Ormai, la sua attività è conosciuta sul territorio albinese. Il gruppo “Albino in Transizione” è uscito dalla sua fase costitutiva e sta piana piano proponendosi nella comunità, presentando nuovi possibili stili di vita, in rapporto al tema della sostenibilità ambientale e dei meccanismi socio-economici che producono ingiustizia, nuove “buone pratiche” che puntano a instillare nell’agire quotidiano nuovi approcci relazionali, più sobri, più sostenibili, in linea il movimento britannico delle “Transition Towns”. In pratica, un modello di sviluppo economico più compatibile con l’ambiente, meno impattante, più soft, che guardi anche alle sue ricadute sul tessuto sociale.
Ebbene, fra le tante iniziative di sensibilizzazione sulla bontà e freschezza di questo possibile cambiamento culturale, si distingue l’incontro che i volontari di “Albino in transizione” hanno programmato per venerdì 20 ottobre, alle 20.45, presso la sala-riunioni della Comunità Montana Valle Seriana: una conferenza con Pietro Raitano, direttore della rivista Altraeconomia, sul tema “Partire dai fatti per promuovere un cambiamento consapevole”.
Nata nel 1999, la rivista Altreconomia pubblica inchieste, reportage, interviste e approfondimenti sul sistema economico e il suo funzionamento, coniugando rigore, chiarezza e imparzialità. Inoltre, dedica ampio spazio alle cosiddette “economie solidali“, ovvero tutte quelle attività imprenditoriali capaci di rispettare diritti, ambiente, benessere, in Italia e nel mondo. Il suo intervento verterà sul fatto che un nuovo modello di sviluppo è possibile: contro quello “classico”, legato esclusivamente alla crescita economica, che in breve ha causato il collasso dei sistemi naturali, si può proporre un modello alternativo, più sostenibile e compatibile con l’ambiente, che riesce a conciliare crescita economica ed equa distribuzione delle risorse. Ma bisogna “costruire” questo sguardo nuovo, alimentarlo, animarlo continuamente, mediante “buone pratiche”, che coinvolgono i cittadini in un cambiamento culturale, ma anche mediante nuovi “punti di leva”, che interessano scelte strategiche, quasi sempre politiche, più sensibili e attente alle ricadute socio-economiche.
Ti.Pi.








