Al Centro di Formazione Professionale si parla di dipendenze
Si fa concreto l’intervento del CFP di Albino sul problema delle dipendenze. Dallo scorso mese di novembre si sta svolgendo un progetto didattico-formativo dal titolo “Non dipendo dalle dipendenze”, una serie di incontri che vedono impegnati quale relatori alcune illustri personalità, spesso salite alla ribalta delle cronache nazionali per i loro interventi di prevenzione, accoglienza e recupero dei soggetti che vivono le problematiche della dipendenza. Ebbene, ormai siamo al giro di boa del programma di interventi. Ed è giusto fare alcune considerazioni, in merito agli ospiti che hanno varcato la soglia del CFP (Centro di Formazione Professionale) ai loro messaggi, lanciati a studenti attenti e motivati.
Tre gli incontri finora andati agli archivi: con don Aniello Manganiello, parroco di Scampia per 16 anni; con don Gino Rigoldi, cappellano del carcere Beccaria di Milano; e l’ex-capitano dell’Inter e campione del mondo, Beppe Bergomi. Tre incontri che hanno visto il classico “tutto esaurito”, alla luce della fama che ha accompagnato i relatori.
Negli incontri si è condiviso come in questi ultimi anni si parla sempre più spesso delle cosiddette nuove dipendenze o, per usare un termine inglese, delle “new addictions”, cioè di quei comportamenti socialmente accettati, tra i quali la dipendenza dal gioco d’azzardo, da internet, dallo shopping, dal lavoro, dal sesso, dal lavoro e dalle relazioni affettive, che, ripetuti ossessivamente, fino all’estremo o in modo continuamente vano e insensato, smettono di svolgere il loro ruolo sociale per schiavizzare l’essere umano.
Il problema vero sembra essere quello di come riempire l’esistenza. Queste nuove forme di dipendenza sono in espansione e mettono radici su incertezze, immaturità, false speranze, sicurezze apparenti. Ci rivelano chiaramente che le trasformazioni della nostra epoca hanno determinato cambiamenti significativi negli stili di vita individuali e collettivi generando, accanto a nuovi benesseri, anche falsi bisogni e nuove inquietudini. Uomini, donne, giovani e adolescenti, super-impegnati, costretti a vivere situazioni sociali, affettive e lavorative di ambizione, di immagine, di efficienza, spesso in realtà sono persone fragili. Il mondo esterno ci schiaccia con richieste insistenti, sostanzialmente ci induce alla ricerca della gratificazione immediata e all’eliminazione di stress, vuoto e noia. Siamo indotti a costruire false immagini di noi stessi per poter stare al passo con i tempi. E se non ci riusciamo abbiamo a portata di mano ricette pronte e falsi conforti. Il nostro impegno come educatori è aiutare i nostri ragazzi a recuperare il vero senso della vita e del vivere quotidiano, recuperando i veri valori come la famiglia, le amicizie e sani rapporti relazionali, centralizzando la dimensione della persona umana e il suo ruolo attivo nella società.
Grandi le ricadute formative nelle classi, dove i ragazzi hanno discusso e approfondito le tematiche affrontate dai relatori, sottolineando la loro personale posizione in merito alle diverse dipendenze.
T.P.