Non si sono ancora spenti gli echi dei festeggiamenti del suo ingresso nella comunità parrocchiale di San Zenone, a Cene, avvenuta circa tre mesi fa, che già il nuovo parroco don Guido Sibella è una presenza concreta e fattiva sul territorio cenese. Tutto quello che si sapeva del suo ministero a Barzizza, dove ha retto la parrocchia di San Nicola da Tolentino per ben 12 anni (in precedenza aveva seguito per nove anni la pastorale giovanile e l’oratorio a Pedrengo), si è concretizzato in poco tempo anche a Cene. Incontri, riunioni, momenti di ascolto, per conoscere la nuova realtà parrocchiale: tanto lavoro, grande impegno, svolto sempre con discrezione e riservatezza, con gioia e un sorriso, che è sempre stampato sul suo viso affabile e sereno.
A lui la redazione di Paese Mio chiede un commento in vista delle prossime festività natalizie, e un giudizio della sua nuova parrocchia. Non dimenticando di augurare a lui un sereno Natale.
Come si presenta la comunità di Cene?
E’ soltanto tre mesi che sono presente a Cene, e pertanto lo stile che mi sono dato è quello dell’ascolto, dell’impegno all’ascolto, fra la gente, le associazioni, i gruppi di volontariato, le società sportive, per capire la nuova realtà dentro la quale devo operare. A pelle, il primo impatto, è stato molto bello. L’impressione che ho ricevuto è quella di una comunità che aveva una grande attesa. Il primo mio dovere, dunque, è stato quello di ascoltare la comunità, di contattarla in tutte le sue forme e manifestazioni, per conoscerla e incontrarla. La gente ha voglia di conoscermi, ma io stesso ho voglia di conoscerla. Siamo vogliosi entrambi, certamente di continuare un cammino insieme: prima c’era don Camillo, ora ci sono io. Ovviamente, il cambiamento porta a delle aspettative, ma spero che porti soprattutto nuova linfa, nuovo slancio, nuove idee e nuove energie, per far bene insieme.
Nello specifico, come le sembra la comunità parrocchiale?
Tanti gruppi, una bella rete di presenze e realtà che operano in diversi settori, con generosità e spendendosi per gli altri. C’è tutto e di più. Non abbiamo una Caritas parrocchiale, ma nel contempo un ottimo gruppo di persone che operano sugli stessi binari e obiettivi della Caritas. Il merito di questa attenzione è di don Camillo, che apriva la porta a tutti, italiani e non, ascoltandoli e aiutandoli. Comunque, c’è sempre in chiesa parrocchiale una cesta, per la raccolta di generi alimentari. Anzi, ho voluto fare di più: prima si portava quello che uno voleva, ora invece, con l’inizio dell’Avvento sono partite le raccolte “tematiche” di generi alimentari. Ogni domenica, dal 27 novembre fino a Natale, la gente potrà consegnare specifici alimenti: la prima settimana, riso e pasta, poi, latte e biscotti, poi ancora tonno e scatolame e , infine, olio e marmellate. Problemi, quindi, non ce ne sono; forse siamo un po’ carenti di catechisti, questo è vero: pertanto, un appello, “cercasi catechisti”, soprattutto per la pastorale giovanile. E un augurio, che anche i maschietti abbiano voglia di fare i chierichetti: attualmente, sono di più le ragazzine.
E la partecipazione alle funzioni religiose?
Dicono che ci sia stato in questo periodo un aumento dei fedeli in chiesa, per le Messe. Bene!, ma non vorrei che sia solo la novità del mio arrivo a suscitare la voglia di andare a Messa. Lo vedo anch’io: i banchi sono pieni, ma vorrei che sia sempre così. Ma ho un po’ di dubbi sulla tenuta di questa presenza domenicale. Comunque di lavoro da fare ce n’è: bisogna essere credibili, per ravvivare la partecipazione della gente alla vita parrocchiale. Questo è uno dei miei obiettivi. Comunque, non sono solo nella mia opera pastorale: mi aiuta don Santo Baratelli, un prete pensionato, che mi affianca soprattutto nelle confessioni, nelle Messe e nelle visite alla Casa di Riposo.
E qual è la realtà dei giovani?
Devo constatare, come del resto capita in altre realtà parrocchiali, la scarsa partecipazione dei giovani dopo aver ricevuto il Sacramento della Cresima e la quasi completa sparizione dei giovani dopo i 18 anni. Gli adolescenti tengono bene, ma si deve intervenire su altri target di giovani, che si stanno allontanando, cercando di capire i loro problemi. Attualmente, i bambini delle elementari fanno catechismo al sabato mattina; i ragazzi delle medie al mercoledì pomeriggio; e gli adolescenti al lunedì sera.
Come le sembra la realtà dell’Oratorio?
Funziona bene, c’è una forte vivacità: merito di alcune strategie, che hanno permesso di coinvolgere non solo i più piccoli, ma soprattutto i ragazzi, i giovani e addirittura gli adulti. Del resto, la presenza degli adulti in Oratorio è linfa per i giovani: sono le famiglie l’anima dell’Oratorio; sono loro che collaborano alla buona riuscita delle iniziative e delle manifestazioni che vi si organizzano.
Quali sono i momenti forti di questo Natale 2016?
Innanzitutto, il’8^ edizione di “…un Magico Natale a Cene”, la kermesse di festa che punta a vivacizzare il periodo delle festività natalizie, proponendo diversi ad ogni weekend spettacoli di danza e di musica, eventi sportivi, iniziative merceologiche, attività ludiche, mercatini, presepi e intrattenimenti vari. Già conoscevo questo evento, per esserci stato con i miei giovani di Barzizza. E, appena sono arrivato a Cene, è stato naturale essere catturato dal clima di attesa che anima i preparativi. Così, fin da subito ho dato la disponibilità della parrocchie e dell’oratorio ad essere parte attiva dell’evento, con l’obiettivo di coagulare ancora di più la comunità di Cene, appunto con la presenza fattiva e operativa della parrocchia nell’organizzazione dell’evento; anzi, prendendo in mano la regia delle operazioni. Così, “…un Magico Natale a Cene” è diventato “…un Magico…Santo Natale a Cene”, dove l’aggiunta dell’aggettivo “Santo”, sta ad indicare una connotazione non solo festaiola, ma anche di senso, facendo sottendere richiami anche religiosi alla festa. La location della festa, dunque, è l’Oratorio, che ospita la pista di pattinaggio al coperto; e sempre in oratorio è stato creato il “Villaggio Natalizio”, completamente coperto e riscaldato; e il Maso dei Volontari è stato adibito a bar e angolo-merende, proprio accanto alla pista.
E le altre iniziative per le feste natalizie?
Alla Vigilia, alle 23, del 24 dicembre, prima della Messa di Mezzanotte, ci sarà una veglia di preghiera; poi, verrà allestito un presepe vivente; dopo la Messa, i tradizionali auguri di Buon Natale, con i volontari dell’Avis e dell’Aido, gli alpini e altre associazioni presenti. L’ultimo giorno dell’anno, poi, tradizionale “Festa delle Famiglie”, in Oratorio, in attesa del Nuovo Anno. E, non dimentichiamolo, una concreta attenzione verso le popolazioni che sono state colpite dal dramma del terremoto: parte del ricavato de “…un Magico…Santo Natale a Cene”, mediante la Caritas Diocesana, sarà destinato alle popolazioni del Centro Italia colpite dal sisma.
Tiziano Piazza








