Il FAI è tornato in Media Valle. E, dopo il “passaggio” a Gazzaniga, in primavera, ecco che la Delegazione e il Gruppo FAI Giovani di Bergamo hanno voluto accogliere l’arrivo dell’estate con un weekend speciale fra i tesori nascosti della media Val Seriana. Un intero weekend, due giornate in due Comuni diversi, fra cultura e gusto.
Il primo giorno il palcoscenico è stato Cene. Qui, in collaborazione con il Circolo culturale “Insieme per Cene”, ha proposto un inedito itinerario tra i vicoli collinari del paese, per scoprire i toponimi in dialetto bergamasco, la torre e il castello, manufatti ed edifici antichi, tribuline e santelle devozionali, che raccontano le origini di Cene. Non prima di aver ammirato, nella sala del consiglio comunale, la mostra fotografica su Cene antica e nuova. Per la cronaca, prima dell’itinerario, un’introduzione storica a cura di Rosa Peracchi e un approfondimento sulle antiche cave del rinomato marmo grigio di Cene a cura di Franco Innocenti, direttore del Museo Etnografico della Torre di Comenduno. Al termine dell’itinerario, che ha visto la partecipazione di una settantina di persone, degustazione di prodotti tipici locali e l’esposizione di volumi di interesse storico e artistico dei ricercatori storici locali.
Il secondo giorno, invece, la barra è stata posta su Colzate. Qui, è stata proposta un’appassionante scoperta del santuario di San Patrizio, posto sopra Colzate, su uno sperone roccioso a circa 600 metri d’altezza, l’unico dedicato al santo irlandese (di origini scozzesi) in tutta l’Europa meridionale. Il culto sembra risalire al Medioevo, quando i mercanti di Vertova, che commerciavano lana e altre mercanzie in Gran Bretagna e Irlanda, conobbero il patrono irlandese e trasferirono il suo culto in valle (c’è anche chi sostiene sia stato un irlandese a visitare la Val Seriana, ma…). Inoltre, grazie alla collaborazione del Birrificio Endorama di Grassobbio, dopo la visita è stato possibile degustare un tris di birre. Per la cronaca, alle tre visite orarie hanno partecipato una sessantina di persone, molti dei quali non erano della zona, anzi, qualcuno veniva da fuori provincia. Apprezzato, in particolare, l’antico sacello, che racconta con i suoi affreschi cinquecenteschi, la vita di San Patrizio, e anche lo stupendo panorama mozzafiato sulla valle, dal porticato che circonda il complesso monumentale.
Significativo il connubio tra San Patrizio e la birra, perchè riporta alla mente la verdeggiante “Isola di Smeraldo”, l’Irlanda, di cui il santo è patrono.
G.P.