E’ stata una grande festa di comunità. Tutti insieme, un centinaio di persone, a festeggiare San Patrizio, anche cantando con musiche irlandesi. Là, in quel suggestivo santuario dedicato a San Patrizio, che domina dall’alto Colzate e tutta la Media Valle, a protezione dei suoi abitanti. Il momento topico è stato domenica 17 marzo, quando si è celebrata la memoria liturgica di San Patrizio. Tutto è partito al primo mattino, quando ragazzi e famiglie dei gruppi di catechesi si sono cimentati nella salita sono a piedi al Santuario, per partecipare alla S.Messa, concelebrata e presieduta da mons. Ottorino Assolari, nato a Rosciate, precisamente della località “Vegino”, il 30 gennaio 1946, della congregazione dei padri della Sacra Famiglia e vescovo emerito di Serrinha, in Brasile, dove è stato per 31 anni in missione fino al 2021. Ad animare la celebrazione la corale Santa Cecilia, mentre la banda Antonio Coter di Colzate ha allietato i presenti sul sagrato. Proprio da mons. Ottorino Assolari sono giunte riflessioni sull’operato di San Patrizio: “Un pastore che ha abbandonato la patria per andare tra le genti d’Irlanda ad annunciare il Vangelo”.

Appendice alla festa, alla sera, quando, sempre al santuario, si è tenuto il Rosario e si è celebrata la S.Messa vespertina, animata dal coro parrocchiale “Beata Chiara Badano” di Colzate.

Quest’anno, la festa ha avuto due momenti che l’hanno anticipata. Giovedì, infatti, alle 20, dopo una preghiera nella chiesa parrocchiale di San Maurizio, è partita la tradizionale fiaccolata verso il santuario di San Patrizio, con soste per momenti di preghiera e riflessione, terminata con la benedizione.

Sabato, invece, alla vigilia, due momenti di incontro. Il primo, nel pomeriggio, una visita guidata al santuario (più di cento persone cvi hanno partecipato, ndr). Un’occasione per scoprire i gioielli del santuario di San Patrizio, presente a Colzate dal lontano 1166, una delle poche strutture italiane dedicate a San Patrizio, quasi una fortezza a picco sul fiume Serio, la cui asprezza è tuttavia ingentilita da una serie di archi che invogliano a salirvi. Tanti i tesori artistici al suo interno e nel piccolo santuario trecentesco, il sacello, che hanno colpito i visitatori. Soprattutto i numerosi affreschi iconografici e votivi, databili fra il 1450 e il 1520, come pure il ciclo pittorico degli apostoli e le storie di San Patrizio, e la vistosa Annunciazione.

Alla sera, invece, il secondo momento, questa volta di festa, con la gente che ha partecipato, sul sagrato esterno del santuario, alla “St Patrick’ Fest”, musica irlandese live con la band “I Vagabardi”, il tutto accompagnato da bar e punto ristoro, con bibite, birra irlandese e patatine. Complimenti da parte del parroco don Paolo Biffi, ma anche di tutti i colzatesi, ai volontari, al Gruppo Amici del Santuario, al Gruppo Solidale e, in particolare, al gruppo “OraTivu” dell’Oratorio di Colzate, per questo bel momento di festa condivisa. E un ricordo particolare al custode Luciano Angelini, venuto a mancare lo scorso novembre, che per anni ha curato l’allestimento liturgico della chiesa.

C’è da sottolineare che questa festa “primaverile” di San Patrizio riguarda la comunità di Colzate, mentre per quella di Vertova, che ha caro anch’essa San Patrizio, la festa è in programma la seconda domenica di settembre (al santuario di San Patrizio, infatti, le due comunità parrocchiali di Colzate e di Vertova si ritrovano ben due volte all’anno a festeggiare il santo irlandese: i colzatesi il 17 marzo, giorno in cui la Chiesa ricorda San Patrizio, e i vertovesi la seconda domenica di settembre. E’ questo un retaggio di quando, nel 1967, il santuario fu assegnato alla parrocchia di Colzate, scorporata, nel 1920, da quella di Vertova, cui era aggregata da secoli).