Per molti l’8 dicembre rappresenta oramai un semplice giorno di festa, una giornata di ferie che offre tutt’ al più la possibilità di un week-end lungo se, come quest’ anno, cade di lunedì.
L’origine della festa però, anche se a tanti pare sfuggire, è ben altra. Si tratta indubbiamente di una solennità della Chiesa Cattolica; una delle più importanti festività mariane del calendario liturgico, al pari di quelle di Maria Santissima Madre di Dio e dell’ Assunta, ricorrenze che si celebrano rispettivamente il 1°gennaio e il 15 agosto, date che nella società contemporanea è però più facile identificare come Capodanno e Ferragosto.
L’Immacolata Concezione della Beata Vergine Maria, celebrata l’8 dicembre, esattamente nove mesi prima della Natività di Maria che ricorre dunque l’8 settembre, rappresenta un dogma della Chiesa Cattolica, definito, attraverso la bolla pontificia Ineffabilis Deus, da papa Pio IX proprio l’8 dicembre del 1854, a conclusione di una millenaria vicenda dottrinale contraddistinta anche da furiose dispute teologiche e a ratifica di una tradizione comunque assai lunga nella storia della Chiesa.
Senza dilungarsi in discorsi spiritulai, va ricordato che è dogma un principio fondamentale di una religione, una convinzione assunta quale verità, incontrovertibile e che non può essere messa in discussione. In quello dell’Immacolata Concezione si afferma che la Vergine Maria, in quanto genitrice del Salvatore, fu preservata dal peccato originale sin dal momento del proprio concepimento e che non si macchiò poi mai di alcun peccato durante tutta la vita.
Collegate al dogma e quindi considerate come sue conferme dirette sono le apparizioni di Loudes avvenute fra l’11 febbraio e il 16 luglio del 1858, quattro anni dopo la bolla papale; più volte invitata a rivelare il suo nome, nella sedicesima delle sue diciotto manifestazioni presso la grotta di Massabielle, la Vergine Maria si palesa alla pastorella Bernadette Soubirous affermando: “Io sono l’Immacolata Concezione”.
Spesso molti oggi ignorano nozioni in tema di religione e sacralità che hanno invece rappresentato assai nelle vite dei nostri avi; tanta è stata la loro devozione che, sebbene analfabeti, ci hanno tramandato non solo culto e devozione; mentre noi, unitamente a fede e religiosità, talvolta abbiamo smarrito anche le tradizioni nonché il ricordo e la memoria stessa di quanti ci hanno preceduto, essi ci hanno lasciato un passato fatto anche di rappresentazioni pittoriche rivolte in particolare alla Madonna che adornano tribuline e santelle presenti quasi in ogni paese.
Il più importante luogo di culto della provincia dedicato a Santa Maria Immacolata è la chiesa meglio conosciuta come “delle Grazie”che, ben riconoscibile dalla sua cupola blu, sorge a Bergamo, lungo viale Papa Giovanni a breve distanza da Porta Nuova. Anche nella nostra valle, più o meno ben conservate, diverse sono le testimonianze di tanta antica fede verso l’Immacolata. Appariscente e ben tenuta è la Tribülina di Lömaghe che si trova in comune di Colzate, poco oltre il Santuario di San Patrizio, lungo la strada che conduce a Rezzo e a Bondo; in Valle Vertova, sul lato destro di Via Cinque Martiri, poco prima di via Palì, è altrettanto ben visibile la Tribulina di cui è proprietaria la famiglia Merelli (Domènec); posta in posizione elevata e particolarmente panoramica è la tribulina del Dossello, la contrada più alta di Orezzo; un’altra santella la si può incontrare in territorio di Cene, a metà dell’ antica mulattiera che dal ponte del Bellora conduce sul Monte Bue. Non mancano neppure affreschi, alcuni antichi e altri più moderni, dedicati all’Immacolata e realizzati sulle pareti di abitazioni private come ancora ad Orezzo in contrada Catabione, oppure a Fiorano, in via Sora, o anche a Vertova, in via San Carlo e nella centrale Piazza San Marco.
LG









