Si fa sempre più concreta e ad ampio raggio di interessi l’azione sociale della sottosezione CAI di Albino. Obiettivo: promuovere la conoscenza delle montagne del mondo, delle “terre alte” più lontane e sconosciute, in un’ottica di turismo sostenibile, attento alla storia, ai costumi e alle tradizioni delle comunità locali. In programma, una serie di proiezioni che la sottosezione CAI di Albino ha messo in locandina per questo 2024, dal titolo, “ImmaginAzione 2024: sì viaggiare”. Una serie di nove reportage, testimonianze, report di viaggi, spedizioni, scalate, escursioni in quota, compiute in tutto il mondo dai soci e dagli “amici” del CAI Albino e presentate, con corredo di fotografie e documenti. Insomma, serate di mondi e di popoli, di culture e tradizioni, di avventura e di estremo, per rivivere insieme intense emozioni, al di là dell’aspetto tecnico e sportivo.
Le proiezioni di svolgono al venerdì, alle 21, presso la sede sociale del CAI Albino, in via S.Maria 10, a Comenduno.
Dopo l’incontro d’esordio dello scorso 9 febbraio, quando Andrea Capitanio e Alessandro Romelli hanno presentato “La Via Decia”, il cartellone propone per venerdì 16 febbraio il filmato “Da Ubiale a Capo Nord” di Vincenzo Gamba. A seguire: “Deserto del Mangystau” di Alessandro Castelletti (23 febbraio); “Presentazione del Soccorso Alpino” con Diego Chiodini (1° marzo); “Con la testa fra le nuvole” di Luca Barzasi (8 marzo); “Serata mountain bike” di Cesare Adobati (22 marzo); “Un viaggio insolito” di Valentino Poi (12 aprile); “Shangri-La: il mito del Karakorum” di Lino Schena (19 aprile).
Da segnalare, come nota qualificante del programma CAI Albino, l’incontro “Custodire la memoria: il disastro del Gleno 100 anni dopo”, che si terrà sabato 9 marzo, alle 21, presso l’auditorium “Mario e Benvenuto Cuminetti”. Il programma prevede, dapprima, “Il disastro del Gleno”: narrazione degli eventi e delle conseguenze, a cura di Davide Tontini, del “Comitato Centenario Disastro Diga del Gleno”; poi, “1° dicembre 1923, ore 7, …il disastro del Gleno”, un documentario di Davide Bassanesi, commentato e discusso da Davide Tontini. Interverrà il Prof. Lorenzo Migliorati.
Il disastro della diga del Gleno fu il primo disastro ingegneristico nelle Alpi: il crollo della diga del Gleno, avvenne il 1° dicembre 1923, coinvolgendo la Val di Scalve e la Val Camonica, tra Bergamo e Brescia. La diga crollò alle ore 7.15 del mattino, quando un volume di 6 milioni di metri cubi d’acqua si riversò a valle, fino a raggiungere il Lago d’Iseo verso le 8 del mattino: una distanza di circa 40 km coperta dalla fiumana nell’arco di 45 minuti, con una velocità media di circa 50 km/h. Furono colpiti svariati borghi, con danni anche gravissimi, e le centrali di Povo e Valbona. Il crollo provocò purtroppo 356 vittime stimate. Durante l’incontro verranno rimarcate alcune incongruenze di progettazione, sia di carattere idraulico che strutturale.
P.G.









