Il territorio bergamasco è ricco di chiese, chiesette, cappelle, santelle, edicole: segni di una religiosità diffusa e antica. La chiesetta di San Carlo al Castello è così chiamata in quanto in epoca lontana, probabilmente su questo colle sopraelevato rispetto al fondovalle, sorgeva un castello o un fortilizio. La chiesa risale al 1400 ed ha incorporata una antica torre che ora funge da campanile. La chiesetta a sua volta è poi stata inclusa nel cimitero monumentale di Gazzaniga, costruito nel 1930.

Per molti anni la chiesa ha custodito le bare dei defunti nei loculi ricavati nelle due navate laterali. E solo da poco è stata oggetto di un intervento manutentivo-conservativo che ha riconsegnato alla cittadinanza un’opera ricca di memoria storica. Ora, si presenta ad unica navata con la volta riccamente affrescata e un bell’altare che stupisce per la semplicità, ma di notevole fascino.

A proposito dell’altare, data la sua peculiarità architettonica, vanno spese alcune parole, considerazioni e chiarimenti.

Abbiamo già detto che la chiesa risale al XIII secolo e si presentava con una navata centrale e due laterali, poi occupate dai loculi. Nulla si sa dell’altare originale, mentre i restauri recenti hanno messo in luce e valorizzato un bell’altare in marmo nero e grigio di Gazzaniga, opera dei Manni del 1600. Con ogni probabilità, visto l’intero apparato e i semplici intarsi policromi, potrebbe essere stato eseguito dal capostipite Andrea con il figlio Bartolomeo, tra il 1640 e il 1660. Ciò si evince dalla semplice struttura architettonica che presenta due bei gradini di accesso in marmo nero a spigoli smussati, con semplici geometrici intarsi colorati, come i due gradini porta candelieri posti sopra la mensa, tutti eseguiti in marmo nero locale. Solo il paliotto centrale è in marmo grigio, sempre proveniente da cave vicine. Ai lati due grandi modiglioni neri a giro interno completano la gradevole composizione. Sopra si nota un grande quadro, di cui è stato eseguito lo strappo. Ai lati, quattro lapidi ricordano i caduti delle due guerre mondiali.

Da alcune settimane sul paliotto dell’altare è stato collocata una bella formella in bronzo in altorilievo di cm 60×50 che raffigura il miracolo in cui il Signore resuscita il povero i Lazzaro. La gradevole scultura completa ed arricchisce l’intero apparato lapideo.

Ora, la chiesetta si presenta ben ristrutturata e l’altare viene valorizzato sia dal marmo nero, sia dagli intarsi, sia infine dalla preziosa formella bronzea che completa e abbellisce l’intero complesso.

 

 

Angelo Ghisetti