A settembre, la comunità di Vall’Alta saluterà il parroco don Daniele Belotti. Dopo 18 anni di permanenza a Vall’Alta, si trasferirà ad Albino, dove ricoprirà l’incarico di collaboratore pastorale. Certo, il rammarico è forte, ma la distanza che lo separerà dai suoi attuali parrocchiani è breve, non solo con la preghiera ma anche fisicamente sarà facile stargli vicino.
Si sposterà soltanto di qualche chilometro, attraverserà soltanto il torrente Lujo e il fiume Serio. Poi, un’altra avventura. Non sarà più parroco, non avrà più la responsabilità di una parrocchia, non dovrà più fare l’amministratore e far quadrare i conti, non dovrà più correre di qua e di là in mille incombenze. Si potrà riposare un po’, e credo che ne abbia bisogno. Infatti, non dimentichiamolo, negli ultimi anni, mentre era il pastore della comunità di Vall’Alta, ha combattuto con coraggio contro la malattia che, se anche non sconfitta, è riuscito quasi sempre a contenere. Più che un addio, sarà un arrivederci, qualcuno lo andrà a trovare, e lui stesso tornerà spesso in paese, per un caffè, un pranzo, le classiche quattro chiacchiere, per una festa, una funzione religiosa. Vall’Alta lo accoglierà sempre a braccia aperte: i volontari della parrocchia, la confraternita del S.S. Sacramento, gli Amici del presepio, il gruppo liturgico, il gruppo dei catechisti, la redazione del giornalino “Nuovo Grandangolo”, le famiglie, gli anziani delle frazioni, i giovani delle feste estive, … Del resto, 18 anni sono tanti, e don Daniele è stato non solo parroco di Vall’Alta e rettore del santuario della Madonna di Altino, ma anche animatore di iniziative, coordinatore di progetti, mediatore di conflitti, iniziatore di relazioni, accompagnatore di ragazzi, giovani e adulti lungo il loro percorso della fede. Un parrocchiano, uno di loro, un prete che amava immergersi fra la gente, dentro la comunità, ricordato e amato anche da chi è emigrato in altri paesi. Segno della sua forte passione religiosa, della sua umanità.
Spontaneo, semplice, umile, vero. Lo si evince da una frase che ha voluto inserire nel suo saluto nel giornalino di informazione parrocchiale “Nuovo Grandangolo” di luglio 2023: “Oggi, sono quel che sono grazie anche a voi. Siete la mia famiglia, che però devo lasciare. Bisogna ri-partire! …Tutto il mio percorso e la mia presenza tra voi è stata segnata da ciò che ovviamente ero e sono, con le mie fragilità, le mie titubanze, i miei errori, le mie impazienze … ricordo con quanto timore ho mosso i miei primi passi, “per la prima volta parroco”, tra voi. Ma anche la disponibilità ad ascoltare, ad accogliere e a riflettere insieme, hanno inciso il mio cammino…. A onore del vero tante mie qualità stimate da voi, non sono altro che il rovescio della medaglia dei miei difetti … L’altro elemento che ha segnato ulteriormente il mio percorso è stata la vostra presenza che mi ha spronato a non restare comodamente in ufficio, che mi ha sollecitato, che mi ha coinvolto e mi ha fatto sentire a casa”.
Al posto di don Daniele la comunità di Vall’Alta accoglierà, certamente con gioia, don Gianluca Colpani, 44 anni, attualmente parroco di Premolo.
Originario della parrocchia di Brignano Gera d’Adda, è diventato prete 20 anni fa, il 31 maggio 2003. Prima di andare a Premolo era stato curato di Nese e Monte di Nese.
E’ stato designato dal Vescovo di Bergamo, nella scorsa primavera, parroco anche di Fiobbio, prendendo il posto di don Michelangelo Finazzi, designato Vicario Episcopale per i Laici e per la Pastorale, nell’ambito della riorganizzazione della Curia di Bergamo.
A sostegno di don Gianluca Colpani, che opererà su due parrocchie e il santuario di Altino, il vescovo di Bergamo, ha nominato don Giorgio Antonioli come collaboratore pastorale di Vall’Alta e Fiobbio. Originario di Zandobbio, in Val Cavallina, ha 52 anni, è attuale parroco di Costa di Mezzate e Direttore dell’Ufficio per la Pastorale della Famiglia.
LP