Carmen Pugliese

Referente ADMO Provinciale Bergamo

Carmen Pugliese è l’attuale referente ADMO Provinciale Bergamo. Classe 1960, nata a Cinisello B.mo (MI), abita ad Albino dal 1982, è  coniugata con Elia ed è madre di due figli, Silvia di 28 anni e Mauro di 27 anni. Dopo le scuole dell’obbligo e le scuole superiori, ha frequentato la scuola infermieristica, lavorando subito nel settore. Avendo studiato presso la Casa di Cura Capitanio, a Milano, decise inizialmente di lavorare presso l’Ospedale Policlinico di Milano, nel reparto malati leucemici e trapianti renali. Di seguito, si trasferì all’Ospedale Briolini di Gazzaniga. La sua carriera infermieristica, però, si interruppe nel 1982, quando, dopo il matrimonio, decise di seguire l’attività del marito, con il quale peraltro sta lavorando tutt’ora.

 

La redazione di Paese Mio intende conoscerla meglio, per comprendere l’attività di volontariato che attualmente la qualifica a livello provinciale, ma anche per presentare ai nostri lettori i campi d’azione dell’ADMO.

 

Casa, lavoro, volontariato,…e il tempo libero?

Di tempo libero a disposizione ne ho poco. Mi piace dedicarmi al giardinaggio; quando riesco faccio camminate in montagna d’estate, mentre d’inverno mi piace passeggiare con le ciaspole o praticare lo sci di fondo. Dedico parte del tempo agli amici, tutto questo quando sono libera da impegni di volontariato per ADMO.

 

A proposito, cos’è per lei il volontariato?

Per me il volontariato è AMORE–GIOIA-SOLIDARIETA’-ALTRUISMO.

E’ parte intensa della mia vita. Ci credo profondamente. Il mio tempo, dedicato agli altri, mi rende felice e soddisfatta, in poche parole ricevo più di quello che faccio.

 

Come si è avvicinata all’ADMO?

Questo non è capitato per caso, ma tutto è nato da un dramma. Vi racconto come nacque ADMO BERGAMO. Era il 1986, e la malattia “LEUCEMIA” colpì una persona a me molto cara. Questa è stata la spinta che mi ha portato a voler fare qualcosa di più per aiutare persone meno fortunate e fare in modo che le loro famiglie avessero un punto di riferimento e sapessero come muoversi nei meandri della burocrazia. Dopo aver visto, nel 1990, una puntata della trasmissione “I FATTI VOSTRI”, con Fabrizio Frizzi che intervistava un padre che leggeva la lettera-testamento lasciata dal figlio Rossano, morto a 20 anni, chiedendogli di fare in modo che nel 2000 questa malattia fosse debellata, si decise di dare il via al TAM TAM nazionale. Lo stesso Fabrizio Frizzi si iscrisse ad ADMO, donando il midollo osseo e diventando testimonial.

 

E poi come andò?

Quel giorno la sig.ra C. M. di Parre era davanti alla TV, anche lei da poco toccata da questa tragedia, perché il figlio di 20 anni era mancato per la stessa malattia. Subito contattò il papà di Rossano, in Piemonte, e si fece inviare la lettera testamento. Con questa, che ancora oggi distribuiamo, cominciammo il lavoro di divulgazione. La prima riunione fu a Parre con il presidente dell’Associazione ABDS di Parre, e con l’aiuto dell’ematologo Dott. Bruno Minetti e del Presidente dell’AVIS CLUSONE Mino Brasi. Il Dott. Scudeller, allora Primario del Centro Trasfusionale di Bergamo, ci indirizzò dall’Ing. Renato Picardi di Milano, fondatore nel giugno 1990 di ADMO (ASSOCIAZIONE DONATORI MIDOLLO OSSEO), dopo che perse il figlio Lorenzo di 6 anni.

Si iniziò a divulgare questo messaggio di DONO: il 10 maggio 1991, si organizzò la prima serata informativa con tutti i Presidenti delle AVIS–ABDS e AIDO dei paesi della Media e Alta Valle Seriana e Val di Scalve. Quindi, si costituì un gruppo di lavoro e come referente si scelse Mino Brasi. Il 29 maggio 1992 si costituì legalmente la sezione ADMO Val Seriana e Val di Scalve, con sede presso la Sezione AVIS di Clusone.

E i primi risultati?

Furono mesi di grande impegno, con serate informative in tutta la provincia e tanti riscontri positivi. Nel 1993 venne chiamato il nostro primo iscritto di Clusone, trovato compatibile con un malato australiano. Ad oggi, le donazioni effettive sono 134. Il 25 febbraio 2011 abbiamo festeggiato il nostro 10.000° iscritto nel Registro Bergamasco. Attualmente, i potenziali donatori in Bergamasca sono  circa 12.300.

 

Qual è l’attuale organigramma dell’ADMO Val Seriana?

ADMO ha un referente provinciale, che poi sono io, altri referenti in tanti paesi della Bergamasca. Inoltre, io sono anche referente per Albino.

 

Quali gli obiettivi e le finalità dell’associazione?

Innanzitutto, divulgare il messaggio del DONO e informare la popolazione della corretta metodologia della donazione delle cellule staminali: infatti, c’è molta confusione. Il midollo osseo non è il midollo spinale, questa è la prima cosa da chiarire. Inoltre si può donare tramite AFERESI, donazione con la quale si dona il plasma e, con una preparazione differente, si donano anche le cellule staminali. Non è dolorosa e nemmeno invasiva.

 

Altre associazioni hanno gli stessi obiettivi, ma in cosa vi differenziate?

Un’associazione che ha lo stesso nostro obiettivo è l’Associazione Federica Albergoni Onlus. Siamo due associazioni distinte, ma con lo stesso obiettivo. Ci si differenzia nell’organigramma sul territorio bergamasco.

 

Quali i progetti e le iniziative fin qui portate avanti?

Ogni due mesi abbiamo un incontro con i volontari della Bergamasca presso la nostra sede principale all’Ospedale Papa Giovanni XXIII. Si discute delle iniziative fatte e da fare. Ci si tiene in contatto tramite e-mail e whatsapp. Per la Val Seriana e la Val di Scalve, la sede è presso l’AVIS di Ponte Nossa: qui ci si incontra con i volontari. Fra i progetti più significativi di questi anni c’è stata la donazione di diverse una borse di studio al Centro di Immunologia dell’Ospedale Papa Giovanni XXIII. Parte dei fondi sono stati raccolti grazie all’evento “UN PANE PER LA VITA”, che ogni anno organizziamo in Valle. Questo è possibile grazie all’aiuto dei panificatori che regalano il loro pane che i volontari poi distribuiscono nelle piazze in cambio di un’offerta libera, ogni prima  domenica del mese di Ottobre. Poi, un grande aiuto viene dall’Atletica Marinelli, che da anni sostiene ADMO.

 

E il rapporto con i giovani?

Per noi essere vicino ai giovani è importante, perchè il nostro messaggio del DONO è rivolto a loro. Sensibilizzare i giovani nella donazione delle cellule staminali, oggi più di prima, è importante perchè è stata rivista l’età dell’iscrizione che è dai 18 ai 35 anni non compiuti. Organizzare manifestazioni come “ADMO-RUN” ci ha permesso di inserire nel registro 10 nuovi potenziali donatori. Altro evento che si ripete ogni anno è ”HEI TU, HAI MIDOLLO?”; nell’ultima edizione, svoltasi durante la Mezza Maratona di Bergamo, insieme ai Dutur Claun e al contributo della Croce Rossa,  abbiamo tipizzato 106 giovani. Poi, siamo stati presenti presso l’anagrafe del Comune di Bergamo, in occasione durante la campagna informativa per AIDO “Una scelta in Comune”, insieme ad AVIS e AIDO, e con l’Associazione Trapiantati di Fegato abbiamo informato la popolazione anche sulla donazione delle cellule staminali e del sangue. Insieme si stanno organizzando altri eventi.

Nel corso del 2015, in Bergamasca, siamo stati presenti con 41 gazebi informativi, 23 eventi, 12 serate informative e 6 giornate di tipizzazione in piazza.

 

Quali i progetti per il 2016?

In Val Seriana, confermato in ottobre, come ogni anno, “UN PANE PER LA VITA”, mentre a novembre riproporremo l’”ADMO-RUN”, organizzato dall’Atletica Marinelli. Quindi, gazebi informativi in altre manifestazioni, serate informative per adolescenti ed interventi nelle scuole. Inoltre, ci saranno altre giornate di tipizzazione sia in valle che in provincia. Quindi, un 2016 molto impegnativo.

 

Sogni nel cassetto?

La speranza è che si scopra la causa di questa malattia e che nel frattempo ogni malato abbia il proprio donatore di VITA. Il messaggio che voglio dare è che tutti dovrebbero informarsi e capire che donare non è doloroso, nè invasivo, e ricordarsi che “la vita è come una scatola di cioccolatini, non sai mai quello che ti capita”(Tom Hanks in “Cast Away”).

Ti.Pi.

Contatti:

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e-mail: albino.bg@admolombardia.org