Un albinese sul tetto d’Europa

“Sono un ragazzo fortunato…”, così cantava Jovanotti qualche anno fa, ed io in questa occasione mi sento di “rubare” le parole di questa famosa canzone.

 

Sono fortunato, perché ho avuto la possibilità di conoscere uno dei miei idoli, Denis Urubko, alpinista russo, scalatore di tutte le 14 montagne che superano gli 8.000 mt (nel tempo record di 9 anni, e senza ossigeno supplementare), apritore di numerose “vie” di grande difficoltà e vincitore di ben 4 “Piolet d’Or” (l’equivalente del premio Oscar per la miglior salita dell’anno),…lo definirei il Messi dell’alpinismo moderno.

Ho avuto la grande fortuna di conoscerlo approfonditamente e diventare suo amico; ho avuto la fortuna di “iniziarlo” alle Orobie, mostrandogli posti nuovi e salendo in sua compagnia alcune delle nostre vette; inoltre, ho avuto anche l’enorme fortuna e l’onore di accompagnarlo nella sua prima salita al Monte Bianco… solo io e lui in cordata e nessun’altra persona sulla montagna

Poi, si sa, da cosa nasce cosa, e così, una volta dimostrate le mie abilità, Denis mi ha invitato a unirmi alla spedizione da lui organizzata sul Monte Elbrus. (secondo il mondo alpinistico, con i suoi 5642 metri di altezza è la vetta più alta d’Europa)

Di per sè questa montagna non presenta difficoltà tecniche particolari, ovvio non è una passeggiata, ma è accessibile. Allora, abbiamo deciso di crearcele da noi le difficoltà: salita a dicembre (inverno meteorologico) e dal versante Nord (senza possibilità di utilizzare gli impianti che agevolano la salita dal versante Sud).

Nonostante alcuni dubbi, accetto subito la proposta, e con grande piacere scopro che a questo progetto parteciperà anche Mario Curnis, grande alpinista bergamasco (è di Nembro) che, dall’alto della sua immensa esperienza, mi potrà dare tanti utili consigli su come affrontare l’altitudine e le difficoltà.

Il 2 dicembre si parte. Siamo in 10: 2 italiani (o meglio bergamaschi), 1 polacco e 7 russi. L’avventura per noi inizia subito “male”: date le tensioni politico-militari fra Russia e Turchia, il nostro volo con scalo a Istanbul è cancellato… Non ci perdiamo d’animo e cambiamo destinazione: Mosca. Da qui, ci trasferiamo nel Caucaso in auto,…estenuanti 1.600+1.600 Km.

La salita alla montagna dura 7 giorni, tra salite di acclimatamento e notti insonni in tenda, con venti di bufera e una super-temperatura di -40°C…

Non starò qui a parlarvi di difficoltà tecniche, temperature polari o condizioni del ghiaccio, ma ci tengo a raccontarvi della commozione che mi ha conquistato a 5 minuti dall’arrivo in vetta (era il 10 dicembre)… I dubbi dei mesi precedenti, le fatiche dell’organizzazione e della scalata, ma soprattutto la soddisfazione della vetta hanno fatto sì che arrivassi in lacrime in cima alla montagna più alta d’Europa,… lo ammetto, ho pianto come un bambino

In cima, il pensiero è andato alla mia famiglia, ai miei amici della sottosezione CAI di Albino e a tutti quelli che, con una parola o con un sms, mi hanno augurato buona fortuna; ovviamente ho pensato anche alla mia ragazza Elena, che mi ha supportato e sopportato nei mesi e nei giorni antecedenti alla partenza. Solo lei sa cosa ho passato e, quindi, la cima è dedicata a Elena.

Posso dire di essere un ragazzo fortunato…

Grazie Denis, grazie Elena.

 

Matteo Gallizioli (CAI Albino)