Il voto albinese alle ultime consultazioni

Confermato il dato nazionale nel voto delle europee. “Effetto Renzi” che si riflette nelle amministrative. Duello a suon di voti e “per un pugno di consensi, Albino elegge Fabio Terzi a nuovo sindaco della città

“Effetto Renzi” nell’ultima consultazione. Nelle europee il Partito Democratico che, rispetto alla passata consultazione, porta a casa più di 3 milioni di preferenze. A una cifra simile si avvicinano i voti persi dal Movimento 5 Stelle rispetto alle politiche dello scorso anno (-2,9 milioni). Segnale rosso anche per Forza Italia che perde consensi sia rispetto al 2013 (-27%) e, in misura maggiore, rispetto al 2009 (-54,5%). Duplice dinamica, invece, per la Lega Nord: perde quasi la metà dei voti rispetto ai tempi di Bossi, ma guadagna terreno rispetto all’ultima consultazione del 2013.

 

E, come sempre accade, anche quest’anno le urne della albinesi hanno confermato il trend nazionale. Come a livello nazionale, anche ad Albino si è registrata una flessione dei votanti: rispetto alle scorse europee 685 persone in meno si sono recate alle urne. Da registrare l’exploit del Partito Democratico: più che raddoppiati i voti passati da 1863 a 4152 (pari al 40,36%)Netta la flessione di Lega Nord e Forza Italia: rispettivamente circa 1500 e 1400 voti in meno. Il Carroccio passa così seconda forza politica in città. Per una trentina di voti, il Movimento 5 Stelle non riesce a scalzare dal gradino più basso dell’ipotetico podio Forza Italia.

L’onda lunga del successo del Pd alle elezioni europee si riverbera anche nei risultati delle comunali. Ad Albino, Alessandro Ferrara, candidato sindaco del Movimento 5 stelle, ha fatto poco più che da comparsa raccogliendo solo 804 preferenze in città. Testa a testa, invece, fra i due blocchi. Centrodestra da una parte con Fabio Terzi candidato sindaco e centrosinistra dall’altra con Luca Carrara a caccia della riconferma. Bisogna andare indietro negli anni perché un candidato sindaco si affermi con “facilità” sui suoi avversari: infatti, la differenza di voti tra Carrara e Terzi è stata, al primo turno, di soli 282 voti a favore di quest’ultimo. Ancora inferiore lo scarto di voti che ha permesso al candidato di centrodestra di affermarsi come primo cittadino: 117.

Ma, storicamente, ci sono stati scarti anche inferiori: 10 anni orsono, Il candidato Piergiacomo Rizzi (allora Lega Nord, oggi candidato al consiglio nella lista Civicamente Albino) ebbe la meglio su Maurizio Noris di ProgettAlbino per soli 80 voti. Incertezza fino all’ultimo ci sarebbe stata anche 5 anni fa se il centrodestra non si fosse spaccato al primo turno, prima, e al ballottaggio, poi.

Analizzando i voti delle consultazioni, si può affermare che in città esistono 2 blocchi: sinistra e destra. Lì, i voti non si discutono e questi elettori vanno sempre alle urne, preferendo, ovviamente, il loro schieramento. Esiste, poi, un terzo blocco (più consistente degli altri) che si sposta da una parte all’altra secondo le persone, i programmi o l’operato.

Statistiche alla mano, i numeri dicono che il sindaco uscente, Luca Carrara, ha perso perché l’elettorato della Valle è andato tutto a destra: rispetto a 5 anni fa le preferenze sono scese di 160 unità, 986 voti contro i 1146 del 2009. Tutti i seggi della Valle, tranne Casale, ha “voltato le spalle” all’ex sindaco.

Indiscutibile invece, l’operato del braccio socio-culturale dell’amministrazione, l’Associazione Per Albino. Negli anni, con le belle (…e non lo diciamo solo noi!) giornate ludico-ricreative è stato rivitalizzato il centro storico. Questo, insieme all’effetto Renzi, a portato al candidato Luca Carrara tantissimi voti nei seggi di Albino capoluogo…….voti che, stranamente, non si sono ripetuti al ballottaggio: infatti, solitamente la sinistra è più disciplinata e va sempre alle urne. Invece, sostanzialmente confermata la flessione in Valle e ben 65 preferenze in meno nei 4 seggi di Albino capoluogo

Non possiamo dirlo con certezza, (molto dipende dall’operato dell’amministrazione appena salita al governo della città) ma le statistiche suggeriscono che anche fra 5 anni lo sconfitto perderà per 100, massimo 200 voti.

Paolo Salamoni