Nel 100° anniversario (1924-2024) dell’assassinio, da parte dei fascisti, del deputato socialista Giacomo Matteotti, a cui, nel 1948, un consiglio comunale unanime ha dedicato una via centrale di Albino, viene da chiedere di ricordare il socialista più eminente di Albino, Gioele Solari (1872-1952), a cui sono dedicate una via, la scuola secondaria di primo grado e una lapide marmorea posta sulla casa natale.
Il professor Solari, infatti, all’università di Torino, “aveva aderito con slancio al movimento socialista” e “l’intera sua opera si caratterizzerà come una meditazione cinquantennale attorno ad una teoria del socialismo che fosse profondamente avversa all’individualismo utilitarista, ma anche attenta a non cadere nel collettivismo del materialismo dialettico marxiano”. (Biografia in vol. II di Storia delle terre di Albino, p. 258). Nella prima parte della sua vita, un socialista filosofo, non militante
Un avvertimento ai lettori non avversi a un esponente di un pensiero ormai quasi scomparso: l’articolo non vuole invitare a gloriarsi del famoso albinese, come va di moda con Moroni, e farne oggetto di cerimonie.
D’altra parte, anche il Solari, professore all’università di Torino durante il fascismo, è controverso: lui non fu fra i 12 docenti italiani che, nell’agosto 1931, rifiutarono il giuramento di fedeltà “al Re, ai suoi Reali successori e al Regime fascista” e di non appartenere né al momento né in futuro “a associazioni o partiti” inconciliabili. Non fu fra i 12 uomini liberi, e disoccupati.
Tuttavia, ancora nel 2000, il suo allievo e, nel dopoguerra, maestro di diritto e di democrazia, Norberto Bobbio, così lo difese: “Solari è stato un insegnante libero che non si è mai lasciato andare a piaggerie nei confronti del fascismo ed è stato tra i pochissimi professori non iscritti al partito”. Bobbio, si potrà dire, aveva avuto trascorsi giovanili fascisti e non è un avvocato difensore adatto, ma così difese se stesso e il suo maestro: “Ritengo difficile giudicare quei tempi per chi non li ha vissuti. Era difficile, davvero difficile, trovare la strada giusta. Io sono stato severo con me stesso, ma non voglio e non posso esserlo con gli altri. Bisogna capire, aver vissuto in quell’atmosfera di conformismo e anche sì, di viltà, della paura di essere sbattuto in galera o al confino”.
Si potrebbero portare altre argomentazioni o testimonianze a favore del professor Solari; ne bastino due. Si era laureato con lui, nel 1922, Piero Gobetti, liberale, antifascista, morto in esilio a Parigi nel 1926, dopo aver subito pestaggi fascisti. Su L’Eco di Bergamo del 14 marzo 2016, un lettore ha ricordato che Piero Gobetti aveva dedicato un suo libro con queste parole: “Al prof. Gioele Solari animatore degli studi, instancabile, con devoto affetto”. Si laureò, inoltre, con lui e una tesi su Benjamin Costant, fondatore del liberalismo, Bruno Segre, ebreo, notasi nel 1940, due anni dopo le leggi razziali fasciste. L’avvocato Bruno Segre a 103 anni, il 12 maggio 2022, è stato chiamato a presenziare alle iniziative dell’università di Torino per i 150 anni dalla nascita e i 70 dalla morte di Solari, fra cui una mostra “Gioele Solari maestro dei maestri. La sua eredità”.
Ad Albino, nel dopoguerra, il professor Solari ebbe sempre il massimo rispetto. Chi lo ricordò con due ampi articoli su Pro Albino del 1956, IV anniversario dalla morte (si trovano in Biblioteca civica), è Pericle Daina, allievo di Bobbio, consigliere comunale socialista, docente e preside di scuola media, che prese l’iniziativa della dedica a Gioele Solari della scuola stessa: “Vogliamo poter affermare che Gioele Solari vive anche nella sua Albino: è un impegno sacro per quanti nei valori dello Spirito e della cultura, pongono le basi di ogni progresso civile e morale”.
Tuttavia, bisognerà aspettare la fine del secolo scorso, dopo un’episodica commemorazione da parte di Norberto Bobbio, senatore della Repubblica, con il sindaco Renzo Testa, il 23 febbraio 1985, perché qualcuno lo ricordasse degnamente: Alberto Belotti, dopo aver costruito la ricerca che aveva portato, nel 1996, alla pubblicazione dei due volumi della Storia delle terre di Albino, nel 1999 promosse l’idea della lapide sulla casa natale del filosofo. Ma già nel secondo dei volumi, la più ampia delle biografie è quella dedicata a Solari, affidata a un giovane filosofo, Fulvio Cesare Manara, al quale rimando per una sintesi del pensiero del Solari, unitamente alla biografia di A. D’Orsi, del 2018, nell’enciclopedia Treccani.
Un convegno auspicato, “magari per il 2002, nel cinquantesimo della morte”, non ebbe seguito, anche per l’ostracizzazione di Alberto Belotti da parte di amministratori comunali; né lo ebbe un contatto con la biblioteca “Norberto Bobbio” di Torino nel 2016.
Rimangono, per chi volesse conoscere il suo originale pensiero, il suo “idealismo sociale”, oppure la storia del pensiero politico con un totale di 235 pubblicazioni, la Biblioteca a lui dedicata dell’Università di Torino e la nostra Biblioteca civica che possiede una trentina di libri utili, sia di suoi scritti sia di altri. Segnalerei di Serenella Armellini, Gioele Solari, anche solo per la nota 7 dell’Introduzione sul suo rapporto con la religione, e, come già fece Alberto Belotti nel 1999, di Angelo d’Orsi, La vita degli studi, il carteggio epistolare con Bobbio, dal 1931 alla morte di Solari.
Il nostro illustre e, per lunghi tratti, ignorato concittadino, fu sepolto ad Albino nella cappella di famiglia. E ai suoi funerali partecipò l’allora presidente della Repubblica Luigi Einaudi, già economista e suo collega all’Università di Torino. La frequentazione era stata assidua da “amico carissimo e intimo confidente”; su L’Eco di Bergamo del 2 novembre 1999, lo ricordava la nipote Evelina: innanzitutto, Einaudi era stato ospite di casa Solari ad Albino per diverso tempo durante il fascismo e, prima di diventare presidente “ci veniva per periodi che duravano da una settimana a dieci giorni, e ne approfittava sempre per andare alla Biblioteca Mai in Città alta per ricerche e studi”.
Uomini e cultura d’altri tempi?
A.C.








