In cammino, si parte. Anche la Val Seriana ha il suo stato “speciale” pellegrinaggio, il “Cammino dell’Alta Via delle Grazie”, un percorso di 13 tappe, per più di 315 chilometri, che collega 18 santuari e numerose chiese mariane sul territorio della Valle Seriana e dell’Alto Sebino. Un cammino prestigioso, perché dotato ora di una importante “Credenziale”: il “Passaporto del Pellegrino”.
Niente più scuse, quindi: chi non avrà tempo, voglia o modo di percorrere l’ormai celebre “Cammino di Santiago” o l’italica “Via Francigena”, potrà cimentarsi direttamente nelle nostre valli bergamasche, vivendo l’esperienza di un super-pellegrinaggio, che consentirà di scoprire le bellezze naturalistiche, architettoniche e monumentali della Valle Seriana e dell’Alto Sebino.
Un “cammino devozionale” che, visti i confortanti primi step, promette di diventare un vero e proprio volano per l’economia sostenibile, la mobilità dolce e l’ospitalità low-cost. Ma pur sempre un cammino devozionale, articolato in tre sotto-itinerari, che tocca santuari e basiliche. In effetti, il cammino non ha nulla a che vedere con un normale trekking, ma è un cammino di meditazione, per ritrovare se stessi, fare silenzio, pensare alla propria vita e magari riprenderla in mano, per lanciarla verso nuovi e più pregnanti orizzonti. Una bella proposta, non solo per questa estate, ma per tutte le stagioni.

Il percorso
Il “Cammino dell’Alta Via delle Grazie” parte idealmente da Bergamo e si sviluppa per la maggior parte sulla rete di sentieri delle Prealpi Orobie. Si parte dalla chiesa di Santa Maria delle Grazie (che dà il nome all’intero percorso) e si sta “on the road” per 13 giorni, per 315 chilometri complessivi.
Secondo la tabella prevista, il primo giorno prevede di salire a Selvino, salutando così il santuario della Beata Vergine del Perello, nella frazione di Sambusita del Comune di Algua, in Val Serina; e la chiesa di San Rocco. Il secondo giorno si scende verso Vertova, senza dimenticare, a Colzate, il Santuario di San Patrizio, logo della Comunità Montana Valle Seriana. Il terzo giorno i pellegrini sono invitati a salire da Vertova a Premolo, toccando la Madonna della Mercede, a Barbata di Bondo di Colzate, e la Madonna del Frassino, a Oneta, in Val del Riso. Il quarto giorno, salendo da Premolo si arriva alla chiesa della SS Trinità, a Parre. Il quinto giorno, salendo da Parre a Novazza, si tocca il santuario della Madonna delle Lacrime, a Ponte Nossa, che ricorda la miracolosa lacrimazione mariana (la prima certificata addirittura con un atto notarile) del 1511.
Il sesto giorno si attraversa il paese di Gromo, insignito del titolo tra i borghi più belli d’Italia, per giungere infine a Valbondione e Lizzola nel cuore delle vette più alte delle Orobie.
La settima tappa è la tappa più vicina al cielo. Si giunge al Passo della Manina, dove c’è la Chiesetta della Madonna Pellegrina e, sfiorando i 2.000 metri di quota, si attraversa la bellissima pineta dalla Val Sedornia; e da Boario di Gromo si giunge ad Ardesio, dove il Santuario della Madonna delle Grazie è meta obbligata ogni anno per migliaia di pellegrini.
L’ottavo giorno i pellegrini andranno a Castione della Presolana, con visite intermedie al Santuario della B.V.Addolorata di Clusone (senza dimenticare la Basilica di S.Maria Assunta) e alla Madonna delle Grazie di Sommaprada a Rovetta. Il nono giorno la tappa ha passaggi alla Madonna delle Grazie di Lantana (Dorga di Castione della Presolana) e al Santuario della Natività di Maria Vergine a Novezio: si percorre la verdeggiante Val di Tede e si conclude al Convento dei Frati Cappuccini di Sovere.
Il decimo giorno i pellegrini sono a Lovere, al santuario di Santa Maria in Valvendra e, in battello, traversata verso la Madonna della Ceriola, posta sulla sommità di Montisola, nel mezzo del Lago d’Iseo. L’undicesimo giorno dalla Val Cavallina si torna in Valle Seriana, raggiungendo Gandino, dopo aver visitato la Beata Vergine della Torre, a Sovere, ed il santuario della Madonna d’Erbia, a Casnigo.
Da Gandino è previsto il dodicesimo giorno, con il trasferimento a Fiobbio, paese natale della Beata Pierina Morosini. Lungo il tragitto soste importanti al santuario di Altino, a Vall’Alta, e all’Abbazia di San Benedetto, ad Abbazia, in Valle del Lujo.
La “città del Moroni” riserva importanti soste intermedie anche per l’ultima giornata, quella del ritorno a Bergamo: la Madonna della Gamba, a Desenzano, e la Madonna del Pianto, ad Albino.
Prima del ritorno in città, soste anche alla Madonna della Misericordia dello Zuccarello (Nembro) e al santuario cittadino dell’Addolorata, in Borgo Santa Caterina. Il finale è a Bergamo Alta, in Santa Maria Maggiore.

Un’idea in cammino
Il “Cammino dell’Alta Via delle Grazie” è nato da un’idea di Gabriella Castelli, di Leffe, che, insieme a Giovanni Battista Merelli, di Vertova
lo ha predisposto, dopo aver percorso vari “Cammini di Santiago de Compostela” e aver fatto anche la “hospitalera” volontaria nell’albergue di Guemes, di padre Ernesto; una bella e lunga esperienza, che le ha poi permesso di realizzarlo sul campo della Val Seriana, da percorrersi con lo spirito dei “cammini” spagnoli.
Il simbolo del cammino è il quadrifoglio, i cui petali rappresentano le quattro dimensioni che vi si incontrano: natura, arte e cultura, spiritualità, accoglienza. Importante rilevare che lungo il percorso, ad ogni tappa, sono stati identificati luoghi utili all’ospitalità dei pellegrini: case parrocchiali, monasteri, conventi, case-vacanze, case-famiglia.
Esiste anche la possibilità di percorrere il cammino in bicicletta, con un itinerario in otto tappe, curato da Gian Pietro Mosconi di Leffe e Franco Zanetti di Albino, con l’assistenza di Nicola Tiraboschi.

La consegna della “Grazia”
Come detto, questo è un cammino con la “C” maiuscola, come i ben più famosi “cammini” europei, tanto per intenderci. Infatti, recentemente il cammino ha ricevuto la concessione della “Grazia”, il documento ufficiale che viene consegnato ad ogni pellegrino che abbia percorso interamente uno dei tre itinerari (cammino di 7 o 13 tappe, 8 tappe in bicicletta) che si sviluppano lungo il cammino.
Il cerimoniale di consegna prevede che il rev.mo Priore della Basilica di Santa Maria Maggiore, Madre delle Grazie, don Gilberto Sessantini accolga i pellegrini mezz’ora prima della Messa, per poter accedere al Sacramento della Riconciliazione (Confessione). Si partecipa quindi alla Messa, al termine della quale viene conferita, alla presenza dei fedeli, la “Grazia” con l’apposita “Benedizione del Pellegrino”. Ovviamente, per averla bisogna che il pellegrino abbia fatto apporre i timbri di passaggio nelle tappe del cammino.

Un cammino che sa di turismo
Con il “Cammino dell’Alta Via delle Grazie”, la Val Seriana si collega ai grandi pellegrinaggi europei, mettendo in luce non solo la forte devozione delle sue valli, ma anche la ricchezza dei suoi paesaggi.
Già, perché i cosiddetti “cammini” – siano essi devozionali cristiani oppure semplicemente spirituali – sono diventati negli ultimi anni un vero e proprio stile di viaggio, che coniuga la lentezza del camminare alla voglia di riscoprire una dimensione interiore autentica, silenziosa e preziosa. Sempre più persone infilano gli scarponi ai piedi e lo zaino sulle spalle per mettersi in cammino, come facevano nei secoli passati i pellegrini, per scoprire paesaggi e luoghi che negli spostamenti in auto vengono spesso solo scavalcati, ma raramente vissuti. Quella del cammino è una dimensione nella quale trovano spazio la riflessione, i ritmi lenti, la riscoperta della semplicità e la meraviglia davanti alla bellezza. Ma è anche un tipo di turismo sostenibile, ecologico e poco invasivo e permette di valorizzare i borghi e l’economia sostenibile in chiave locale.

Per informazioni: www.altaviadellegrazie.com

Ti.Pi.