Chiesa di pietre vive
E’ passato già più di un mese da quel 6 settembre, quando si è celebrato l’anniversario dei 180 anni della dedicazione della chiesa prepositurale di San Giuliano. Ma da più parti, e in varie occasioni, sono tanti coloro che ricordano questo evento, presentato alla comunità con il titolo “Chiesa di pietre vive”. Un evento che ha toccato le corde del cuore di tante persone, se è vero che ancora oggi sono tanti quelli che sottolineano alcuni momenti della festa, alcune iniziative del programma.
Certamente, un momento di chiaro richiamo religioso, ma, sebbene inserito nella più festaiola e ludica Festa dell’Oratorio, ha saputo ritagliarsi uno spazio tutto suo, fatto di storia, di fede, di senso di appartenenza alla comunità, di condivisione.
E, in effetti, erano tanti i fedeli accorsi domenica 6 settembre alla Messa per l’anniversario dei 180 anni della dedicazione della chiesa prepositurale di San Giuliano: una solenne concelebrazione liturgica, presieduta dal prevosto don Giuseppe Locatelli, alla presenza dei sacerdoti nativi della parrocchia e quelli che hanno condiviso un tratto del loro ministero sacerdotale nella comunità di Albino. Una Messa molto partecipata, che ha visto la chiesa “scaldarsi” con la presenza di tante persone, e che ha vissuto momenti toccanti, come la benedizione, fra i fedeli, con l’acqua del fonte battesimale, ma soprattutto, al canto del Gloria, l’accensione di 12 lampade ad olio ai piedi delle 12 colonne della chiesa, come a richiamare la cerimonia di dedicazione della chiesa fatta a suo tempo.
“E’ bello sentirsi dentro la storia di un luogo, di un tempo – ha detto don Giuseppe Locatelli – ma forse è più bello accorgersi che la storia di un popolo ce la portiamo dentro, nel nostro cuore, nella nostra storia personale. Tante piccole persone come noi l’hanno costruita, e per i cercatori di verità arriva il momento di scoprire che a nostra volta siamo il frutto della storia. E’ anche la nostra storia di Chiesa”.
T.P.






