Davide Cattaneo
consigliere provinciale ANA
Davide Cattaneo nasce a Gazzaniga il 25 dicembre 1965, è sposato e padre di due figli di 21 e 16 anni. Di professione è libero professionista, per la precisione geometra, e si occupa di topografia e catasto. E’ un grande appassionato di sport, in particolare di sport invernali. Dal 2012 ricopre la figura di Consigliere Provinciale ANA di Bergamo, come delegato allo sport, dopo aver fatto parte per anni del consiglio direttivo del gruppo alpini di Gazzaniga. Davide Cattaneo, inoltre, è assessore all’urbanistica e alla Viabilità presso il Comune di Gazzaniga.
Quando e come nasce la sezione di Bergamo dell’Associazione Nazionale Alpini (ANA)?
Tutto iniziò nel 1921 quando venne trasferito da Milano a Bergamo il Comando del 5° Reggimento Alpini col Deposito reggimentale. Notizia accolta con entusiasmo dai soci dell’ANA bergamaschi, che non essendo all’epoca costituita ancora la Sezione, erano iscritti direttamente alla sede nazionale. Questo fu l’impulso che indusse gli Alpini di Bergamo a costituire una propria sezione e così avvenne. L’inaugurazione ufficiale si ebbe però un anno dopo, nel 1922, in occasione dell’inaugurazione del monumento al 5° alpini, alla presenza del re Vittorio Emanuele III.
L’ANA rappresenta un’entità radicata e importante sul territorio. Quali sono le principali iniziative?
L’ANA è radicata sul territorio con innumerevoli iniziative, quali il banco alimentare e farmaceutico, gli ospedali da campo, la protezione civile che agisce in volontariato nelle molteplici situazioni, vedasi il terremoto dell’Aquila, dell’Emilia e nelle situazioni di dissesto idrogeologico. Per avere dei dati ogni anno viene pubblicato il “Libro verde”, dove sono elencate le tante iniziative che gli alpini compiono nei gruppi e nelle sezioni, a favore di chi ha bisogno e per opere utili alla comunità. Le segnalazioni di questi interventi vengono pubblicate sempre in modo parziale per la modestia alpina, certo è che l’ANA è un’Associazione davvero molto generosa.
Quando e perché Lei ha deciso di entrare nel corpo dell’ANA?
Sicuramente la “NAIA”, che ho adempiuto a San Candido, mi ha trasmesso molto, soprattutto nello spirito, e ho inoltre imparato cosa significano il rispetto verso gli altri e il sacrificio. Io ricoprivo la funzione di caposquadra esploratore, ma successivamente, una volta concluso il servizio militare, sono stato per un certo periodo nel gruppo del Soccorso Alpino a Corvara. Sono molto fiero di essere un Alpino, sia per gli insegnamenti di mio padre, Alpino classe 1934, sia per mio fratello, anch’egli Alpino, classe 1960.
Quale posizione ricopre? E di cosa si occupa?
Attualmente, come Consigliere Provinciale nella Sezione, sono responsabile sportivo e, in particolare, “organizzo” gli atleti alpini bergamaschi alla partecipazione nei campionati nazionali di sci d’alpinismo, fondo, slalom, marcia di regolarità, staffetta, corsa in montagna, tiro carabina e pistola. Tengo a sottolineare che dall’inizio del mandato, nel 2012, per ben tre volte, l’ANA di Bergamo, grazie ai suoi atleti ha vinto il “Trofeo Nazionale Scaramuzza”, che riassume tutti i migliori punteggi di tutte le discipline sportive. Ne vado molto fiero.
C’è un ricordo che Le sta particolarmente a cuore della Sua esperienza nell’ANA?
Io, come anche l’ANA Bergamo, ricordiamo sempre colui che posso definire il “presidentissimo”, quel Nardo Caprioli che diede una svolta di cambiamento e incisività con una semplice frase: aiutare i vivi per ricordare i morti. Parole entrate nel DNA alpino ed oggi ben interpretate dal presidente Carlo Macalli che, con svariate iniziative, cerca di coinvolgere i giovani in formazione, avvicinamento alla montagna, protezione civile e tutte quelle esperienze che tendono ad avvicinare i giovani allo spirito alpino.
“Donare vuol dire amare” è il motto dell’ANA; quale è il messaggio che gli Alpini intendono trasmettere?
Il motto “Donare vuol dire amare” rimanda alla filosofia con cui gli Alpini portano avanti le loro iniziative; basti pensare che nel 2013 la somma raccolta e donata ammontava a 7.135.000 euro, con un totale delle ore di lavoro volontario e gratuito pari a 2.204.000, che se fosse valorizzato al costo orario di un manovale corrisponderebbero a 60.655.000 euro: il totale della solidarietà alpina arriverebbe a quasi 68 milioni di euro. Questi dati dicono proprio “donare vuol dire amare”. Per quanto riguarda la nostra realtà territoriale, una nota di merito va senz’altro ai gruppi della Zona 14: gruppo Gazzaniga, gruppo Cene, gruppo Fiorano al Serio, gruppo Semonte, gruppo Vertova-Colzate, che con grandi sforzi e volontà collaborano in modo esemplare con le proprie amministrazioni comunali, espletando incarichi umili ma essenziali per i nostri cittadini, non per ultimo sono sempre presenti, ad esempio, per un aiuto negli asili, nei ricoveri e molto altro.
Come “Alpino”, ha un sogno nel cassetto?
Come alpino ho un sogno: che venga ripristinato il Servizio Militare, in modo che le nuove generazioni possano trovare aggregazione, formazione e coscienza civile, non solo per dare continuità all’Associazione, ma per far sì che i giovani raccolgano lo spirito degli Alpini che esattamente 100 anni fa completavano l’unità d’Italia e davano la loro vita per la libertà.
Silvia Pezzera