400 anni e non sentirli. I frati cappuccini sono ancora una proposta nuova, fresca, coinvolgente
Un forte abbraccio e un lungo applauso ha salutato la chiusura dei festeggiamenti per il 400° anniversario della presenza dei Frati Cappuccini ad Albino. Un “palinsesto” ricco ed articolato, che si è sviluppato per un anno intero: dal 28 ottobre 2012, quando si è celebrata la Messa “di apertura”, nella chiesa di San Giuliano, alla presenza del Vicario Generale dei Frati Minori Cappuccini, padre Stefan Kozuh, e di tanti altri frati che hanno fatto parte della fraternità di Albino; fino allo scorso 27 ottobre, quando a chiudere i festeggiamenti è arrivato in città il vescovo di Bergamo mons. Francesco Beschi. Una grande giornata di fede e di amicizia fraterna, che ha avuto il suo momento culminante nella inaugurazione e benedizione della statua di San Francesco, posta davanti alla chiesa dei frati cappuccini. A seguire, la Messa di ringraziamento, nella chiesa prepositurale di San Giuliano, che ha chiuso ufficialmente i festeggiamenti dell’importante anniversario.
“E’ stato un anno fantastico, vissuto intensamente – spiega Fra Giansandro – Tanti sono stati gli eventi organizzati: momenti d’incontro, di dialogo, di preghiera, ma anche di festa, di arte e di cultura. Non possiamo non essere felici. Ma, quello che più ci rende felici, guardando a ritroso il 2013, è la grande partecipazione della gente. La nostra proposta ha inciso fortemente nella comunità, interessandola e coinvolgendola. La nostra esperienza è stata accolta con gioia e le nostre iniziative sono state vissute intensamente dalla gente. E quello che ha detto il vescovo Francesco Beschi, salutandoci lo scorso ottobre, è proprio in linea con questa percezione: ci ha dato quasi un mandato, quello di essere presenti e mostrare vicinanza alla gente, con fraternità e carità. E anche il nostro vicario della Provincia Lombarda Fra Sergio Pesenti ha sottolineato l’importanza della nostra vicinanza alla gente, del nostro incrociare la gente. Ha ringraziato il vescovo come “pastore buono e attento”, l’amministrazione comunale “perché il francescanesimo include tutti, anche chi lavora per il bene comune”, i sacerdoti della parrocchia “con i quali si è vissuta una comunione fraterna”. In pratica, i festeggiamenti per il nostro 400° anniversario di presenza ad Albino ha permesso alla gente di imparare a conoscerci per quelli che siamo, ma anche a scoprire la nostra storia. Una partecipazione intensa, pregnante, appagante”.
I festeggiamenti, dunque, hanno sottolineato la forte presenza, peraltro ben accolta, dei frati cappuccini ad Albino. Ma anche rimarcato le strade che questi devono seguire nei prossimi anni: essere una realtà a servizio della comunità, soprattutto dei poveri, cioè essere una presenza di fraternità; essere una realtà viva e intensa, che opera come San Francesco, in grado di parlare a tutte le generazioni. anche ai giovani.
E proprio l’ultimo evento dei festeggiamenti, cioè la “Missione Parrocchiale”, ha esaltato queste dimensioni francescane. I frati francescani sono entrati nelle case di Albino sullo slogan “Dammi da bere”, lo stesso che Gesù rivolse alla samaritana.
Un evento importante, perché non veniva proposto in città da quasi 40 anni. “La missione – continua Fra Giansandro – è stata un’occasione per lasciarci provocare dal Signore, dalla potenza della sua Parola, dall’azione santificante dello Spirito Santo che soffia perché ogni cosa sia buona. Proprio Cristo ha chiesto a ciascun parrocchiano di Albino la disponibilità a dissetarlo, ad accoglierlo in casa, in famiglia. Basta delegare ai frati e alle suore il compito di “portare acqua”. A tutti il Signore dice “è ormai tempo di svegliarvi dal sonno” (Rm 13,11), non perdete l’opportunità di incontrarlo”. L’obiettivo della missione è stato il voler incontrare la gente, i fratelli, quelli che dicono di essere praticanti, per parlare, discutere, magari riconvertirli, perché potessero essere più veri, più fedeli e più entusiasti nel vivere la fede. Bellissima, poi, l’esperienza nelle scuole, fra gli studenti, soprattutto quelli delle scuole superiori. Incontri informali nelle classi, come all’istituto “Oscar Romero”, che sono serviti per incontrare i giovani, ascoltarli, ricevere da loro dubbi e certezze”.
Alla luce di tutto ciò, non resta che affermare che, anche dopo 400 anni, i frati cappuccini sono ancora una realtà attuale, fresca, simpatica. La loro proposta di fraternità è ancora nuova, vera, capace di dare speranza. La stessa che ha acceso il Papa, scegliendo di chiamarsi Francesco.
Tiziano Piazza






