Una serata a teatro, organizzata dall’Associazione Volontari e Sostenitori dell’Hospice di Vertova, per festeggiare i 15 anni dalla sua costituzione. E’ quanto verrà proposto sabato 11 novembre (giorno dell’”Estate di San Martino”), alle 21, presso la Sala Polivalente della Fondazione IPS “Cardinal G. Gusmini” di Vertova. Una rappresentazione teatrale, dal titolo “Questi siamo noi: il mostro, il bambino e la morte”, liberamente tratto dal romanzo “Sette minuti dopo la mezzanotte” di Patrick Ness. Sul palcoscenico Lucia Corna e Daniel Santantonio, giovani e intraprendenti attori diplomati alla Scuola del Teatro Stabile di Torino che, in uno stile a metà fra la narrazione e l’immedesimazione affrescano la vicenda dei protagonisti della piece. Presenta Carlo Paganessi.
In scena solo qualche elemento, ad abbracciare le voci e i corpi dei due attori: una vecchia poltrona e un “nido” di rami che creano luci e ombre danzanti. Una scena essenziale così come lo è l’atto di evocare, antico come il mondo eppure ancora così prezioso.
Un racconto ruvido e accecante come un diamante grezzo che illumina di un’unica luce il bene e il male. Di fronte alla morte siamo tutti innocenti, siamo tutti bambini. Conor ha tredici anni e la madre malata di cancro. È arrabbiato, triste e isolato dal resto del mondo a causa di un dolore che lo rende inavvicinabile. Di notte, invece, non riesce a dormire perché tormentato da un incubo tremendo di cui non ha mai fatto parola con nessuno. Ma qualcosa che viene da lontano, qualcosa di simile a un amico immaginario, prende vita e gli fa visita durante la notte. Un mostro con le sembianze di un tasso, il più importante tra gli alberi curativi che sembra però venuto solo per raccontare delle storie. Storie che si rivelano essere la medicina di cui Conor ha bisogno, perché contengono la realtà quando è troppo difficile accettarla, perché danno una direzione quando il buio è opprimente. Infine, Conor sarà in grado di raccontare la sua storia, la storia del suo incubo, e potrà finalmente fare la cosa più difficile: lasciare andare sua madre.
Uno spettacolo che racconta la morte in modo semplice, comprensibile anche da un bambino. La tragedia si trasforma in fiaba grazie all’immaginario di un ragazzino alle porte dell’adolescenza. Il dolore si proietta nelle sembianze di un mostro-albero, buono e cattivo al tempo stesso, “perché non c’è sempre un buono, Conor O’Malley, così come non c’è sempre un cattivo, perlopiù è una via di mezzo.” Conor vive tutti gli stadi del lutto: dall’ira, alla depressione, fino all’accettazione. Impossibile non empatizzare con la sua inadeguatezza: non esiste nessun manuale di istruzione che insegni cosa farne di un dolore che sembra capace di annientare il mondo intero.
Al termine dello spettacolo, un rinfresco.
“La nostra associazione – spiega Stefano Testa, presidente dell’Associazione Volontari e Sostenitori dell’Hospice di Vertova – è nata in concomitanza all’apertura dell’Hospice, operativo presso la Fondazione Card. Gusmini. In questi 15 anni (“di qualità della vita”) ha formato decine di volontari, che a tutt’oggi prestano gratuitamente parte del loro tempo a supporto dei malati in fase avanzata presenti in Hospice. L’attività del volontario – in un ambiente particolare come quello dell’Hospice – non può essere lasciata alla libera discrezione di ogni singolo volontario e, pertanto, si rende necessaria inizialmente un corso di formazione obbligatorio che prevede una formazione specifica, erogata gratuitamente dall’associazione per il tramite di formatori professionisti ed esperti, nell’ambito delle cure palliative, ed una serie di verifiche e confronti ricorrenti”.
A tal proposito ha da poco preso avvio il 6° corso di formazione per aspiranti volontari, che vede circa 90 persone coinvolte.
T.P.