Studenti dell’Isiss Valleseriana fanno memoria della Shoah

Un esperimento culturale di grande interesse storico e dal profondo valore solidale, che ha cercato di unire esperti, istituzioni, associazioni e volontariato in un modo inedito, facendo leva sulla sensibilità dimostrata da alcuni adolescenti verso tematiche di attualità, come la legalità, la giustizia, l’interculturalità e di cittadinanza attiva, e sul lavoro in rete tra docenti e studenti appartenenti a diversi istituti della Val Seriana: da una parte la scuola media “Enea Talpino” di Nembro, dall’altra l’ISISS “Valle Seriana” di Gazzaniga, che hanno voluto “fare memoria”, in modo condiviso, della tragedia della Shoah, celebrando in modo originale, ma molto partecipato, la “Giornata della Memoria”.

 

Ne è scaturito un evento interessante, inserito all’interno della mostra tematica “Restiamo umani. Schegge di bene nella tempesta del male”, andata in onda dal 27 gennaio al 6 febbraio, presso la Sala Rovere del Centro Cultura di Nembro, e dedicata ad alcune figure di “Giusti”, che seppero opporsi ai crimini perpetrati dai nazifascisti contro la popolazione ebraica nella Seconda Guerra Mondiale, ma anche ad altri esempi di barbarie, quali il genocidio degli Armeni, le purghe staliniane in Ucraina, gli scontri etnici nell’ex-Jugoslavia e in Rwanda, fino ai recenti fatti di Siria.

Un progetto ideato e promosso da alcuni adolescenti che frequentano il primo anno di scuola superiore in vari istituti bergamaschi, che si riconoscono nel gruppo “Nonspezziamoilfilo: giovani cittadini attivi, NSF” di Nembro, ma che fino allo scorso anno erano studenti della scuola media “Enea Talpino” di Nembro.

Galeotta è stata la gita di classe della 3^B e della 3^E della scuola media “Enea Talpino” di Nembro, svoltasi nella primavera 2015 a Nonantola (Modena) – spiega la prof.ssa Annalisa Zaccarelli,  l’anno scorso docente di italiano alla scuola media e quest’anno docente di letteratura italiana all’ISISS “Valle Seriana” di Gazzaniga – Nell’ambito delle iniziative scolastiche sulla “Giornata della Memoria”, siamo andati a Nonantola per incontrare  una comunità che, durante la Seconda Guerra Mondiale, aveva aiutato ragazzi ebrei a sfuggire alle rappresaglie e alle deportazioni nei campi di sterminio in Germania. Durante la Shoah sono morti più di 5 milioni di ebrei. Ma la comunità di Nonantola, quasi tutte le famiglie del paese, aveva salvato 72 ragazzini ebrei, provenienti da Germania, Austria e Jugoslavia, che avevano trovato rifugio in quel paese, a Villa Emma, nel mentre i nazifascisti rastrellavano l’Appennino Tosco-Emiliano, alla ricerca di ebrei da inviare nei campi di sterminio. Qui, i ragazzi hanno ascoltato la testimonianza di due anziani del paese, che hanno raccontato loro come erano riusciti a salvarli, nascondendoli nelle loro case e facendoli sembrare loro figli. Una bella storia, che valeva la pena offrire ai ragazzi. Una storia che li ha colpiti a tal punto che hanno promesso a quei due anziani che non avrebbero dimenticato il loro racconto, in altre parole non avrebbero spezzato il filo, quello della memoria: ecco, spiegato il nome del gruppo”.

Ma c’è di più. Per condividere l’esperienza con altri giovani, il gruppo “Nonspezziamoilfilo” di Nembro ha invitato gli studenti della 3^LA e della 5^LB dell’ISISS “Valle Seriana” di Gazzaniga, guidati dalla docente di religione Elisabetta Cosseddu, a mettere in scena lo spettacolo “Ballata unica per un campione. La vera storia di Leone Efrati, il pugile che sfidò le SS”, allestito e interpretato da loro, sotto la guida del regista Umberto Zanoletti, del Teatro Minimo di Bergamo.

Una quarantina di ragazzi della scuola, che quest’anno ha dato vita al gruppo teatrale “Peso Piuma” – spiega Elisabetta Cosseddu, che ha scritto il copione dello spettacolo – Tutti hanno fatto qualcosa: chi il macchinista, chi lo scenografo, altri il costumista o l’addetto alle luci, e poi gli attori. Uno spettacolo che ha visto, fra il pubblico in sala, il nipoti del pugile Leone Efrati, assassinato il 16 aprile 1944, ad Auschwitz, mentre i figli, che vivono in Israele, l’hanno visto via Skype”.

In particolare – continua la prof.ssa Cosseddu – si è trattato di una forma di teatro civile, con modalità sinergica, ovvero gli studenti delle due classi hanno tutti avuto un ruolo attivo. Si è partiti da una foto presente in istituto su un pannello dedicato alle leggi razziali, raffigurante un pugile della nazionale italiana, ebreo di Roma, morto ad Aushwitz nel 1944, tale Leone Efrati. Gli studenti hanno narrato con trasporto la sua storia, quella di una persona straordinariamente semplice, con modalità leggera ma profonda, sottolineando la sua umanità e generosità. La scrittura della drammaturgia è stata fedele, accompagnata da colloqui via skipe con i figli viventi ad Askelon, in Israele. Durante l’evento erano presenti in sala, oltre le autorità locali e il preside dell’istituto ISISS “Valleseriana”, il nipote del pugile Giuseppe Zarfati (membro dell’associazione “Figli della Shoah”), la dott.ssa Gisella Persico dell’Ufficio Scolastico, il presidente della Bergamo Boxe Massimo Bugada e due rappresentanti della “Tavola della Pace” di Bergamo. La recitazione è stata accompagnata dalla musica di studenti chitarristi e dalla voce di Franco Contessi. Unire questi due gruppi di studenti è stato meraviglioso, funzionale alla creazione in futuro di una rete di condivisione e progettazione. Danilo Schinoni ha seguito la parte fotografica, mentre per il video ha operato Orobie Foto di Clusone”.

 

Tiziano Piazza