I Carabinieri in congedo di Albino ricordano il “Poliziotto buono”
Mi diceva un amico sacerdote: “tutti siamo bravi, pochi sono i buoni, eccezionali sono i Santi”. Mimmo Tambone era buono, non perché non è più con Noi, come impone una frase di rito. Mimmo ha saputo essere buono concretamente. “L’aiuto da te profuso a chi stava nella necessità, mai hai atteso un grazie, nè pietà….. mani forti a cui aggrapparsi, mani grandi per accarezzare smisurati dolori e colmare i vuoti in vite spaurite intrecciate alla Tua”. La sua bontà era tutta condensata in queste frasi vere. E allora l’associazione Carabinieri di Albino, lo scorso 17 maggio, ha ricordato Mimmo presso la chiesetta della Madonna della Neve, in località Bondo Petello, dove è posto il quadro del Servo di Dio Salvo d’Acquisto, vicebrigadiere dei Carabinieri, di cui quest’anno ricorre il settantesimo anniversario del suo martirio. Una cerimonia semplice, ma molto toccante. A celebrare la Santa Messa è stato chiamato padre Damiano, dei Frati Cappuccini di Albino. Erano presenti la moglie di Mimmo, la signora Adriana, con i figli, i parenti e tanti amici, gli Ispettori Capo della Polizia di Bergamo Conte e Gallo, il M.M.A. in pensione di Albino Paolo D’Agni. Ha accompagnato la Santa Messa il Coro Polifonico della chiesa prepositurale di San Giuliano di Albino.
Padre Damiano, nell’omelia, ha sviluppato la tematica dell’amore nella morte, che una ragazza del coro, dopo la Comunione, ha commentato con la seguente poesia di G.Giacomini:
Non si spegne
il sacro fuoco dell’Amore
anche se il mio cuore
è trapassato da una spada.
O notte profonda e oscura,
prestami occhi miti e calmi
affinché Io possa piangere
lacrime di tenerezza.
Oh luna generosa, consola
con il tuo santo splendore
la mente intrepida
che cerca l’eterna primavera.
E tu che leggi posa una
mano sul mio capo che ha raccolto
un dolcissimo canto di morte
per riportare Amore nel cuore.
Giovanni Bonaita






