Una stele a ricordo dei sette partigiani martiri

Ha fatto memoria la comunità di Vertova (e anche di Casnigo). Lo scorso 17 agosto, infatti, in Val Vertova, località Gaernai, si è tenuta la commemorazione ufficiale dell’eccidio, effettuato in due imboscate, del 17 e 22 agosto 1944, di sette partigiani da parte dei nazi-fascisti. Un tragico episodio della Resistenza, il cui ricordo si ripete ormai da 70 anni, sempre con grande partecipazione popolare, a dimostrazione che i valori di libertà, giustizia e democrazia non sono stati ancora scalfiti. Anzi, si rafforzano. E un segno tangibile è stata la cerimonia di quest’anni, dal titolo “Da banditi ad eroi”, organizzata dall’ANPI Val Gandino (sezione “Bepi Lanfranchi”) e dal Comune di Vertova.

 

La storia è riandata a pagine precedenti. A quel 16 agosto 1944, quando i partigiani svolsero un’azione alla stazione di Gazzaniga: fermarono il treno e prelevarono dei fascisti, poi fermarono anche un auto con quattro militari tedeschi, che portarono poi in montagna, con l’intenzione di fare uno scambio con alcuni partigiani in prigione a Bergamo. La reazione dei nazi-fascisti non si fece attendere e il giorno successivo iniziò una rappresaglia.

Il 17 Agosto 1944, infatti, iniziò rastrellamento nazifascista in Valle Vertova, in località Castello, causando la morte di 5 partigiani della Brigata “Camozzi”; l’azione continuò per alcuni giorni e altri due partigiani caddero sotto il fuoco dei nazi-fascisti il 22 agosto 1944, al roccolone del Monte Cavlera.

“Chi erano questi ragazzi? Per cosa lottavano? Chi li ha cercati e quindi uccisi? – si chiede il sindaco di Vertova Luigi Gualdi – Sono passati 70 anni e la storia ha sicuramento dato il suo giudizio: erano degli eroi. In particolare, una risposta esaustiva è stata data proprio domenica 17 agosto, in occasione del 70° anniversario dell’eccidio. Infatti, in località Gaernai, nella splendida cornice della Val Vertova, vicino alla lapide che già ne ricordava i nomi, si è tenuta la cerimonia di inaugurazione di un pannello descrittivo dei fatti che da oggi offrirà a chi passa in questi luoghi la possibilità di approfondire la storia di questi eroici caduti”.

Erano presenti una cinquantina di persone, fra cui il sindaco di Vertova Luigi Gualdi e il vicesindaco di Casnigo Simona Imberti (uno dei caduti era di Casnigo). Inoltre, il vicepresidente provinciale dell’ANPI (Associazione Nazionale Partigiani d’Italia) Martino Signori.

L’evento è cominciato con i saluti e i ringraziamenti e con la sottolineatura del valore morale della scelta di questi ragazzi ed è proseguito con la lettura degli articoli originali su questi eventi, pubblicati da Bergamo Repubblicana, giornale fascista dell’epoca, da parte del Presidente della sezione ANPI Valgandino Giovanni Cazzaniga. E’ stato evidenziato come la propaganda e l’ideologia del periodo fascista offriva ben poche possibilità di poter sviluppare un pensiero non allineato, vista la stretta censura che il regime operava anche nei paesi (a tal proposito è stato letto anche un articolo sulla requisizione delle radio agli abitanti di Vertova per aver coperto un’azione di disturbo verso i tedeschi). Questi articoli, scritti con linguaggio tipico della propaganda di regime, ben chiariscono come allora non era accettata nessuna voce fuori dal coro e che ogni azione contro il fascismo era punita con forza, come appunto avvenuto durante la rappresaglia della Val Vertova.

Sono stati poi aggiunti da Pierluigi Rossi, storico locale, nuovi dettagli sui fatti, frutto di un lavoro di interviste a superstiti e testimoni ancora vivi, che hanno fatto luce su molti aspetti della vicenda, a partire dai luoghi esatti dove vi sono stati i caduti, agli orari e allo svolgimento della battaglia, alle conseguenze per gli abitanti della zona (l’incendio delle cascine) e molto altro.

Questo il discorso letto dal sindaco di Vertova Luigi Guardi: “Nel 70° anniversario dell’eccidio abbiamo subito accettato la richiesta dell’ANPI di posizionare un pannello illustrativo dei fatti accaduti il 17 agosto 1944. Il pannello è stato realizzato dall’ANPI. L’amministrazione comunale di Vertova, invece, con i dipendenti comunali, ha effettuato il posizionamento del pannello. In questo dobbiamo ringraziare il signor Merelli proprietario del terreno dove già c’era la lapide con i nomi dei caduti e dove abbiamo posizionato il pannello. L’iniziativa ha soprattutto una valenza divulgativa. Tantissime persone passano per la Val Vertova, ma pochi conoscono i fatti accaduti. Forse i vertovesi, che l’hanno saputo dai nonni. Ma, poiché i testimoni di quegli anni sono sempre meno, si correva il rischio di estinguere la conoscenza dei fatti. Ebbene, sul pannello ci sono anche le foto di quei giovani, possiamo guardarli negli occhi. Ma cosa possono insegnare ai giovani di oggi? Viviamo tempi difficili, il 40% dei giovani è disoccupato, c’è un disinteresse per gli altri, per il sociale, ognuno cerca una propria realizzazione e tanti si mettono in disparte in attesa di tempi migliori. Anche quei caduti potevano fare così, stare a guardare cercando di non compromettersi con nessuno, aspettare tempi migliori. Invece hanno fatto un’altra scelta, pur sapendo che potevano perdere la vita, come poi è successo nel 1944 . Oggi a noi non viene chiesto il sacrificio della vita, ma la generosità dell’impegno nella vita sociale, nell’amministrazione, nei tanti gruppi di volontariato che operano nei nostri paesi, che hanno bisogno di nuovi giovani. Lo dobbiamo a loro, per poterli guardare negli occhi senza vergogna. Viva i caduti, viva i martiri”.

Chi è attento alla memoria del recente passato – fatto di scelte difficili e di sacrifici da parte di coloro che lottarono per portarci la democrazia – da oggi con questo pannello ha la possibilità di conoscere meglio anche questo importante episodio della Resistenza.

 

T.P.