono le rocce che compongono le nostre montagne circostanti.
Questi massi, trascinati lungo gli argini e il letto del fiume, hanno stimolato alcune persone ad un gioco di sovrapposizione, mettendoli uno sull’altro, e creando così simpatici “omini di pietra”. Il tratto interessato è quello che parte dal ponte in legno che collega Cene con Gazzaniga, lungo la pista ciclopedonale fino al Giardino Geologico della Valle Seriana.
Questi “omini” sono costruiti semplicemente posizionando un sasso sopra l’altro, senza colla né fissante. Sono cumuli di pietra alti da qualche decina di centimetro fino ad oltre un metro e, essendo solo appoggiati uno sull’altro, si mantengono in equilibrio esclusivamente grazie all’attrito che c’è tra loro e alla forza di gravità; inizialmente poche unità, se ne contano ormai oltre una sessantina. A volte cadono, ma vengono sempre ricostruiti, mutando così di forma e dimensione, dando al luogo un senso di continuo movimento e cambiamento.
Questo lavoro iniziato per gioco alcuni anni fa da un socio del CAI di Gazzaniga, ha trovato ora altri proseliti, che con passione si dedicano alla continua costruzione e ricostruzione di questi originali “omini di pietra”. Alcune di queste semplici realizzazioni simulano forme geometriche, altre assumono forme antropomorfe, ma tutte sfidano costantemente il loro equilibrio precario, in quanto accomulate in un ordine crescente o decrescente di grandezza, ma in modo assolutamente casuale. Questi sono “gli omini sul Serio”.
E’ forse questa una nuova forma artistica? Non lo so! Certo è che queste originali costruzioni contribuiscono ad arricchire il paesaggio, abbellire il panorama e ad incuriosire i numerosi fruitori della pista ciclopedonale.
Si hanno molte notizie di queste costruzioni, specie in montagna, ad esempio per segnalare i percorsi dove non è possibile tracciare dei sentieri; ma da una attenta ricerca si può constatare che ne esistono praticamente dappertutto, ad ogni latitudine e longitudine: a Verano di Merano nelle Alpi Sarentine; a Bonhomme e in Corsica; ad Iniksuk in Antartide; a Steinmann in Germania; a Moledro in Portogallo; ad Ovoo in Mongolia; a Kummel in Svezia; a Mongiovi in Piemonte; e così via.
Ultimamente anche alcuni artisti si sono cimentati in costruzioni di questo genere chiamandole opere “effimere” o a “equilibrio precario”, e pubblicandole su libri d’arte.
Ora, noi non vogliamo certo emulare tanta sapienza e cultura, a noi basta divertirci, passare un po’ di tempo e sfidare le leggi dell’equilibrio con costruzioni strane e fantasiose. E poi se questo diverte anche altre persone che passano e si fermano a guardare, bene! Questa è anche la nostra soddisfazione.
L’artista sul Serio, A.G.