Basta, togliamo quei “totem” arancioni!

Quando li tolgono? Ormai, fanno parte dell’arredo urbano, ma gli speed check, i totem di colore arancione con luce notturna intermittente, che il comune di Albino aveva acquistato alcuni anni fa con l’obiettivo di rendere più sicura la circolazione, come deterrente all’eccessiva velocità messa in strada dagli automobilisti, non hanno più ragione d’essere. Sembrano degli spaventapasseri lungo le strade cittadine, quasi tutti rovinati, rotti, bucati e imbrattati. Non certo un bel vedere, per una città come Albino che merita molto di più. Sicuramente, gli speed check sono il retaggio di un certo periodo storico ormai passato – neanche quattro anni fa – quando molti paesi della Bergamasca li hanno installati con il chiaro obiettivo di frenare chi non rispettava i limiti di velocità, ma, alla luce di successive circolari applicative che li dichiarava inutili e non operativi a dare multe, vanno prontamente rimossi.

 

Ormai, sono guardati con un po’ di sospetto dagli automobilisti di passaggio (che comunque, nel dubbio, rallentano), divenuti in qualche caso pure oggetto degli sconclusionati raid di vandali, ma gli speed check ancora rimangono ad Albino: con il loro colore arancione brillante, sono ormai una presenza familiare su e giù per molte strade della nostra cittadina. E non si sa quando verranno tolti.

E questo problema non riguarda solo Albino. Sono più di 30 i Comuni, dalla Bassa alle colline, dall’hinterland alle valli, che li hanno installati, per un totale di circa 170 colonnine. E se da circa due anni il trend di proliferazione di questi apparecchi, dopo il boom del 2010 e del 2011 (il primo Comune ad installarli fu seriate), sembra un po’ rallentare (effetto forse anche delle difficoltà di cassa delle amministrazioni locali), in generale i totem arancioni posati parrebbero ancora raggiungere lo scopo prefissato. Ovvero, far togliere il piede dall’acceleratore.

Il meccanismo, infatti, è psicologico: la colonnina messa ben in vista, a bordo strada, soprattutto su strade che scontano il problema della velocità elevata e di scarso rispetto dei limiti, incute paura negli automobilisti che, alla sua vista, rallentano. La multa non è certa (diversamente dal classico autovelox), ma il rischio esiste. E’ il dubbio che provoca la frenata, il rallentamento della velocità

Certo, le colonnine arancioni non hanno funzioni di autovelox, e quindi non innescano sanzioni. Sono semplici dissuasori, totem in polietilene ad alta visibilità, in cui può essere inserita l’apparecchiatura per la rilevazione delle infrazioni, ma che in questo caso necessita della presenza dei vigili urbani, che devono contestare subito l’infrazione commessa. Ma siccome nulla di ciò avviene e, per giunta, sono stati dichiarati illegali, perché mantenere in vita questi innocui spaventapasseri?

La giustificazione è che queste colonnine arancioni fungono proprio da deterrente, inducendo gli automobilisti a limitare la velocità. Ma proprio gli automobilisti ci hanno fatto il callo, non ci cascano più, non sono più presi dal dubbio, sfrecciano via veloci anche davanti agli speed check, e…agli archivi la deterrenza di questi apparecchi, che non hanno titolo per essere presenti sulle strade.

Meglio puntare su altre strategie per garantire la sicurezza stradale. Questa si persegue non con gli spaventapasseri arancioni, ma regolando meglio la segnaletica, lo stato delle strade e l’assistenza ai cittadini.

 

Andrea Bonomi