Comunque, il problema rimane. Siamo alle solite, una toppa, una soluzione tampone, e si rimanda il tutto quando ancora insorgerà il problema. E, intanto, tutto va avanti per inerzia, alla moda italiana, …eh, vedremo poi. Cosa sarà dei pazienti della Valle del Lujo che, dallo scorso gennaio non avrebbero più dovuto avere come medico curante il dottor Facci? Ben 1.500 residenti rimasti scoperti, così, di botto. Beh, ci vuole poco, un sostituto.
Ma il dottore ha raggiunto i suoi 70 anni, ha terminato il suo onorato servizio, andava in pensione. Il meritato riposo, si era letto sui giornali, dopo decenni trascorsi nel suo studio o in prima linea, come successo durante le settimane più dure e pesanti della pandemia nel marzo del 2020 e anche dopo. Ma sul più bello: non è arrivato il sostituto.
E qui bisogna applaudire il dottor Facci: infatti, vista la sua professionalità e generosità, ha continuato a svolgere il suo lavoro per settimane e settimane. E pensare che aveva chiesto di rimanere in servizio per alcuni mesi per evitare disservizi ai suoi pazienti. Mentre dall’altra parte della barricata, nelle stanze dei bottoni dell’ATS si cercava una soluzione. In verità, un sostituto c’era, ma non voleva pagare l’affitto, e anche le altre destinazioni messe sul piatto da ATS e Comune di Albino non erano gradite al sostituto, che alla fine ha rinunciato. Quindi, avanti con il dottor Facci. Sì, ma soltanto dopo una lettera “al vetriolo” indirizzata all’ATS da alcuni cittadini, che ha fatto rivedere all’ATS la decisione di pensionare il dottor Facci; e di reintegrarlo in continuità fino al mese di agosto.
Bene, tutto risolto? Boh, a quanto pare, siamo all’italiana, si è spostato il problema in avanti, peraltro soltanto grazie alla disponibilità del dottor Facci; è doveroso dirlo: ancora lui dai 1° marzo al 31 agosto.
E poi? Sì, bisogna domandarsi veramente…e poi? Perché, stride molto il sentire che tutti sono contenti di questa soluzione. Stride sentire che tutti gli “attori” che sono coinvolti si ringraziano a vicenda, per aver trovato una soluzione: ma quale soluzione! E’ solo un rimandare il tutto al 31 agosto. Il bello è che lo dice anche ATS: è una soluzione provvisoria e straordinaria, quindi a tempo, limitata nel tempo. E noi incalziamo: e poi?
Semplice risposta: bisogna aspettare il sostituto, il medico titolare, che venga a sostituire definitivamente il dottor Facci. Ma da qui al 31 agosto, cosa succederà?
Si dirà che è difficile trovare medici disposti a trasferirsi in Valle del Lujo, si dirà che le spese di affitto dello studio frenano l’arrivo dei possibili sostituti, si dirà che in montagna non è come in collina, si diranno tante cose, ma perché non attivarsi a livello locale? perché non individuare soluzioni “di vantaggio” che rendano appetibile la scelta? perché non creare le condizioni per rendere invitante e conveniente salire in Valle del Lujo per praticare la professione di medico?
E pensare che fra gli enti superiori si parla di sviluppo della montagna. Infatti, finalmente, dopo decenni (ultima legge sulla montagna è la L. 97/1994), il Consiglio dei Ministri ha approvato il disegno di legge per la valorizzazione delle montagne italiane. Un testo che evidenzia da parte del Governo un’attenzione senza precedenti verso i territori di montagna e la loro gente, attraverso una chiara volontà di valorizzazione di questi territori e la messa a disposizione di contributi.
Questa attenzione si è resa concreta già dal giugno 2021, mediante l’istituzione del Tavolo Tecnico Scientifico (TTS) che, successivamente, ha promosso incontri strategici, con il contributo di diversi Enti attivi sul tema dello sviluppo delle Comunità di Montagna, oltre che di ricercatori ed esperti, tutti direttamente coinvolti dalla Ministra Maria Stella Gelmini, e ai quali ho potuto partecipare.
In Bergamasca, l’ente che più di tutti si sta muovendo per valorizzare la montagna e le sue comunità è il Consorzio BIM Bergamo, nella persona del presidente Carlo Personeni. Da anni è in prima linea, in vari settori, compreso quello sanitario, con richieste semplici, sociali e solidali: incentivi a quei medici che scelgono di prestare la propria attività professionale in Comuni collinari o montani. Misure fiscali di favore per chi intraprende il proprio servizio in Comuni marginali o periferici, lontani dal fondovalle o dai centri di pianura.
Da qui, una forte sollecitazione: intervenire nelle sedi istituzionali per porre attenzione al grave problema della mancanza dei medici di base nei territori montani, una carenza che influisce sulla qualità della vita delle comunità montane, accrescendo il divario con altri territori, come le aree urbane e la pianura.
È un problema da risolvere. Servono risorse adeguate e un piano d’intervento organico, ma anche un “criterio di montanità” da applicare ai medici, per rendere attrattivo lo svolgimento della loro professione nei territori di montagna, considerati i diversi disagi a cui andrebbero incontro.
Nel caso della Valle del Lujo, chi di dovere deve inoltrare questa richiesta a chi di competenza, perché gli abitanti delle “terre alte” devono avere parità di diritti agli abitanti delle metropoli.
Bisogna che chi di dovere solleciti, stimoli, spinga per una riforma dell’assetto sanitario, precisando e riqualificando il ruolo del territorio, nello specifico la funzione territoriale dei medici di base.
Andrea Bonomi