Festa dell’accoglienza: gli scacchi viventi!
Sabato 20 settembre gli alunni delle classi prime medie dell’Istituto Comprensivo “G.Solari” di Albino si sono ritrovati al parco ex-Alessandri per un momento di condivisione, in occasione dell’avvio dell’anno scolastico. Ad attenderli vi era, oltre alla dirigente scolastica dott.ssa Migani e al vicario prof.ssa Alibranti, un gruppo di persone in abiti medievali appartenenti all’associazione Astorica, unitamente al presidente signor Usubelli e, raffigurata a terra, una grande scacchiera.
Due figuranti hanno raccontato al pubblico presente un’antica leggenda, nella quale si narra che un re, entusiasta del gioco degli scacchi, per ringraziare il suo inventore, promise di dargli qualsiasi ricompensa avrebbe voluto. Questi fece una proposta alquanto modesta, chiedendo un chicco di riso per la prima casella, il doppio per la seconda, il doppio della seconda per la terza, per la quarta il doppio della terza, e così via… Il sovrano sentendosi preso in giro e nell’impossibilità di mantenere la promessa decise ahimè di mozzare la testa al povero inventore. Infatti raddoppiando per ogni casella il numero dei chicchi di riso si ottiene un numero assai elevato: 184467440737095551615!!!
Per fare comprendere ai ragazzi il complicato meccanismo del calcolo, sono stati dati dei sassi ad un gruppetto, che ha provato a riempire le caselle della prima fila, rendendosi conto di quanto rapidamente cresceva il numero dei sassi da depositare in ogni cella.
Prima di dare inizio al “grande gioco” degli scacchi, il maestro Elio Carrara ne ha spiegato le regole e le possibilità di movimento per ogni singolo pezzo. La partita, che ha visto come protagonisti i ragazzi e le ragazze della prima classe, si è svolta in 16 mosse della squadra dei neri e in 17 della squadra dei bianchi, che hanno dato scacco matto, vincendo così la partita. Durante lo svolgimento, i due figuranti impartivano a turno le mosse ai pezzi viventi, i quali si spostavano sulla grande scacchiera.
Nel corso della partita, cavalieri e dame facevano da contorno alla scacchiera e, alla fine, per coronare la vittoria dei bianchi sui neri, si è svolto uno spettacolare combattimento fra i cavalieri.
Questo tipo di esperienze, che hanno come obiettivo il coinvolgimento diretto dei ragazzi, sono possibili quando tra scuola e associazioni del territorio si instaura un rapporto stretto di collaborazione, nel quale si intersecano percorsi e valori condivisibili, e sono sempre le benvenute!!!
Un sentito ringraziamento giunga agli insegnanti e ai membri dell’associazione Astorica per l’organizzazione della piacevole mattinata…e agli studenti e alle studentesse un caloroso augurio per un sereno e proficuo anno scolastico!
Un genitore
PERCHE’ IL GIOCO DEGLI SCACCHI A SCUOLA
In prima elementare, viene presentata la tabella a doppia entrata (Eulero-Venn) e presa come base per il gioco della “battaglia navale”; si individuano percorsi per raggiungere una meta.
Nel gioco degli scacchi la scacchiera è già una tabella a doppia entrata, con tanto di caselle nominate; sulla stessa si possono riconoscere colonne, traverse, diagonali (orientamento spaziale) ed effettuare percorsi in vario modo, utilizzando pezzi di diverso tipo (Torre, Alfiere, Donna, Re, Cavallo, Pedoni) che seguono movimenti particolari.
A questa età il bambino non è ancora in grado di effettuare una partita di scacchi come la intendono gli adulti, ma è sicuramente capace di riconoscere e nominare i pezzi, saperne i movimenti principali, spostarli sulla scacchiera, mangiare pezzi e dare lo “Scacco al Re”.
La possibilità di trovare più soluzioni per giungere ad una meta, favorisce nel bambino la capacità di osservazione, attenzione, presa di coscienza delle scelte altrui, superando il suo naturale egocentrismo.
E’ all’età di 7-8 anni, la cosiddetta età della ragione (Jean Piaget), che il bambino è in grado di memorizzare informazioni, riconosce il valore delle regole e le sa rispettare. A questa età impara il rispetto della turnazione ed è in grado di curare attrezzi (gli scacchi) ed attrezzature (orologi e scacchiere), conscio che gli stessi devono essere maneggiati con cura per poterli poi riutilizzare in altri momenti.
Tra gli 8 e i 10 anni il ragazzo si trova nella fase del pensiero operatorio concreto, apprende attraverso l’azione diretta sulle cose (Piaget); ha bisogno, quindi, prima di agire e poi di essere stimolato a riflettere sulle azioni che ha compiuto. Dai 10 ai 12 anni i ragazzi cominciano ad essere in grado di acquisire e sviluppare concetti strategici più complessi, perché riescono a rappresentarsi mentalmente situazioni ipotetiche e dedurne le conseguenze. Quando i ragazzi non sono obbligati a fare bene al primo colpo, ma possono applicarsi ad un problema analizzando i dati e modificando le idee finché non giungono a soluzione, inizia a svilupparsi in loro una grande confidenza ai problemi nei giochi e nella vita.
Nel gioco degli scacchi la memoria visiva consente la visualizzazione mentale, ovvero il vaglio dinamico dei pezzi senza muoverli fisicamente; è la stessa utilizzata dal play-maker del basket o dal regista di calcio: l’immaginazione!
La funzione cognitiva (attenzione, osservazione, riflessione, logica, abilità spaziale, capacità di previsione), etica (rispetto delle regole, turnazione, cura degli oggetti), socializzante (tenere conto dell’avversario, analizzare le partite, confronto sulle strategie adottate), artistica (creatività, inventiva) sono certo i punti di forza del gioco degli scacchi.
Nel gioco si assiste sempre al passaggio: dal semplice al complesso, dal facile al difficile, dal gioco senso-motorio a quello simbolico, al gioco anomico a quello con regole, dal gioco egocentrico e parallelo a quello sociale (Angelo Nobile).
Se osserviamo questi indicatori, possiamo notare come gli scacchi si collochino verso la seconda polarità di ciascuno di essi. Gli scacchi interagiscono in modo naturale ed armonico con il computer; non vi sono limiti di età per continuare a giocare!
Elio Carrara