Nato nel 1990, cresciuto ad Albino, dove risiede tutt’ora, Mauro Magistrati è l’attuale presidente del Consorzio “Il Sol.Co del Serio” Laureato in Scienze Politiche e delle Relazioni Internazionali presso l’Università di Pavia, lavora nell’ambito della cooperazione sociale dal 2014. Responsabile dell’Area Socio–Assistenziale della Cooperativa Sociale Generazioni Fa, si occupa di servizi domiciliari per gli anziani ed è Coordinatore della Residenza Leggera per Anziani di Pradalunga. Inoltre, è componente del Consiglio Provinciale del settore Federsolidarietà di Confcooperative Bergamo. Forte il suo impegno nel volontariato: presidente della sezione ANPI di Albino dal 2011 al 2017, dal 2016 è presidente dell’ANPI provinciale di Bergamo e dal marzo 2022 fa parte del Comitato Nazionale; ed è presidente del Circolo ARCI Fratellanza di Casnigo. È stato consigliere comunale ad Albino del 2014 al 2019.
Da quando è presidente de “Il Sol.Co del Serio”?
Dallo scorso maggio, quando l’assemblea dei soci del Consorzio ha eletto il nuovo Consiglio di Amministrazione per il mandato 2022-2024, indicandomi come Presidente.
Come si è avvicinato a questa realtà?
La cooperativa di cui sono socio-lavoratore, Generazioni Fa, è socia del Consorzio e, dentro un percorso di avvicinamento dei giovani dirigenti delle cooperative associate avviato nel 2019, è nato il coinvolgimento nel Consorzio. Dopo la pausa connessa all’emergenza sanitaria, il Tavolo ha ripreso a lavorare ad agosto 2021, e dentro quel tavolo di lavoro si è ragionato anche del rinnovo cariche del Consiglio di Amministrazione. Con grande lungimiranza il CDA uscente, in particolare l’ex-presidente Stefano Pedrocchi e l’ex-vicepresidente Simona Brusamolino, ha creduto molto nel ricambio generazionale; e l’Assemblea dei Soci ha raccolto questa sfida scommettendo su un CDA che vede 3 nuovi ingressi su 6 componenti.
Da chi è composta questa rete di cooperative sociali?
Fare rete. Sostenere la comunità. Creare percorsi di accoglienza, assistenza e cura. Fare innovazione sociale. Muove da questi obiettivi la costituzione del Consorzio “Il Sol.Co (Solidarietà e Cooperazione) del Serio”, nato nel novembre del 2000 all’interno del percorso di spin-off del Consorzio provinciale della cooperazione sociale “Sol.Co” Bergamo che nel tempo ha promosso in Bergamasca diverse realtà (come “Il Sol.Co del Serio”) impegnate nei servizi socioassistenziali e educativi alla persona. Nato da cinque Cooperative Sociali della Val Seriana e Val di Scalve, negli anni “Il Sol.Co del Serio” ha esteso e differenziato le sue aree d’intervento e attività, presentandosi oggi come una tra le più riconosciute realtà consortili del territorio. Attualmente, sono sette le cooperative associate: Azzurra (Darfo Boario Terme), Calimero (Albino), Chimera (Albino), Generazioni Fa (Nembro), L’Aquilone (Vilminore di Scalve), La Fenice (Albino), Sottosopra (Parre). Dentro la rete c’è anche lo Sportello Mestieri Lombardia di Albino, Agenzia per il Lavoro accreditata da Regione Lombardia ed autorizzata dal Ministero del Lavoro all’erogazione di servizi al lavoro. Alcuni numeri: la nostra rete vede oltre 750 lavoratori, più di 500 soci, 20 milioni di fatturato nel 2021 e circa 8,8 milioni di investimenti delle cooperative sul territorio e nelle comunità negli ultimi cinque anni, compresi gli anni della pandemia dove il nostro sistema ha garantito servizi essenziali, non lasciando indietro nessuno. Le nostre cooperative (e non solo loro) sono state protagoniste nell’emergenza. Da anni suppliscono allo Stato che non riesce più a garantire servizi di assistenza e presa in carico dei bisogni dei cittadini.
Qual è l’organigramma sociale?
Il CDA eletto a maggio è composto da sei consiglieri: Alberico Albrici (Cooperativa L’Aquilone) come Vicepresidente, Rosa Lucia Tramontato (Cooperativa Calimero), Luca Birolini (Cooperativa Chimera) e, oltre al sottoscritto, altre due new entry che sono Silvana Catania (Cooperativa Sottosopra) ed Emanuela Bertocchi (Cooperativa La Fenice).
Quali le principali azioni in atto?
Nel 2017, il Consorzio è stato impegnato nella realizzazione e nella promozione del marchio “Ospitalità senza barriere-servizi per la residenzialità e il turismo”, con l’obiettivo di mappare l’area seriana per individuare strutture, pubbliche e private, accessibili alle persone con disabilità. E anche persone con fragilità di tipo cognitivo, anziani e famiglie con bambini piccoli. Così, lo scorso settembre 2022, da questo progetto si è stipulato, in Provincia di Bergamo, un “Protocollo d’intesa per la promozione di un turismo accessibile e inclusivo” che, mettendo in rete gli operatori turistici interessati, intende valorizzare e incrementare questa particolare clientela, cioè persone con disabilità e fragilità di varia natura. Dal 2016, poi, “Il Sol.Co del Serio” partecipa al progetto di Confcooperative e Diocesi di Bergamo che punta a sviluppare le equipe educative negli Oratori e nelle CET, come pure nel progetto DigEducati (triennio 2021-2024) che promuove attività per incrementare le competenze digitali di ragazzi tra 6 e 13 anni e dei loro adulti. L’area imprenditoriale gestita direttamente dal Consorzio è rappresentata da servizi di segretariato sociale territoriale e supporto amministrativo alla pubblica amministrazione. E poi c’è l’Happening delle cooperative, evento “storico” del Consorzio, giunto quest’anno alla sua 9^, dopo i due anni di stop: un evento di festa e socialità che lavora sulla coesione sociale e testimonia la presenza della nostra rete sul territorio.
Sono previsti progetti per il 2023?
L’Assemblea dei Soci ci ha conferito un mandato molto ambizioso, investendo nella rete, sia in termini economici che di capitale umano: coesione interna, maggiore infrastrutturazione del Consorzio (a questo proposito, è nata la nuova figura del Coordinatore Generale affidata a Stefano Pedrocchi), sviluppo imprenditoriale, service per le associate. Vogliamo istituire la figura dell’addetto alla comunicazione e al marketing a servizio della rete delle realtà associate: le cooperative sociali, infatti, tradizionalmente non sono molto brave a comunicare all’esterno quello che fanno, i progetti che seguono, i servizi che gestiscono. Invece, dobbiamo comunicare bene, se vogliamo essere riconosciuti come interlocutori non solo dalle amministrazioni pubbliche, ma anche dal mondo profit, dalle imprese e dal mondo del volontariato. Altra figura che abbiamo recentemente istituito è quella che si occupa di progettazione europea, per intercettare i vari bandi europei. Ci stiamo interrogando, poi, su due grandi emergenze: la crisi delle risorse umane e la crisi energetica. Su questo ultimo aspetto, è evidente che il nostro sistema fa fatica. Stiamo lavorando in perdita per non sospendere attività e servizi essenziali. I nostri bilanci 2022 rischiano di chiudere in rosso a causa del “caro energia” e con entrate che sono invariate. Ciò rischia di mettere in crisi la sostenibilità delle imprese cooperative, come quella di famiglie e imprese del nostro Paese, con conseguenze drammatiche per la tenuta sociale delle nostre comunità. Inoltre, ci sono due macro-temi a livello europeo, che dovremo intercettare di più: la filiera della green economy (unitamente al tema delle “comunità energetiche”) e la transizione digitale. La partita che “Il Sol.Co del Serio” vuole giocare è quella di declinare, a livello locale, il tema del cosiddetto “neo mutualismo”, ovvero il riconoscimento della reciproca interdipendenza che lega tutti gli attori sociali, ai quali viene chiesto di condividere non solo i mezzi, ma anche i fini di un’azione che non può che essere “comune”. Avviare vere e proprie economie di prossimità che sappiano coniugare protezione e sviluppo è forse il miglior modo per produrre innovazione sociale e benessere collettivo. E su questo ci impegneremo per la definizione di un nuovo “patto sociale” che veda coinvolti, in primis, gli Ambiti territoriali di Albino e Clusone.
Ha dei sogni nel cassetto?
Tanti, ma uno soprattutto: che venga finalmente considerato il lavoro delle cooperative e il lavoro di cura in particolare. Che la si smetta di guardarci, mi permetta, come “a quei quattro sfigati delle cooperative sociali”, perché è una visione distorta e caricaturale: siamo imprese sociali che producono profitti che vengono reinvestiti in progetti e servizi per le comunità. Come Terzo Settore generiamo innovazione come pochi settori produttivi nel nostro Paese, promuoviamo inclusione e benessere per le persone che incontriamo nei nostri servizi e nelle comunità in cui abitiamo (pensiamo soltanto a tutto il tema degli inserimenti lavorativi e all’importanza di cooperative come la Calimero), teniamo insieme, pazientemente, una trama sociale sempre più sfilacciata, siamo in continua formazione. E facciamo tutto questo con uno dei contratti di lavoro nazionali più bassi. Certo, abbiamo una grande motivazione, ideali forti che hanno radici lontane nella storia del mutualismo e della cooperazione. Ma questo non basta più: la mia generazione è in fuga da un settore dove gli educatori sono tra i laureati meno pagati d’Europa. Il nostro deve essere un “lavoro giusto” dove la persona possa costruirsi il proprio progetto di vita e provvedere alle proprie necessità; ma deve essere anche un “lavoro dignitoso”, dove esprimere il proprio potenziale di vita, sviluppando i propri talenti. “Lavoro giusto” e “lavoro dignitoso” devono stare insieme, se si vuole tenere fede al principio secondo cui il lavoro umano non è una merce.
T.P.








