Tempo di restyling per uno storico edificio di Gazzaniga, che dopo tanti anni di oblio, è ora oggetto di un progetto di restauro e recupero funzionale, in vista di un suo riutilizzo a carattere pubblico.

Già “Il Giornale di Honio” nel aveva parlato nel 2020, quando Regione Lombardia aveva finanziato, per un valore di 500.000 euro alla voce “recupero del patrimonio storico”, il progetto presentato dal Comune di Gazzaniga. Ora, superata la fase procedurale e l’iter burocratico, si è alla fase realizzativa, con l’apertura del cantiere ormai da due mesi, che prevede la ristrutturazione dell’ex-ristorante Giardino, meglio noto come “ex-Casa del Fascio” e ancora come “ex-dopolavoro”, una struttura vuota e ormai chiusa da tempo, precisamente dal 1999, perché volutamente non rinnovato, a causa delle alte spese di ristrutturazione, come da vincolo della Soprintendenza.

La palazzina, che si affaccia in via Dante, al confine fra Gazzaniga e Fiorano al Serio, è un pregevole esempio di architettura liberty, che conserva elementi e arredi che si rifanno all’Art Nouveau, un movimento artistico che si sviluppò nell’ultima fase della cosiddetta “Belle époque”, all’inizio del ‘900.

Il progetto di recupero, redatto dagli architetti Alessandra Kluzer, Mariangela Carlessi e Fabrizio Bonomi, punta innanzitutto a restituire coerenza ad una struttura architettonica molto raffinata, la cui originalità è quella di essere un “sistema” (dalle pietre artificiali, agli stucchi, al parquet), frutto di uno specifico clima culturale, artistico e tecnico inserito in un peculiare contesto.

“Questo contributo straordinario di Regione Lombardia darà nuova vita ad un edificio di pregio – sottolineò allora sulla pagina Facebook comunale il sindaco Mattia Merelli – Dal Pirellone 500.000 euro, mentre il Comune di Gazzaniga integrerà la spesa complessiva con altri 30.000 euro”.

Come detto, l’immobile, una volta sottoposto a restauro conservativo (rimozione di tutte le aggiunte fatte negli anni alla struttura originaria e sistemazione del tetto, in corso di svolgimento), avrà una destinazione pubblica, a servizio della comunità. A tal riguardo, l’amministrazione comunale sta ragionando su diverse possibilità: sala polivalente, che può ospitare mostre, convegni o banchetti; sala riunioni; sala per manifestazioni indoor; sala di rappresentanza. Del resto, la struttura lo consente ampiamente: la superficie dell’edificio è di circa 150 metri quadrati, distribuiti su due piani.

Lunga e articolata la storia di questo edificio. Nasce in contrada Bonomari come “casa con botteghe”; poi, nel 1920, diventa albergo (ristorante Giardino); quindi, dopo aver cambiato diversi proprietari, viene acquisito da Enrico Beltracchini, industriale del Cotonificio Valle Seriana, il quale, l’anno dopo, lo vende allo stesso Cotonificio, che vi si insedia un circolo ricreativo chiamato “Nivis et nubis” (neve e nuvole). Successivamente, nel 1935 diventa proprietà del Comune di Gazzaniga: qui, hanno sede l’Opera nazionale Balilla e l’Opera nazionale maternità e infanzia, ma soprattutto la “Casa del Fascio”.

Nel 1937, nell’edificio si apre anche un “Circolo Dopolavoro”. Dopo la Seconda Guerra Mondiale, il Circolo diventa ristorante, che viene chiuso nel 1999.

A prescindere dalla destinazione d’uso, quello che conta, a livello progettuale, è il mantenimento degli elementi architettonici e di arredo riferibili all’Art Nouveau presenti al suo interno: segni di pregio dal grande valore storico.