Anche quest’anno, a 81 anni da quell’evento drammatico, Albino ha voluto ricordare i 15 fucilati della “Strage di Piazzale Loreto”, a Milano, avvenuta il 10 agosto 1944, fra i quali c’era anche Vittorio Gasparini, partigiano cresciuto ad Albino, morto per la libertà a soli 31 anni. Così, ha partecipato con una delegazione alla commemorazione della strage nazifascista, a Milano, sul luogo dell’eccidio, davanti al “Monumento ai Martiri di Piazzale Loreto”. A rappresentare la comunità di Albino c’era l’assessore allo Sport Sara Vedovati; con lei alcuni parenti, membri dell’ANPI di Albino e membri del gruppo alpini di Albino.
Un momento toccante, commovente, riandando alla memoria di quei giorni. Allora, in un’estate caldissima del ‘44, vennero fucilati, da un plotone della Legione Muti che operava per conto dei nazisti, 15 partigiani prelevati dal carcere di San Vittore. Si trattava di Antonio Bravin, Giulio Casiraghi, Renzo Del Riccio, Andrea Esposito, Domenico Fiorani, Umberto Fogagnolo, Giovanni Galimberti, Vittorio Gasparini, Emidio Mastrodomenico, Angelo Poletti, Salvatore Principato, Andrea Ragni, Eraldo Soncini, Libero Temolo e Vitale Vertemati. Fra questi proprio l’albinese Vittorio Gasparini, allora 31enne (era nato il 30 luglio 1913), capitano degli Alpini, dirigente industriale, sposato con due figli, Medaglia d’Oro al Valor Militare della Resistenza. Dopo l’8 settembre 1943, si era messo a disposizione del Servizio strategico della Quinta Armata statunitense, assolvendo a missioni di collegamento fra truppe alleate e partigiani in Alta Italia e istituendo un centro radio a Milano. Fu quest’ultimo ad essere localizzato e a portare all’arresto del partigiano, nel maggio del ’44.
Così, ha detto in un post su Facebook il sindaco di Albino Daniele Esposito: “Ogni anno questo giorno ci ricorda il valore della Resistenza e il sacrificio di chi ha lottato per la libertà di tutti noi. La memoria è un dovere”.
Per chi vuol ripercorrere la vita di Vittorio Gasparini, l’invito è di leggere il libro di Angelo Calvi “Vittorio Gasparini, cattolico, seppe resistere”: dalla sua formazione, all’adesione alla Resistenza, fino alla morte.








