Da sempre luogo identitario, punto di riferimento per i residenti e quanti vengono da fuori richiamati dal suo ruolo socio-economico, il mercato è un’occasione di rigenerazione culturale e territoriale: non solo attività commerciale, quindi, ma soprattutto inclusiva realizzate attraverso la collaborazione degli attori locali, dei commercianti e della stessa comunità. E mai come in questo periodo, dove a ben guardare i “mercati” che si animano in città, mensilmente e settimanalmente, si qualifica e si esalta l’essenza del mercato come luogo d’incontro e socializzazione, dove i rapporti umani contano quasi più della merce esposta. Qui, si vive la socialità quella vera e genuina, semplice e sobria: mercato come luogo di contaminazione tra esperienze personali, culture diverse, atteggianti sociali differenti, ma allo stesso tempo spazio contenitore di novità da diffondere. Non esiste, infatti, una città compiuta, che vuol chiamarsi tale, dove non sia presente uno spazio riservato al mercato: aggregazione di venditori, più o meno ambulanti, che con il loro raggrupparsi caratterizzano il tessuto urbano , grazie ai tanti rapporti che circolano e si creano attorno a questo luogo che profuma di collettività.
Mercato, quindi, come luogo d’incontro, dove si avverte la contaminazione dei sapori, delle storie e delle tradizioni; il tutto intrecciato alla vita, alle esperienze e alle culture che si mischiano e che danno vita a uno spaccato di vita mai uguale a sé stesso, regalando ai visitatori un’esperienza estemporanea ed unica.
In questo contesto socioculturale, ben ci sta Albino, una città che offre mercato, anzi mercati, regalando socialità, relazioni, conoscenze. A parte il tradizionale mercato del mercoledì, il cosiddetto “mercato settimanale”, presente con le sue bancarelle di ortaggi, frutta, dolciumi, piccoli elettrodomestici per la casa, “take-away” di polli allo spiedo e grigliate di pesce, abbigliamento e scarpe, altri mercati caratterizzano l’offerta di socialità di Albino.
Da alcuni anni, infatti, la piazza antistante il Municipio è teatro di altri due mercati, che nel sabato fanno affiorare sia la mercanzia delle carabattole e dell’antiquariato, sia la nuova proposta del mercato agricolo, con prodotti a “km zero”, della filiera corta, provenienti direttamente dalle aziende locali. Un successo merceologico, che la dice lunga sulla volontà degli albinesi di recuperare alcune tradizioni che sembravano ormai scomparse: l’andar per bancarelle, il muoversi alla ricerca di nuovi spazi d’incontro e di acquisto, cercare proposte nostrane, genuine e salutari. Questo capita, per esempio, il quarto sabato del mese (prossimo appuntamento sabato 28 giugno), con il “Mercato dell’antiquariato e oggettistica”, il “grande mercato” di cose vecchie e antiche, altrimenti detto il “grand marché” di parigina memoria, dove circa 30 espositori si sfidano in singolar tenzone a colpi di piccoli e grandi affari. La proposta prevede una vastissima gamma di articoli: dipinti, argenterie, mobili antichi, arredi, maioliche, gioielli, libri, stampe, suppellettili, sculture, ceramiche, ed altro ancora. Ormai di gran moda tutto quanto fa vintage, brocantage, con un attenzione particolare al passato della nostra cultura contadina (dalla biancheria, alle suppellettili, agli attrezzi da lavoro). Tantissime occasioni, poi, per i cultori del vinile, così come del collezionismo; per tutte le signore amanti dei bijoux, poi, occasioni interessanti di bigiotteria italiana anni ’50 e ’60. E l’opportunità, comunque, per regalare e regalarsi piccoli, ma originali e introvabili, “frammenti” di passato.
Il vivere un’oretta in questo mercatino è bellissimo: si entra convinti di non comprare nulla e poi si esce carichi di buste. E’ impossibile resistere ad un paio di giornalini anni ’70 o ad alcune porcellane da centrotavola degli anni ’60 o ai giocattoli della nostra infanzia. Come detto, è un appuntamento ormai consolidato, che gli appassionati di shopping ormai hanno inserito nel programma del weekend.
E appuntamento fisso è anche il “Mercato agricolo …e non solo”, che si presenta ogni secondo sabato del mese. L’iniziativa è dell’associazione “Mercato e cittadinanza”, in collaborazione con il Comune di Albino e, di volta in volta, con altre associazioni e gruppi culturali, con il chiaro obiettivo di promuovere un’economia solidale, ecologica, a impatto zero, e anche locale, per favorire i produttori locali, quelli della filiera corta. Qui, infatti, trovano una vetrina all’aperto piccoli produttori locali, selezionati secondo i criteri di vicinanza geografica, stagionalità e tipicità dei prodotti, oltre che per la sostenibilità delle fasi produttive. Un mercato a 360 gradi, che sostiene sia i produttori che i consumatori. Infatti, accorciare la filiera fra produzione e consumo favorisce la nascita di rapporti fiduciari fra i soggetti, e dal punto di vista economico può portare a un maggior guadagno per il produttore e a un maggior risparmio per il consumatore.
Interessante l’aggiunta al titolo, alcuni anni fa, del “non solo”. Ok, il sostegno della filiera corta di prodotti agricoli ed artigianali locali, nel rispetto dell’ambiente, ma il “non solo” rappresenta invece la componente culturale del progetto: coinvolgendo diverse realtà si vuole valorizzare il territorio ed i suoi attori impegnati nella diffusione di alcuni temi cari all’associazione, come solidarietà, sostenibilità, economia circolare, buone pratiche produttive, …
Andrea Bonomi