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“Se passasse in Valle del Lujo il “Giro di Lombardia” …

1 Novembre 2025
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“Se passasse in Valle del Lujo il “Giro di Lombardia” …
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Siamo alle solite. Non è possibile che per avere una strada degna di questo nome, libera da problematiche viabilistiche, con un sedime stradale decente e filante, adeguate reti di protezione dalle solite cadute di sassi, griglie della raccolta delle acque pulite, e tanto altro, si debba aspettare che qualcuno organizzi una gara di ciclismo di alto livello. Magari, come successo negli anni ‘90 con il passaggio del “Giro d’Italia” o del “Giro di Lombardia”. Sì, perché soltanto se si individua la SP 39 “Albino-Casazza” come sede di qualche gara ciclistica, allora sarà possibile rivedere una strada normale, attenti bene, normale, non perfetta.

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Infatti, soltanto con questa possibilità si possono vedere realizzate le giuste manutenzioni alla strada, che attualmente versa in uno stato di degrado. Due esempi? Grazie all’imminente passaggio del “Giro di Lombardia”, in verità dopo mesi di chiusura, la frana di Orezzo è stata sistemata a tempo di record (proprio il giorno prima, ndr), e il “serpentone” dei ciclisti è potuto salire a Ganda. Sempre in prossimità di eventi ciclistici di un certo livello, la pulizia dei pendii da erbe e piante incombenti,

Quindi, c’è da chiedersi: a quando una gara ciclistica di caratura nazionale o, magari, una classica “monumento” come il “Giro di Lombardia” che attraversa la Valle del Lujo? Già, perché solo così si potrà vedere un interesse concreto per questa strada, e si potrà rimettere in ordine alcuni tratti che appaiono dei “gruviera” di elvetica memoria, vere grattugie di asfalto, che così tanti danni alle gomme e alle carrozzerie delle auto hanno fatto in questi mesi e anni. Spero che, almeno stavolta, non ci siano coloro che additano la colpa all’inverno inclemente, alle condizioni atmosferiche infauste e oltremodo fuori stagione. Basta scherzare. Ma quando è piovuto in questi mesi?

Dai, guardiamoci in faccia, anzi cerchiamo di ricordare quanti sono stati gli interventi della Provincia di Bergamo su questa strada: proprio pochini e per giunta approssimativi, soluzioni tampone e non interventi sistematici o definitivi.

E’ da anni, soprattutto sulle pagine di questo mensile, che non si fa altro che sottolineare la precarietà della gestione di questa strada, attenti bene “strada provinciale”: se non ricordo male è proprio dall’ultimo passaggio del Giro d’Italia, era il 1996, quando passò per la Valle del Lujo la tappa a cronometro Cenate Sotto-Selvino, che non si è asfaltata tutta la strada. Da allora, una serie infinita di interventi tampone, rattoppi, rappezzi, asfaltature di emergenza per sistemare e nascondere avvallamenti e fessurazioni, colate di catrame in buchi sulla strada, peraltro fatte a freddo, che dopo due giorni svanivano. E così siamo andati avanti per anni.

Certo, qualche muro di contenimento è stato rifatto, ma era oltremodo necessario, perché “bombato” ormai, prossimo al cedimento sulla strada (vedi oltre Casale) ; qualche taglio dell’erba realizzato con scavallatori più potenti, e con la necessaria pulizia post-intervento (in verità, proprio nei giorni scorsi, ndr); ma nulla sulle fessurazioni dell’asfalto, sugli avvallamenti (pericoloso quello a Gotte, all’incrocio con via Ponte Lujo e via Colle Gallo, ndr), sii cedimenti della strada (pericoloso, perché di recente insorgenza, quello a Gavazzuolo appena prima della fermata del bus per chi scende, ndr), sui tombini “sotto-elevati” che provocano salti improvvisi delle auto (vedi zona Cereto-Gavazzuolo) e che, per evitarli, si va sull’altra corsia, come nella curva cieca di Gavazzuolo (pericolosissima!!!), sulle improvvise cadute di sassi, provenienti dai versanti scoscesi (come a Casale, ndr), sulle piante incombenti in località Cereto e Gavazzuolo, …e via discorrendo.

A sollevare le problematiche di questa strada sono sempre i residenti, per esempio quelli di Ponte Lujo, che lamentano la pericolosità di un tratto di strada, di circa 100 metri, che dalla via Lunga arriva all’intersezione con via Gerradini. Un tratto a forte rischio sia per gli automobilisti sia per i coraggiosi pedoni che la percorrono. Un tratto oltremodo pericoloso, per la ristrettezza della carreggiata, il ridotto margine di manovra, l’assenza di guard-rail. Tutte condizioni che obbligano spesso gli automobilisti, quando le auto si incontrano nei due sensi di marcia (chi sale e chi scende), a brusche frenate, per definire la precedenza del passaggio.

Ma guardiamo ai guard-rail, soffermiamoci su questo importante arredo stradale: in Vlle del Lujo la SP 39 offre un campionario di grande effetto, quello dell’abbandono: molti sono di vecchia data, dalle altezze “mignon”, veramente bassi; altri sono più alti; altri ancora hanno ricevuto l0altezza ottimale con aggiunte di barriere. Ma cosa più grave è che in molti tratti di strada, quelli pericolosi, perché in discesa, come a Dossello, i guard-rail non esistono. Perché?

Un applauso ai ciclisti, sono loro soprattutto a segnalare i guai della SP 39; i ciclisti della domenica, che “solcano”, è proprio il caso di dirlo, questa strada, ormai a loro rischio e pericolo, inventandosi nuovi tipi di discesa, salite a zig-zag, per evitare i sassi che si fermano sulla sede stradale, dopo essere caduti dai versanti. Questi, stufi da tanto pericolo, hanno stigmatizzato la situazione con fotografie emblematiche, indirizzate anche ai giornali. Ma, a quanto pare, nulla si muove: e pensare che molti amministratori comunali sono residenti in Valle del Lujo, …

Servono, quanto prima, sopralluoghi, verifiche dirette, ma soprattutto investimenti chiari e forti, non interventi tampone. Boh, che si faccia qualcosa, la Provincia di Bergamo, come titolare della gestione della strada, il Comune di Albino, come ente che deve quanto meno segnalare le criticità, per salvaguardare l’incolumità dei suoi cittadini residenti. O dobbiamo aspettare il “Giro di Lombardia”?

Ah, come già successo alcuni anni fa per la “Granfondo Felice Gimondi”, siccome la strada non era sicura, il percorso è stato dirottato in Valle Rossa, fra Bianzano e Cene.

 

Andrea Bonomi

 

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