Non pensavo di dover comunicare quello che sto per dire ma è giunto il momento di farlo. D’altronde, uno che ha fatto della comunicazione il proprio mestiere non poteva esimersi dal farlo: al 99%, da gennaio 2026, le edizioni cartacee di Paese Mio non verranno più pubblicate mentre la versione online continuerà ad esistere.
La motivazione di tutto ciò è molto semplice: dopo 42 anni e 10 mesi di onorato servizio è giunto il momento del meritato riposo (leggi PENSIONE). Tutto nasce a settembre dello scorso anno quando feci l’ispettiva tra Inps e Inpgi (i due istituti previdenziali che mi daranno l’assegno pensionistico). Dopo varie peripezie mi venne detto che a gennaio 2026 (giorno più, giorno meno) avrei maturato l’età lavorativa adatta per avere la pensione anticipata in cumulo. Avrei dovuto ricontattare l’ufficio preposto a settembre di quest’anno per presentare la domanda. Ovviamente, così ho fatto; mi è stato comunicato che, probabilmente, prima di percepire fisicamente l’assegno mensile della pensione passeranno un paio di mesi….(burocrazia). Per la verità, quest’ultimo fatto mi venne comunicato l’anno scorso durante l’ispettiva. A quel punto feci un ragionamento: continuo a lavorare fino a giugno 2026 così non rimango “scoperto” da entrate sicure mensili. Così, molti rinnovi pubblicitari sono stati fatti non per un anno ma per 18 mesi, fino, appunto a giugno 2026. Ad oggi, Paese Mio ha in “cassa” ben 40.000 euro fino a giugno 2026…..Ma tant’è! Più si avvicina la data di gennaio più aumenta la voglia di mollare tutto e godermi ogni momento di vita che il buon Dio a deciso di concedermi!
Di conseguenza, largo ai giovani. Se vogliono continuare con il mio lavoro hanno un “piccolo” capitale da cui iniziare, altrimenti, pazienza. Certo, mi mancherà non vedere più fisicamente “il mio bambino cartaceo”. Ripeto, Paese Mio continuerà ad esistere a livello online e social, un modo per continuare ad essere informato su ciò che succede a livello locale.
Doveroso concludere queste poche righe con i dovuti ringraziamenti. Per prima cosa voglio ringraziare tutte le persone (giornalisti, grafici, tipografie) che hanno reso possibile la realizzazione del giornale. Così come tutte le Amministrazioni Comunali con cui ho collaborato in questi venti anni di attività: i sindaci (indipendentemente dal loro “colore” politico), gli amministratori locali e tutti gli uffici comunali. Un altro Grazie deve essere rivolto a tutti quegli inserzionisti che mi hanno accompagnato in questi anni: un nome su tutti, GB Impianti Elettrici di Albino ma solo perché è stato l’artigiano che mi ha dato fiducia fin dal primo numero di Paese Mio. Diversi altri clienti sono presenti sui giornali da venti, diciotto, quindici e dieci anni; personalmente li ringrazio uno ad uno, ma pubblicamente non è possibile fare. Molti di questi inserzionisti, nel tempo, sono diventati anche degli amici. Qui ne voglio ricordare uno, Roberto Zanga (Zanga immobiliare) che ci ha lasciati nel 2020 dopo lunga malattia. Fosse ancora fra noi, non solo l’immobiliare Zanga sarebbe inserzionista di Paese Mio ma, domattina avrei un appuntamento per bere il caffè.
Infine, la mia più profonda gratitudine va a TUTTI i lettori di Paese Mio. Sono loro che hanno reso interessante la testata, non solo scrivendo alla redazione delle lettere al direttore o gli annunci della rubrica “Il Mercatino” ma parlando di Paese Mio dal fornaio piuttosto che dal parrucchiere, dal fruttivendolo o per la strada stessa. Più di un inserzionista, prima di firmare il contratto pubblicitario mi ha detto che anche Lui doveva essere presente sul giornale che vede in “giro” e che ne sente parlare ovunque.
Questo aspetto, come le telefonate in redazione per la mancata distribuzione (avvengono tuttora!) e tanti altri ancora mi hanno fatto capire nell’arco del tempo che Paese Mio era sì uno strumento di lavoro, ma un qualcosa di “utile” e non superfluo per la società.
Paolo Salamoni







