La mattina del 10 agosto, nell’80° anniversario della strage nazi-fascista di piazzale Loreto, a Milano, una delegazione di albinesi, composta da appartenenti all’ANPI, Alpini, con il gonfalone del Comune e un suo rappresentante, si recherà a Milano per il ricordo dei 15 antifascisti fucilati dai tedeschi per rappresaglia, fra i quali Vittorio Gasparini, Medaglia d’Oro al valor militare, in quanto, mentre operava in appoggio alla Resistenza, apparteneva a un corpo militare dell’Italia che si opponeva alla Repubblica di Salò. Qui incontreranno, di certo, come ogni anno, la figlia, Angiola Gasparini.
Del resto, la memoria di Vittorio Gasparini è sempre viva. Ormai, in questi anni Duemila, sono quattro i libri che contengono sue ampie biografie.
Dal 2012, quello edito dall’ANPI di Albino intitolato “Vittorio Gasparini cattolico”, ha saputo resistere, ed è ancora disponibile presso l’associazione. Nel 2020, in dieci pagine aggiornate, il volume di Massimo Castoldi “Piazzale Loreto. Milano. L’eccidio e il contrappasso”, edito da Donzelli. Nel 2022, in otto pagine, il volume delle edizioni Ares di A. Leoni e S. Contini “Partigiani cristiani nella Resistenza”, che ha raccolto informazioni dal nipote, sceneggiatore e regista, che ha in animo un filmato su Vittorio, Luca Gasparini, figlio di Carlo, fratello della M. O., il primo familiare, reduce dalla compagna di Russia come ricordato in un lungometraggio “Passano i soldati”, che aveva tenuto viva questa memoria, abitando ad Albino in quel di Valgua.
Ancora nel 2022, in quindici paginette di Mario Pelliccioli, edito dalle ACLI di Bergamo, “Cattolici e antifascismo. Resistere nella tormenta”, che riprende quanto contenuto nelle precedenti biografie e in quella del secolo scorso di Giuseppe Belotti. Da segnalare, in questo libro, la presentazione di mons. Goffredo Zanchi, con due importanti paragrafi: 1. “La contaminazione delle fede cristiana ad opera del fascismo”, 2. “L’apporto della Resistenza per una moderna politica cristianamente ispirata”. Paragrafi che contestualizzano l’essere un cattolico nella Resistenza antifascista e lo attualizzano.
Malgrado tutti questi studi e scritti, a 80 anni dalla sua morte, la figura di Vittorio Gasparini, cattolico antifascista, è ancora da tratteggiare bene.
La sua storiografia ha sì fatto un cambio rispetto a quella subito delineata da Indro Montanelli e fatta propria da Giuseppe Belotti nel suo “I cattolici di Bergamo nella Resistenza”, di ormai sessant’anni fa: dal racconto agiografico, pur verosimile, si è passati a una storia costruita sui documenti. Purtroppo per Gasparini, molti si sono persi con l’archivio della FUCI di Bergamo, associazione di cui aveva fatto parte dopo il trasferimento della famiglia da Albino, e con la prematura morte della vedova, Ernestina Marconi, in un incidente stradale.
Tuttavia, iniziative dell’Istituto “Vittorio Emanuele” di Bergamo nel 2022 e nel 2023 permettono di documentare una conoscenza del professore antifascista Ernesto Rossi da parte dello studente Vittorio Gasparini, a cui l’istituto ha ora dedicato un’aula. E ricerche di Barbara Curtarelli per il libro su don Primo Mazzolari “Voler bene ai poveri è un rischio” (frase tratta, per il titolo, da una lettera di don Primo al prevosto di Albino don Pietro Gamba) possono documentare l’avvenuto incontro alla FUCI fra il giovane Gasparini e don Primo, oltre che con il prete bergamasco antifascista don Emilio Rota.
Dunque, l’80° è l’occasione per meglio approfondire la figura antifascista di Vittorio Gasparini, a cui l’Albino del dopoguerra ha dedicato, a futura memoria, la via che era il Viale delle Rimembranze dei Caduti della Prima Guerra mondiale, così come un’altra a Giacomo Matteotti.
a.c.