Nata a Gazzaniga il 10 aprile 1946, suor Gloria Facci ha dedicato tutta se stessa al bene del prossimo. Oltre alla vocazione alla vita consacrata, infatti, ha avuto esperienze come infermiera, insegnante presso le scuole dell’infanzia e condotto un periodo significativo e profondo di nove anni presso le carceri femminili di Venezia. Come suora ha vissuto ed operato in diversi Comuni del nord Italia, ma soprattutto nella Bergamasca, per poi giungere di nuovo nel suo paese natale. Oggi, 71 anni, ricopre il ruolo di economa presso l’Istituto Suore di Maria Bambina “Casa madre Angela Maria Campanile”, meglio conosciuta come ex-“Casa del Fanciullo” di Gazzaniga.
La redazione di Paese Mio l’ha intervistata, quale portavoce delle suore residenti nell’Istituto.
Quali sono le origini della “Casa madre Angela Maria Campanile”?
L’Istituto nasce come convitto di operaie lavoratrici in cotonificio nel 1882; nel 1889, vi viene annessa la scuola elementare per i figli degli operai, che verrà chiusa nel 1935, periodo durante il quale cessa anche l’attività di convitto. Dal 1937 al 1939 accoglie i bambini orfani del Sovrano Militare Ordine di Malta, dal 1938 al 1971 vengono aggiunte le scuole medie, e negli anni ‘70 la scuola materna. Nei pochi anni successivi la Casa perde pian piano le sue attività, fino a diventare totalmente una residenza per suore anziane ex-lavoratrici, che giungono qui dopo una vita dedicata alla vocazione per ritirarsi nella loro anzianità in preghiera, offrire e trovare conforto, ma soprattutto cercare di essere ancora utili per la Comunità.
Quante suore sono presenti in Istituto e da dove provengono?
Oggi, l’Istituto conta circa un centinaio di suore, provenienti da tutta Italia, prevalentemente dal nord. Ci sono anche alcune suore missionarie, che hanno prestato servizio all’estero, come in Brasile e in Bangladesh. Molte scelgono di venire in questa Casa per avvicinarsi ai parenti, i quali vengono spesso e liberamente a far visita. Annualmente, abbiamo un elevato ricambio: infatti, ne giungono circa 12-13 nuove, che rimpiazzano le sorelle defunte.
Come si svolge la giornata nella vostra Comunità Religiosa?
La giornata prende il via al mattino alle 8.30 con la preghiera e poi con la Messa con i Padri Cappuccini di Albino, che sono sempre molto partecipi e ci sono molto vicini. Durante il giorno vengono recitati anche i Rosari, durante i quali preghiamo per i bisogni del mondo, della Chiesa e per i benefattori. Non mancano poi i momenti liberi, per un’occasione di incontro e confronto con la nostra Superiora, Suor Maria Vittoria Cosseddu, o attività di fisioterapia e musicoterapia con Suor Lorenza. Alle 11 si tiene il pranzo comunitario, suddiviso in tre gruppi da 26-28 suore; quindi, dopo il pasto, un momento di riposo individuale; e nel pomeriggio ancora tempo libero con lettura o lavoretti di ogni genere. Alle 16.30, ci si ritrova nuovamente nella chiesetta, presente presso la nostra Casa, per il Rosario e il vespro; e concludiamo la giornata alle 18 con la cena. Mensilmente effettuiamo una giornata di ritiro spirituale con don Mauro Bassanelli di Fino del Monte e, una volta l’anno, in Quaresima, ci dedichiamo agli esercizi spirituali, della durata di diversi giorni con don Walter Pinessi, il sacerdote che celebra anche la Messa aperta a tutta la comunità, la domenica mattina alle 8.45.
Quale è il vostro rapporto con la comunità?
Purtroppo, le suore sono un’isola sconosciuta per il paese di Gazzaniga, a differenza delle comunità nelle quali hanno vissuto e prestato servizio le sorelle residenti in Istituto. Spesso riceviamo visite per momenti ricreativi, merende in compagnia e animazione alle Messe con le Corali. Precisamente, la Corale di Gazzaniga interviene in occasione delle Messe di Natale, Pasqua o per gli Anniversari. In passato eravamo sicuramente molto più attive in paese, per esempio partecipavamo al Catechismo.
In base alla vostra esperienza religiosa, cosa rende la vita di una suora degna di essere vissuta?
La vita giocata per un grande Amore riempie l’esistenza e ti realizza come donna consacrata. Il nostro è un Istituto con un grande carisma, una famiglia religiosa nata dall’esperienza di due donne che, nella povertà del paese lacustre di Lovere, hanno messo a disposizione della comunità la loro intelligenza, volontà, cuore, amore, oltre che aver aperto un ospedale, un orfanotrofio e una scuola. Da lì, l’Ordine è nato e si è poi diffuso in tutto il mondo, soprattutto in India, Africa, America Latina, i Paesi poveri insomma. La vita al servizio degli ultimi è una vita degna di essere vissuta.
In che modo pensate che il vostro ruolo nella società di oggi sia necessario?
Oggi, il nostro ruolo è assolutamente necessario; tutto il mondo sente la crisi di vocazione che il benessere purtroppo sta soffocando. Noi suore non facciamo più grandi cose, ma la preghiera è fondamentale, la stessa preghiera che richiama alla mente Mosè che con le braccia aperte implora il Signore per la Salvezza del suo popolo.
Quali sono i suoi sogni nel cassetto?
Il mio sogno, e credo anche quello delle altre suore, è continuare nella gioia e nella fatica di ogni giorno, mantenendo lo stesso entusiasmo interiore, dimostrando con la propria vita che ne vale la pena. Un altro sogno è che la comunità di Gazzaniga possa apprezzare nuovamente la figura di noi suore, come parte integrante della società; invitiamo chiunque avesse voglia a farci visita, o a partecipare alla Messa domenicale. Attualmente, la Casa e tutte le sue suore si stanno preparando ad accogliere con la preghiera e con tanta gioia don Luca, futuro sacerdote. Invitiamo la comunità ad unirsi alla nostra preghiera e alla nostra gioiosa accoglienza”.
Silvia Pezzera