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Benedetta Giolo, violoncellista

17 Ottobre 2018
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Benedetta Giolo, violoncellista
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E’ giovane, ha solo vent’anni, ma con un talento straordinario, tale da farle ottenere un risultato d’eccezione. Benedetta Giolo, di Bondo Petello, è la prima donna ad ottenere, dopo trent’anni, il diploma di violoncello con la valutazione di 10 e lode. E’ successo la scorsa estate, presso il Conservatorio “Giuseppe Verdi” di Como, dove, sotto la guida del maestro Daniele Bogni, è riuscita a conquistare questo ambito risulato. Un diploma importante, una valutazione prestigiosa, che ripaga di tanti sacrifici; ma per Benedetta, caparbia e volitiva, il tanto agognato diploma non è un traguardo, ma un punto di partenza, verso nuovi successi, sulle strade della musica.

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Come si è avvicinata alla musica?
Da sempre la musica nella mia famiglia “è stata nell’aria”, tutti suonavano uno strumento e così probabilmente qualche vibrazione è arrivata anche a me. Anche se, a dire il vero, sono nata come aspirante cantante dello Zecchino d’Oro e, a tre anni, sono stata catapultata alle finali interprovinciali di Bergamo, Brescia, Mantova e Cremona, dove ho conosciuto il mitico Mago Zurlì. Ho avuto anche un piccolo trascorso in un coro di bambini ed ho raccolto “stelle” in una scuola di balletto classico, fino a quando, a sei anni, ho capito che la mia strada con la musica era un’altra. Anche se in famiglia flauto, clarinetto e pianoforte erano ben rappresentati da papà, zii e cugini, io avevo un’idea diversa: volevo suonare l’arpa. Lascio immaginare quali potessero essere i problemi di natura logistica ed organizzativa, oltre alla difficoltà di trovare un’insegnante che potesse avvicinarmi a questo strumento così particolare; così, come scelta alternativa, il famoso “piano B” mi ha fatto propendere per il violoncello.

Come si è sviluppato il suo percorso musicale ?
Naturalmente, essendo una bambina piccola, i miei genitori mi hanno procurato un violoncello su misura. Da lì, ho iniziato il mio percorso violoncellistico, prima presso l’Istituto Musicale “Gaetano Donizetti” di Bergamo, poi al Conservatorio “Giuseppe Verdi” di Como; anni di studi, intensi e impegnativi, che a volte mi facevano nascere anche qualche dubbio su quello che avrei voluto fare in futuro: non nego che più di una volta ho pensato di smettere e di iscrivermi all’Università, desiderando una carriera lavorativa più stabile, dato che nel contempo frequentavo il Liceo Scientifico “Amaldi”, ad Alzano. Poi, ecco un rilancio delle motivazioni, che sono aumentate via via, fino a portarmi al conseguimento del Diploma in Violoncello, sotto la guida del Maestro Daniele Bogni, il 2 luglio scorso.

E dopo il “10 e lode” cosa farà?
Tutto è arrivato in maniera naturale, e oggi mi trovo con la convinzione che vorrei provarci con la musica e portare Albino in giro per il mondo. Intanto, già nel 2016 sono stata selezionata come primo violoncello dell’Orchestra Regionale dei Conservatori della Lombardia e del Canton Ticino, con cui ho vissuto una bellissima esperienza sotto la direzione del Maestro Aldo Ceccato. Poi, nel novembre scorso, sono stata selezionata dalla Scuola di Musica di Fiesole (FI), per partecipare all’Orchestra Giovanile Italiana, in qualità di primo violoncello e concertino, formazione con la quale sto vivendo un anno entusiasmante, non soltanto dal punto di vista musicale – mi sto confrontando con alcuni dei grandi capolavori orchestrali sotto la direzione dei più importanti direttori al mondo – ma anche dal punto di vista umano: siamo ragazzi dai 20 ai 25 anni e rappresentiamo quasi tutte le regioni d’Italia, ognuno con un proprio modo di intendere la musica, ma perfettamente accordati ed in sintonia quando suoniamo insieme; un crogiolo di accenti e di ricette tipiche, da scambiarsi e sperimentare in ogni tournée.

Quindi, sta già lavorando?
Recentemente, ho avuto la fortuna di collaborare come violoncello di fila con l’Orchestra Sinfonica “Giuseppe Verdi” di Milano e l’Orchestra Regionale della Toscana. Oltre alla formazione orchestrale, ho avuto modo di confrontarmi con formazioni cameristiche, partendo dal duo con pianoforte, trio, quartetto d’archi, quintetto e sestetto, affrontando alcune delle più belle pagine di musica che siano mai state scritte. Poi, ho avuto modo di esibirmi nelle più importanti location della musica italiana: Teatro Donizetti di Bergamo, Teatro Dal Verme di Milano, Teatro del Maggio Musicale Fiorentino, Piazza del Duomo di Spoleto, Teatro Bibiena di Mantova.

E gli studi continuano?
Attualmente, sto studiando per poter accedere ad un corso di alto perfezionamento all’estero – in Italia purtroppo le orchestre stanno chiudendo e le scuole di musica non riescono più a tenere il passo con quelle europee – sperando, perché no, un giorno di ritornare nella mia città e potermi esprimere al meglio qui.

Fra concerti e lezioni di musica, riesce a trovare un po’ di tempo libero?
Certamente. Nel mio tempo libero amo leggere e collezionare libri, soprattutto grandi classici della letteratura, che conservo gelosamente nella libreria della mia cameretta – tutti catalogati ed ordinati per edizione e autore – ed amo viaggiare e visitare città nuove.

Vuol salutare qualcuno?
Se ho ottenuto tutte queste soddisfazioni (che sono solamente un punto di partenza verso nuove sfide) lo devo in primis ai miei genitori e alla mia famiglia, che mi hanno accompagnato e sostenuto con dedizione e passione in questo mio percorso. Un ringraziamento speciale, poi, lo devo al mio Maestro Daniele Bogni – e a tutti i miei insegnanti del Conservatorio – perché forse ora, senza la sua guida, non sarei qui a raccontare questa bella storia.

Ti.Pi.

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