Ha fatto memoria della sua storia, ha illustrato le principali tappe della sua presenza nella comunità di Albino, ha ribadito i valori del suo DNA socioassistenziale. Così, il 5 ottobre la Fondazione Honegger RSA onlus si è mostrata alla comunità albinese, presentando il libro “La Fondazione Honegger Albino: Oggi e la sua storia”, un importante contributo, frutto del lavoro curato e condiviso nei testi da Davide Carrara, Giampiero Tiraboschi, Francesco Birolini e Mariarosa Carrara; con corredo fotografico di Fabrizio Carrara e dell’archivio Fondazione Honegger.
Realizzato con il sostegno della Fondazione Credito Bergamasco e del Consorzio BIM lago di Como e fiumi Brembo e Serio, e il patrocinio del Comune di Albino, il libro ripercorre la storia della Fondazione Honegger. Alle spalle dell’attuale RSA, infatti, sta una storia che affonda le sue radici nel tardo Medioevo, epoca in cui sorse ad Albino uno “spedale” dedicato alla cura dei poveri. Le origini, infatti, si fanno risalire al 1670, anno in cui il sacerdote Giovanni Battista Signori disponeva con testamento dei suoi averi affinché fosse avviato in Albino un “Ospedale per la cura dei poveri infermi”. La struttura, denominata “Pia Casa di Ricovero per cronici”, fu realizzata nel 1840 ed accolse persone anziane in difficoltà. La locale Congregazione di Carità ne curò l’amministrazione. Nel 1887 la Casa di Ricovero fu trasformata in Ente Morale ed operò sotto tale veste giuridica sino all’istituzione degli ECA (Enti Comunali di Assistenza), precisamente sino al 1939, anno in cui fu costituita in Albino la nuova “Amministrazione Unica” delle IPAB (Istituzioni Pubbliche di Assistenza e Beneficenza) in cui confluì anche il Ricovero. Nel 1958 il Cotonificio Honegger donò alla Pia Casa di Ricovero un’area di 9.000 metri quadrati, situata nel “Pianoro Crespi” di Albino, vincolandone l’utilizzo alla realizzazione di una nuova struttura che sostituisse quella ormai obsoleta, successivamente alienata. Nel 1970 si concluse la costruzione di un ampio e moderno fabbricato distribuito su quattro piani, l’attuale Casa Albergo.
L’opera è “sorta nella linea della solidarietà umana”, come si legge in un documento dell’epoca, ed è stata portata a termine grazie alla generosità della signorina Milly Honegger e delle maestranze del Cotonificio, della comunità albinese e del Comune di Albino, di Enti e imprese del territorio.
L’altra residenza – la Struttura Protetta Honegger – entra nella storia nel 1972, quando l’omonimo Cotonificio cede, prima in gestione e poi in donazione, alla stessa quella che allora era denominata “Infermeria Honegger” con funzioni di cura dei dipendenti dell’impresa. L’immobile, situato in via Cappuccini, nel corso degli anni è stato ristrutturato ed ampliato con nuovi padiglioni, grazie anche al contributo del Comune di Albino e di enti pubblici.
Queste ed altre le tappe analizzate dal libro, che poi conduce approfondimenti sull’associazione di volontari “Milly Honegger”, sui presidenti e direttori sanitari che si sono succeduti negli anni, e sui recenti interventi di ristrutturazione.
“Un libro per raccontare la storia della Fondazione Honegger – ha esordito, nella presentazione, il presidente del CdA Delia Camozzi – Ma soprattutto per documentare, anche attraverso numerose immagini, i cambiamenti e le innovazioni apportate alle strutture e, poi, rendere noti i servizi di assistenza e cura dalla stessa erogati, che sono stati nel tempo ampliati ed implementati per poter rispondere con professionalità, competenza ed attenzione alle richieste provenienti dal territorio ed ai bisogni delle persone fragili. Colgo l’occasione, per ringraziare quanti hanno dato il loro contributo alla realizzazione di questo libro”.
A seguire, l’intervento del sindaco di Albino Daniele Esposito: “E’ stato raggiunto un importate traguardo, del CdA, ma anche della stessa comunità albinese. Questa è una fondazione viva, che tiene molto ai suoi residenti e ai suoi volontari”.
A presentare il libro, con l’ausilio di slide, il consigliere del CdA Davide Carrara, che ha coordinato il gruppo redazionale, cogliendo, peraltro, anche lui l’occasione per ringraziare quanti hanno dato un sostegno economico alla pubblicazione.
A seguire, la benedizione della cappella dedicata delle vittime della pandemia, da parte del prevosto di Albino, don Giuseppe Locatelli. “Siamo nel luogo più sociale di Albino – ha commentato don Locatelli – Ma anche luogo di sofferenza, fragilità e fatica. La benedizione va certamente a questo luogo, ma soprattutto a tutte le persone qui accolte e che servono. Con questa cappella, dentro la Fondazione, Dio ha messo casa nella vostra casa”.
Per chi lo volesse, può richiedere il libro presso la Casa Honegger, in via Crespi 9, o in Biblioteca, in via Mazzini.
T.P.