VITTORIO ROSSI

“affiggente” a Cene per l’Eco di Bergamo

Vittorio Rossi, 73 anni, di Cene, un personaggio a tutti noto in paese, per via della sua originale “professione”, peraltro svolta in modo gratuito: da ben 46 anni affigge le pagine del quotidiano bergamasco L’Eco di Bergamo in una edicola appesa sotto il porticato di un’abitazione in via Matteotti 33. Un’iniziativa che porta avanti, con grande impegno e volontà, tutti i giorni, da ben 46 anni, rendendo un servizio importante per la sua comunità. A lui la redazione di Paese Mio ha deciso di porre alcune domande per conoscere meglio questa “attività informativa”, che è molto gradita in paese, soprattutto fra le persone anziane, abituate, come in tanti altri centri, a sostare alcuni minuti a leggere “le notizie in bacheca” del quotidiano bergamasco. Così come avviene tutti i giorni di fianco al portone della sede de L’Eco di Bergamo, dove anche lì, in una bacheca, sono esposte tutti i giorni le pagine del giornale.

 

Ma quando è nata questa iniziativa?

Io lavoravo all’ospedale di Gazzaniga, avevo iniziato nel 1961: prima in reparto, poi in portineria e, quindi, al pronto soccorso, coprendo i tre turni previsti. Qualche anno dopo, avevo anche superato l’esame per il patentino di infermiere generico. Ebbene, siamo all’incirca nel 1967, e in quel periodo ho iniziato a distribuire i giornali nei vari reparti. Credo di essere stato il primo a fare una simile iniziativa. All’inizio, mi avevano regalato una borsa a tracolla, poi un carrello. E così sono andato avanti per 7/8 anni. Tutte le mattine andavo a Gazzaniga, all’edicola Mismetti, per ritirare i giornali e, già prima delle 8, prima che la radio trasmettesse il telegiornale, ero in ospedale a distribuirli.

Poi, Vittorio Rossi apre un negozio di merceria, profumeria, proprio in via Matteotti,…in pratica era un mini-market…e diventa a tutti gli effetti un “affiggente”, cioè uno che affigge giornali sui muri…

Sì, dapprima appendevo le pagine del giornale sul muro vicino al negozio; poi, chiesto e ricevuto l’ok dai proprietari dello stabile, Corrado Azzola e Tiziana Casa, ho pensato che fosse più giusto e più funzionale trovare uno spazio esclusivo per affiggere le pagine del quotidiano. Magari vicino alle bacheche che contengono gli avvisi dell’Avis, dell’Aido, dei Cacciatori, degli Alpini, cioè delle varie associazioni che operano in paese, così da essere lette da molte persone, che già sostavano per leggere gli avvisi delle associazioni. Oltre ai proprietari, ho chiesto il permesso anche allo stesso L’Eco di Bergamo che, senza grandi problemi, mi disse di sì. Su mia iniziativa, feci costruire da un falegname di Albino una bacheca in legno, del costo di 70.000 lire, e la appesi al muro, sotto il porticato, a fianco delle altre bacheche. Da allora, e sono passati 46 anni, tutti i giorni io ricevo nel mio giardino il giornale, che mi “lancia” il “corriere della stampa”, quando passa verso le 6.30 del mattino, e nel primo pomeriggio (a questo orario, per non essere di disturbo alle edicole, che hanno così la possibilità di venderlo per tutta la mattina,) mi reco sotto il porticato, per affiggere le pagine del quotidiano. E, come ho detto, sono tanti coloro che si fermano a leggerle, anche gente in bicicletta o persone di passaggio, che si staccano un attimo dal marciapiede e sostano sotto il porticato.

Un bel servizio, non c’è che dire…

Non voglio che la gente perda questa abitudine. Sia d’estate che d’inverno, che faccia caldo o freddo, io arrivo sempre, nel primo pomeriggio, e appendo le pagine de L’Eco di Bergamo. Sono contento di quello che faccio, perché credo di fare un servizio per la comunità.

 

Tiziano Piazza