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Alloggi protetti un anno dopo, una ricca esperienza di condivisione

11 Dicembre 2018
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Alloggi protetti un anno dopo, una ricca esperienza di condivisione
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Arrivano alla spicciolata, chi con la borsa della spesa, chi camminando con il suo bastone, chi da solo e chi in coppia. Siamo nel salone della “Casa Honegger” e incontriamo gli inquilini dei quattro alloggi protetti inseriti nella palazzina di via Crespi, prospiciente la casa di riposo, a suo tempo di proprietà delle sorelle Piccoli, ma che dallo scorso anno sono stati acquisiti e riqualificati dalla Fondazione Honegger, che li ha messi a disposizione della comunità albinese.
“Albino non ha mai avuto questo servizio – spiega la responsabile degli alloggi protetti Dott.ssa Emanuela Carnazzi – Un servizio strategico, perché rappresenta una realtà abitativa intermedia, fra la piena e autonoma domiciliarità e il ricovero in casa di riposo. Già da un anno i quattro alloggi sono occupati, e ci sembrava giusto, al loro primo compleanno, far raccontare a questi inquilini la loro esperienza, e ricevere eventuali consigli sulla strutturazione degli alloggi, sui servizi forniti dalla RSA, sui loro bisogni, per migliorare sempre di più il servizio”.
Eccoci, allora, con gli inquilini, tutti attorno ad un tavolo, per un’intervista: Stefano Colombi, 87 anni, di Albino, che è in un bilocale con Mario Cortesi, 84 anni, di Bergamo; Imelda Ghilardi, 86 anni, di Albino, che vive con Natalina Capelli, 90 anni, anch’essa di Albino; e i due singoli, Fausto Bravo, 84 anni di Biella, ma albinese d’adozione; e Massimiliano Serra, molto più giovane, ma obbligato a risiedere vicino alla RSA per problemi di riabilitazione.
Una bella chiacchierata, informale, simpatica, dove gli intervistati hanno dato tutto di sé, offrendo anche contributi interessanti. Si partiva da un tema e tutti dicevano la loro.
Dal punto di vista dell’autosufficienza, per esempio, quasi tutti si dicono autosufficienti nella gestione della casa, nella cura della propria persona e nella gestione della giornata. Alcuni, però, riferiscono comunque qualche problema di salute.

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“…qui riesco ancora a fare qualcosa, ma poi vengo in casa di riposo a giocare, a stare con gli amici e a pranzare…”, afferma Fausto
“…la mia casa era vecchia e un po’ rovinata, non c’era l’ascensore, e poi era un po’ piccola…”, spiega Stefano
“…no, non ce la facevo più a stare da solo, non mi fidavo; non ci vedevo più, il problema alla retina stava diventando pesantissimo, meglio essere controllato e assistito…”, aggiunge Fausto
“…girare per casa era diventato difficile, e poi a pulirla era una faticaccia; qui, è più sicuro tutto, e più comodo, c’è l’ascensore, ti lavano, ti stirano, sistemano la casa,…”, interviene Imelda.
Gli intervistati spiegano di essere venuti a conoscenza dell’esistenza degli alloggi protetti per anziani attraverso diversi canali: il passaparola da parte di parenti e conoscenti, gli Uffici Comunali, la Caritas parrocchiale, la stessa Fondazione Honegger. E tanti sono gli aspetti positivi evidenziati: adeguatezza della grandezza dell’appartamento per quasi tutti; buon arredo dell’appartamento; buon funzionamento del riscaldamento.
“…insomma, io qua non posso lamentarmi di niente… di più non so cosa potrei avere… almeno l’indispensabile è presente, poi ho aggiunto qualcosa…, pensi che alla mattina mi faccio la colazione…”, spiega Natalina
“…se voglio parlare con qualcuno, mi incontro con qualcuno in casa…”, sottolinea Stefano
Tutti gli inquilini, poi, ribadiscono l’importanza della vicinanza con la casa di riposo, perché, attraversata la strada, possono disporre di tutti i servizi tutti i servizi socio-assistenziali presenti.
“Qua c’è tutto, la mensa è comoda, c’è l’ambulatorio… i servizi ci sono e io mi senti a posto”, sottolinea Fausto
Tutti spiegano che gli operatori della RSA sono un punto di riferimento molto importante, al quale si rivolgono in diverse occasioni. E applaudono l’attività di animazione e le feste.
Percepita anche la sicurezza degli alloggi.
“Mi sento al sicuro… cosa c’è d’aver paura? Io ci vedo poco, ma gli alloggi sono fatti bene, ci si muove bene…”, continua Fausto
“Gli alloggi protetti – continua Emanuela Carnazzi – sono abitazioni per persone di età superiore ai 65 anni, singoli o coppie, che, pur conservando un sufficiente grado di autonomia, hanno però la necessità di risiedere, per vari motivi, in ambienti controllati e protetti. Le unità abitative sono munite di un arredamento “base”, con la possibilità per gli inquilini di personalizzarlo, in modo da renderlo “casa propria”. Altra caratteristica è l’assenza di barriere architettoniche, per garantire il pieno accesso ai singoli appartamenti, e uno standard di sicurezza confacente alle persone che vi abitano. Lo scopo è garantire alle persone anziane un’elevata qualità di vita e far sì che possano vivere in autonomia, avendo a disposizione un alloggio “sicuro” e con la possibilità di avere delle protezioni aggiuntive in caso di bisogno”.
“Gli alloggi protetti sono una soluzione strategica, un servizio in più per gli anziani albinesi – sottolinea il presidente della Fondazione Honegger Tiziano Vedovati – I destinatari sono persone anziane che hanno ancora un sufficiente grado di autonomia, ma devono risiedere, per vari motivi, in ambienti controllati e protetti e che non posseggono i requisiti per essere domiciliati in RSA. Magari sono soli, senza familiari o vivono in abitazioni non adeguate, con presenza di barriere architettoniche non superabili. O ancora, stanno perdendo pian piano la loro autonomia, ma non per questo sono da ricoverare in RSA. Insomma, persone con fragilità sociale, che possono vivere come in casa propria, ma con un pizzico di assistenza domiciliare in più. Inoltre, grazie alla vicinanza alla Casa Honegger di via Crespi, i residenti di questi alloggi possono condividere le attività comunitarie: assistenza 24 ore al giorno, in caso di emergenza; supervisione, tutti i giorni, da parte del personale; e possono ricevere, con extra-tariffa, gli stessi servizi accessori (lavanderia, pasti a domicilio, igiene personale, doccia assistita) e le prestazioni socio-sanitarie (assistenza infermieristica integrativa, assistenza fisioterapica, servizio diagnostico) della RSA”.

Ti.Pi.

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