Il Monte Misma e la castagna: un binomio indissolubile, che sa di storia, cultura, economia domestica, folclore. Da un lato, in Valle del Lujo, la frazione di Casale e i suoi castagneti, un altro rapporto molto stretto, che sa di ambiente da preservare e tutelare, vedi la presenza del “Parco del Castagno” e di “dispensa naturale boschiva”, da dove trarre le castagne e proporle sia come caldarroste sia come mondine o gustosi “biligòcc” (castagne morbide e affumicate). Dall’altro, nell’Oltreserio, il paese di Pradalunga con i suoi castagneti, un altro rapporto molto stretto, che sa di castagnate e recupero e valorizzazione dei castagneti, a tal punto che nel 2013 è nata l’Associazione Castanicoltori del Misma, che promuove, valorizza e salvaguardia la castanicoltura locale.

Già ad Albino, e in Val Seriana, si conosce la realtà operativa del Gruppo Culturale “Amici di Casale”, che da oltre trent’anni è attiva nella promozione della castagna, in tutte le sue forme. Ma, ora, per i lettori di Paese Mio la redazione vuole presentare l’attività dell’Associazione Castanicoltori del Misma che, se anche ha sede a Pradalunga, ha come oggetto dei suoi interventi il Monte Misma, una montagna che non ha “confini”, anzi … (per la cronaca, la cima è punto di confine tra i Comuni di AlbinoPradalunga e Cenate Sopra, mentre le pendici coinvolgono anche i Comuni di Luzzana, Trescore e Scanzorosciate).

Presidente dell’Associazione Castanicoltori del Misma è Marzio Gritti, 48 anni, nativo di Fiobbio, in Valle del Lujo, ma ora residente a Pradalunga, con la sua compagna e il loro bambino. Qui, da otto anni svolge la professione di agricoltore.

 

Come si è avvicinato al mondo dei boschi e, in particolare, dei castagni?

Mi sono avvicinato già da bambino, quando i miei nonni gestivano il loro castagneto. Mantenevano il sottobosco sfalciato, le piante potate e si faceva la raccolta ad ottobre con tutta la famiglia. Quando vennero a mancare, è cominciato un rapido decadimento del castagneto. Allora, con mio padre, abbiamo cominciato una fase di recupero, pulizia e potature dei castagni secolari. Tutto questo grazie

anche al supporto della neonata associazione “Castanicoltori del Misma”, che mi ha dato la possibilità di interagire con volontari e tecnici specializzati e colti in materia di castanicoltura. Dopo un paio d’anni da hobbista, l’ho fatta diventare una professione aprendo un’azienda agricola, inserendo anche altre coltivazioni di frutti.

 

Perché questa associazione?

Nel 2013, i castagni della nostra provincia vennero molto danneggiati da un organismo nocivo pericoloso: il cinipide galligeno del castagno, detto anche “vespa cinese”. Fu allora che un gruppetto di appassionati castanicoltori della zona del Monte Misma, preoccupati per la situazione, decisero di creare l’associazione, con lo scopo di interagire e collaborare con associazioni di castanicoltori già presenti a livello provinciale, che erano già ben formate e attive sull’argomento, per capire e risolvere il problema. Si cominciò quindi con un lavoro di informazione, recupero e valorizzazione dei castagneti del nostro territorio.

 

Quando è diventato presidente?

Come cofondatore il primo incarico che mi è stato assegnato dal Consiglio Direttivo è stato quello di vicepresidente. Dal mandato successivo sono stato nominato presidente per essere poi riconfermato fino ad oggi.

 

Quali sono i suoi compiti?

Il mio compito è di coordinare le attività dell’associazione, in collaborazione con il Consiglio Direttivo, e presenziare agli eventi ufficiali. Quindi, cooperare attivamente allo svolgimento delle varie attività.

 

Da chi è formato il Consiglio Direttivo?

Il direttivo è composto da nove soci, ma è comunque aperto a tutti i soci attivisti che vogliono partecipare agli incontri organizzativi.

 

Quali le tappe principali dell’associazione?

Le attività dell’associazione sono di promozione, formazione e divulgazione, attraverso varie iniziative: serate ed incontri a tema; feste in piazza; consulenza tecnica; collaborazione con enti pubblici; salvaguardia dei castagneti; recupero e potatura castagni, soprattutto quelli secolari; indagine genetica, in collaborazione con l’Università di Agraria di Torino; formazione e manutenzione del “campo collezione”, presso il santuario della Madonna della Forcella, in collaborazione con l’amministrazione comunale e la parrocchia, dove sono messe a dimora le varietà di castagne più diffuse a livello provinciale, regionale e nazionale; con la pratica dell’innesto, diffusione delle varietà locali (balestrère, duaòle, rossère, ostane),certificate presso l’Università di Torino.

 

Quali le iniziative relative al territorio di Albino e della Valle del Lujo?

Le iniziative dell’associazione sono dislocate in vari Comuni della Media Valle Seriana. In particolare, nel Comune di Albino e in Valle del Lujo sono state fatte diverse potature, considerato che quasi la metà degli iscritti dell’associazione risiede lì. Inoltre, abbiamo presenziato alla “Sagra dei Biligòcc” e alla “Fiera zootecnica della Valle del Lujo”. Abbiamo organizzato il nostro convegno annuale, presso il Comune di Albino; promosso passeggiate nei castagneti dei nostri associati e altri eventi, durante il mese di svolgimento della manifestazione “Castanea”.

 

Quali i programmi per il 2024?

Il programma di quest’anno segue il filone degli anni precedenti, con il proseguimento dell’attività di salvaguardia dei castagneti. In calendario, poi, la passeggiata di primavera, il concerto nel castagneto, “Castanea” ad ottobre e tanto altro. Inoltre, cercheremo di arricchirlo con l’iscrizione della “Balestrera”, un varietà di castagna locale, nel Registro Nazionale delle Castagne: una varietà, peraltro, già certificata nei nostri castagneti, in collaborazione con l’Università di Torino, e certificata anche dal deFENS (Dipartimento di Scienze per gli Alimenti, la Nutrizione e l’Ambiente) dell’Università degli Studio di Milano per l’alto valore qualitativo dei suoi prodotti derivati.

 

Sogni nel cassetto?

Il sogno dell’associazione sarebbe quello di riuscire a promuovere la nascita di una realtà operativa per la commercializzazione di castagne e derivati, come già realizzato da associazioni castanicole extra-provinciali presenti da anni, così da poter creare una filiera sul territorio che favorisca il continuo recupero e mantenimento del nostro ambiente montano.

Per informazioni: Associazione Castanicoltori del Misma: 349.6742841

 

Ti.Pi.