Una saggio francese diceva che “i giovani hanno più bisogno di esempi che di critiche”. Ebbene, chi a dare il buon esempio è un vero maestro è Giuseppe Pinto, presidente della cooperativa “Il cantiere” di Albino, che fin dal 1984 si occupa di educazione, attraverso la realizzazione di progetti formativi rivolti ai giovani nella fascia d’età adolescenziale e pre-adolescenziale. Ben 35 anni di impegno per i giovani e con i giovani, ogni anno, con uguale grinta e determinazione.
E anche nel 2019 Giuseppe e i suoi collaboratori partono alla grande, proponendo, in collaborazione con il Comune di Albino, una serie di quattro laboratori rivolti ai ragazzi delle scuole medie. “Siamo partiti lo scorso 26 gennaio con “La biblioteca del mistero” – spiega Giuseppe Pinto – Un laboratorio basato sulla partecipazione dei ragazzi a un gioco-avventura, per far esplorare loro la biblioteca, e tentare di far scattare in loro quella scintilla di interesse ed entusiasmo nei confronti della lettura, e di tutto quello che c’è di interessante nei libri che la biblioteca mette loro a disposizione”.
“Con questo laboratorio – prosegue Giuseppe – abbiamo tentato di mostrare ai ragazzi la biblioteca sotto una veste diversa, rispetto alla visione distaccata e noiosa che solitamente gli adolescenti hanno di questo luogo. Ciliegina sulla torta sono state la nottata trascorsa in biblioteca e, al mattino, la colazione consumata insieme”.
Il secondo appuntamento, andato in scena lo scorso 9 febbraio, ha visto i ragazzi impegnati nel laboratorio “Faccio da me”, in cui si sono cimentati nella creazione delle loro scarpe in stile spanish e nel diventare dei piccoli Robin Hood, costruendo da soli il loro arco. Obiettivo: far scoprire loro il piacere e la soddisfazione di realizzare un qualcosa con le proprie mani. Prima del gran finale, poi, non poteva mancare l’intramontabile “classico” di una pizza mangiata in compagnia seguita da un bel film, un semplice ma sempre piacevole momento aggregativo e conviviale.
L’ultimo laboratorio è in programma il prossimo 10 marzo. “Certo, si prevede una gita culturale a Milano – continua Giuseppe – Vorremmo visitare il Museo del fumetto, una tipologia di lettura che può essere interessante, e che forse andrebbe riscoperta, dato che ormai questo tipo di lettura è diventato un prodotto di nicchia. Ma attenti, la visita a Milano è solo un ottimo pretesto per stimolare i ragazzi ad uscire dal loro paese e fare delle gite. Con questa proposta, infatti, vorremmo stimolare i ragazzi a fare un qualcosa fuori dall’ordinario, sperimentando qualcosa di nuovo e che difficilmente, per un motivo o per l’altro, farebbero solo spontaneamente”.
Il carnet di questi quattro laboratori si inserisce nel più ampio “Progetto Adolescenza” che, Giuseppe e i suoi collaboratori portano avanti ad Albino fin dal 2015, e che da allora si propone di rivolgere una particolare attenzione verso ai ragazzi della fascia pre-adolescenziale e adolescenziale.
Per la cronaca, il “Progetto Adolescenza” si articola in tre filoni. Il primo prevede la presenza di educatori sul territorio, per intercettare le organizzazioni informali dei ragazzi, stare con loro, conoscerli meglio e di conseguenza costruire con loro delle esperienze per valorizzare questi gruppi. “Ovviamente, ci rivolgiamo anche a ragazzi magari un po’ più difficili – sottolinea Giuseppe – Ragazzi che si trovano alle spalle situazioni e storie personali complicate, che hanno comunque delle risorse e che, stimolati nel modo giusto, hanno ancora tanto di buono da dare”.
Un secondo filone del progetto punta a far conoscere ai ragazzi il mondo che li circonda, mostrando loro che esistono realtà difficili e, di conseguenza, avvicinare i giovani al mondo del volontariato e della solidarietà. Il terzo filone, poi, ha l’obiettivo di dare vita a “gruppi di interesse”: si cerca di aggregare i ragazzi intorno a questi interessi, valorizzandoli, rendendoli partecipi di qualcosa di bello, proprio mediante lo stare insieme.
“Di tutto ciò vado molto orgoglioso e sono soddisfatto di ciò che si sta costruendo ad Albino – conclude Giuseppe Pinto – I riscontri fino ad ora sono buoni, sia per la parte propria dei ragazzi, sia per quella di competenza del Comune di Albino, che dà un grande contributo, finanziando i nostri progetti. Senza dimenticare le associazioni del territorio, tra cui l’oratorio, la biblioteca e le varie associazioni che operano in città. Per questo siamo stimolati sempre di più a continuare, impegnandoci sempre al massimo”.

Enrico Masserini