L’associazione “Mauja Sahrawi” per il Sahrawi
Si fa concreta la sensibilità e la vicinanza della comunità albinese al popolo sahrawi, che da trent’anni vive il suo dramma di esilio nel deserto del Marocco e dell’Algeria. Domenica scorsa 23 febbraio, infatti, presso l’auditorium comunale di Albino, è stata ufficializzata la nascita dell’associazione di solidarietà internazionale “Mauja Sahrawi”, nella quale convergono le esperienze di un gruppo di persone che da anni è in contatto con il popolo sahrawi e che ora, in maniera strutturata, ha deciso di dare voce e appoggio alla lotta pacifica di questo popolo per la conquista di uno stato indipendente.
Certo, ad Albino sono diverse le famiglie che da anni sostengono l’iniziativa “Accogliamo i bambini del Sahrawi”, finalizzata ad ospitare bambini dei campi profughi del Sahara Occidentale, in particolare quelli di Tindouf, nel sud del deserto algerino, che insieme ai loro familiari sono costretti a vivere in inimmaginabili ristrettezze e in un ambiente del tutto inospitale. A tal proposito, si distingue soprattutto il Gruppo Missionario della parrocchia di Comenduno, che da alcuni anni, in estate, accoglie i bambini del Sahrawi. Bambini che appartengono alla popolazione Sahrawi, composta da circa 180.000 persone, scampate al genocidio nel Sahara occidentale, ancora oggi occupato militarmente dal Marocco e dalla Mauritania. I figli dei profughi trovano in questi soggiorni estivi la possibilità di mangiare prodotti freschi (in Algeria sopravvivono grazie ai soli aiuti umanitari, perciò si nutrono di scatolame, cibi secchi e conservati), possono ricevere cure mediche e respirare aria salubre.
Ora, con la nuova associazione “Mauja Sahrawi” si è voluto fare un passo in avanti, lanciando una realtà associativa che vuole andare oltre l’aiuto estemporaneo, puntando a forme di sensibilizzazione più importanti, anche di natura politica e diplomatica, per far emergere la questione sarhawi ai più alti livelli.
Significativa la scelta del nome: “mauja” è l’onda, in lingua sahrawi, e “l’associazione – spiegano i suoi membri – nasce dall’incontro tra il moto inarrestabile di un’onda del mare e il silenzioso disegno di un’onda nella sabbia del deserto”.
“Sono contenta che molte persone abbiamo impegnato il proprio pomeriggio di domenica per conoscere la nostra associazione – spiega la referente di “Mauja Sahrawi” Giulia Baleri – Tante persone e, fra queste, molti giovani, che hanno deciso di sostenere la nostra causa, accogliendo la proposta lanciata da un’associazione giovane com’è la nostra”.
“Più che un’associazione è un fiore – ha detto il presidente del Fronte Polisario in Lombardia Khandoud Hamdi – Sono qui anche per lanciare un appello alla comunità internazionale, affinché sostenga la lotta non violenta del popolo Sahrawi ed intervenga prima che i giovani di “Mauja Sahrawi” diventino vecchi”.
Presente anche l’assessore alla Cultura Andrea Chiesa e numerosi rappresentanti di associazioni di volontariato albinesi.
Ti.Pi.






