Tutti lo conoscono in Valle del Lujo, come ad Albino, per il suo passato da macellaio e rappresentante di mangimi, ma da qualche anno Pierangelo Peracchi è salito alla ribalta delle cronache come ideatore e responsabile organizzativo della “Mostra agro-zootecnica della Valle del Lujo”, una rassegna di settore, promossa dall’associazione “Civicamente Albino”, in collaborazione con il Comune di Albino, la Comunità Montana Valle Seriana e Promoserio, per celebrare gli aspetti più significativi del patrimonio agricolo e zootecnico della Valle del Lujo, la cosiddetta “Svizzera della Valle Seriana”. Nato a Dossello 66 anni fa, Peracchi si sta impegnando a 360° per promuovere e valorizzare le molte realtà che operano nel settore dell’allevamento, dell’agricoltura di montagna, dell’artigianato, della ristorazione e del turismo rurale in Valle del Lujo. E’ l’esperto che può tratteggiare il nuovo corso dell’agricoltura in Valle del Lujo, che sta emergendo grazie all’impegno e alla passione di tanti giovani.
Cosa rappresenta per lei l’agricoltura?
Meglio dire l’allevamento. Mio padre era un allevatore di vitelli: negli anni ’60 e ’70 ne possedeva oltre 200 da ingrasso. Ed era anche macellaio, cioè macellava e porzionava le bestie. Diciamo che ho sempre respirato profumo di stalla fin da piccolo. Poi, il salto di qualità: mi padre, nel ’68, apre una macelleria a Desenzano di Albino, e anch’io, piano piano vengo coinvolto in questo lavoro. E inizio a conoscere il mondo della zootecnia ad Albino.
Come era sviluppato il settore, allora?
E’ difficile crederlo, vista la realtà attuale, ma ancora in quegli anni l’allevamento del bestiame era una tradizione consolidata in Valle del Lujo. Si può dire che ogni famiglia aveva delle bestie: bovini da latte e da carne, circa 3.000 capi; e, poi, pollame, animali da cortile, conigli. Era un altro mondo, una realtà prettamente contadina: tutto era curato bene, i terrazzamenti come i muretti a secco, i sentieri come le mulattiere; i boschi erano ben puliti dal sottobosco; i castagni davano ottime qualità di castagne; c’erano frutteti, soprattutto mele e pere; si andava a funghi per poi venderli in paese; si coltivava uva e si faceva il vino, io stesso, mi ricordo, pigiavo l’uva di mio nonno dentro il tino.
Ma qual era il suo lavoro?
Nel ’75, dopo il servizio militare, ho iniziato subito a lavorare alla Vismara Zootecnici spa, produceva mangimi e latte in polvere per i vitelli; facevo il rappresentante di zona per la Val Seriana, un’attività che ho continuato a fare fino a quando sono andato in pensione, nel 2010. E’ stato un lavoro gratificante, che mi permesso di conoscere tante persone e tante realtà, legate ovviamente al mondo agricolo e zootecnico.
E quando è nata l’idea della mostra agro-zootecnica?
La sua gestazione nasce da molto lontano, è il risultato di una tradizione di famiglia, quella di mio padre e di mio nonno, allevatori e macellai, che venivano in Valle del Lujo ad acquistare bestie e maiali da macellare; e poi la mia storia, di venditore di prodotti zootecnici, che mi ha permesso di conoscere queste realtà vallari. Quindi, circa sette/otto anni fa, dopo che sono andato in pensione, il mio sguardo si è posato su alcuni giovani che, con passione e tanta determinazione, hanno ripreso ad impegnarsi nel lavoro dei campi, nell’allevamento, non solo di bovini, ma anche di pecore, cavalli e asini; li ho visti rischiare, lavorare sodo; li ho visti far nascere aziende agricole, agriturismi, caseifici. Mi sono detto: “E’ giusto che il loro coraggio venga ripagato; bisogna organizzare un a mostra che metta in vetrina i prodotti del loro lavoro”. Così, li ho incontrati, ho parlato con loro del mio progetto, ho coinvolto alcuni amici; e, in breve, l’idea di una mostra agro-zootecnica si è concretizzata: era il 2015.
Ora siamo alla 4^ edizione…
I tempi sono maturati, l’agricoltura e l’allevamento in valle hanno ripreso importanza. Ora, operano circa 20 aziende agricole, che periodicamente i incontrano, discutono dei loro problemi, mettono sul tavolo le loro esigenze. Da questa realtà scaturisce la mostra, arrivata ora alla sua 4^ edizione: sarà in programma il 7, 8 e 9 settembre, sempre presso il campo sportivo di Abbazia. Tutto in regola, tutto a posto, in linea con la normativa vigente in materia di sicurezza. Venerdì 7 settembre, ci sarà la Festa della Birra. Sabato 8 settembre si partirà dalle 14; mentre domenica 9 settembre l’avvio della mostra sarà dato alle 9. Nuovi stand, nuovi espositori, bancarelle dell’artigianato e dell’hobbistica, un fornito punto-ristoro, giochi per i bambini e un po’ di intrattenimento folcloristico: quest’anno, infatti, abbiamo in locandina “I barzelète del Moròt”, al secolo Giuseppe Morotti, che racconterà le sue simpatiche barzellette, in dialetto bergamasco.
Ma chi sta in cabina di regia della mostra?
Oltre al sottoscritto, l’associazione “Civicamente Albino”, Ubaldo Colleoni (delegato al territorio della Valle del Lujo), Alessandro Breda (caseificio La Stongia), Gabriele Cugini (cavalli), Isaia Carrara (asini).
Ti.Pi.