L’esperienza missionaria di Alice Guerini, da Semonte alla Boliva
In occasione della Pasqua appena trascorsa vogliamo raccontarvi una storia particolare: quella di Alice, una ragazza di 27 anni, originaria della parrocchia di Semonte che, da inizio novembre, si trova in Bolivia per vivere un’esperienza di missione dalla durata di un anno.
Una scelta importante che è seguito naturale della sua particolare indole che l’hanno vista sempre particolarmente sensibile nei confronti di tematiche inerenti fragilità e incontri fra differenti culture.
Dopo la laurea in scienze dell’ educazione e parecchio volontariato, tanto in Parrocchia quanto presso la mensa dei poveri dei frati Cappuccini di Bergamo, ha avvertito il forte desiderio di questa esperienza di missione, anticipata da una più breve già precedentemente vissuta e per la quale è stata accompagnata da un percorso formativo promosso dal Centro Missionario Diocesano.
Ricevuto il mandato del vescovo Francesco, insieme ad altri 9 missionari bergamaschi, diretti in diverse parti del Mondo, è stata quindi inviata dalla Diocesi di Bergamo in terra sudamericana e da qui ci scrive per dirci come procede questa missione tanto desiderata.
Terminata la doverosa presentazione, lasciamo spazio alle sue parole che non possono che trasmetterci tutto l’entusiasmo che la accompagna in quella che è molto più di una semplice avventura.
Un saluto dall’altra parte del mondo!
Da cinque mesi mi trovo nella parrocchia di Melga (Cochabamba) che mi ospiterà durante tutto questo anno. Qui insieme a me vivono don Fabio, missionario bergamasco in Bolivia da 10 anni, e Maria, missionaria in Bolivia da più di 30 anni. Insieme alle suore che prestano servizio in parrocchia, abbiamo alcuni progetti che da qualche anno i missionari portano avanti.
In particolare il “comedor diffuso”, grazie al quale abbiamo la possibilità di portare, per 4 giorni alla settimana, il pranzo nelle piccole scuole della nostra parrocchia.
Melga si trova a 3300 metri di altitudine e conta una trentina di comunità sparse sulle montagne; alcune di queste possiedono ancora una piccola scuola elementare, dove i pochi bambini si recano per ricevere l’educazione. Dovete sapere che queste scuolette sono composte da un solo maestro e da pochi alunni di diverse età (dalla prima alla sesta elementare) che insieme frequentano le lezioni. Il progetto del “comedor” ci permette di raggiungere ogni giorno (dal martedì al venerdì) una di queste scuole, per un totale di due volte al mese per ciascuna; portiamo ai bambini il pranzo (l’“almuerzo” in castigliano), che, dopo essere stato cucinato in parrocchia, viene consegnato caldo sul posto. Insieme ai bambini e al professore condividiamo l’almuerzo e, nel pomeriggio, ci fermiamo nella comunità per giocare, fare qualche attività e un momento di preghiera con i bambini.
Nelle nostre comunità, alle attività che vengono proposte, partecipano per la maggior parte i bambini visto che i loro genitori sono nei campi a lavorare. A dir la verità, non tutti i genitori lasciano venire i figli a giocare, perché anche i bambini e i ragazzi della nostra parrocchia, una volta terminate le lezioni al mattino, vanno nei campi a coltivare le patate o nei prati a far pascolare le pecore.L’occasione dell’arrivo dei missionari è, per loro, momento di felicità e svago, proprio perché durante tutto l’anno lavorano e solo in queste poche occasioni hanno la possibilità di giocare e condividere con i loro amici momenti un po’diversi.
In periodi particolari, poi, come la Pasqua appena trascorsa, raggiungiamo le comunità nel pomeriggio, dopo le attività con i bambini, per un momento di preghiera condivisa con le famiglie. Nelle scorse settimane, prima della Pasqua, abbiamo ripercorso il cammino di Gesù fino alla sua morte, pregando la Via Crucis.
Grazie all’aiuto di una suora, da un mese circa, rivolto agli adulti di alcune comunità, è partito anche il progetto di alfabetizzazione che aiuta i papà e le mamme dei nostri bambini ad imparare a leggere e scrivere.
Con la speranza di poterci aggiornare presto sulle attività della nostra parrocchia e avere notizie degli avvenimenti nei nostri paesi, auguro a tutti una buona continuazione. Un ringraziamento particolare a tutte le persone che, nonostante la lontananza geografica, ci fanno sentire il loro affetto e la loro presenza.
Alice Guerini