Antonio Guardiani
Direttore Tecnico della Virtus Oratorio Gazzaniga
Antonio Guardiani, 49 anni di Gazzaniga, sposato e con una figlia di 14 anni, lavora da sempre come impiegato nell’ufficio acquisti di un’azienda privata nel settore dell’impiantistica. Ama praticare sport, tra cui bici su strada, sci e calcio, per il quale ha una particolare passione. Antonio Guardiani è infatti il Direttore tecnico della “Virtus Oratorio Gazzaniga”. A lui la redazione di Paese Mio dedica la sezione “Quattro chiacchiere con…” per conoscere meglio il suo incarico e presentare la società.
Come e quando nasce la Virtus Oratorio Gazzaniga?
“Con lo scattare del nuovo anno ricorre il 60° anniversario della Virtus Oratorio Gazzaniga. Ma la sua storia potrebbe avere origini ancor più lontane se non fosse che nella, come viene da noi abbreviata, V.O.G. si cela un passato, a tratti glorioso, della Virtus che fu e la realtà del calcio oratoriale. Raccontarla sarebbe davvero difficile e dispendioso, ma altrettanto affascinante”
Oltre al calcio, la Virtus comprende altre discipline sportive?
“Oggi la V.O.G. si dedica esclusivamente alla pratica del calcio, ma non sarebbe male pensare che un giorno possa esserci molto di più nello stesso “contenitore”. Di fatto, le realtà esistono e operano una vicina all’altra senza nemmeno saperlo e senza confronto”.
Come e quando è diventato Direttore Tecnico?
“Nell’aprile del 2014, in occasione del rinnovo del Consiglio di Società, sono stato eletto tra i consiglieri della V.O.G e, in seguito, mi fu chiesto di svolgere la mansione di Direttore Tecnico. Dopo qualche anno passato qua e là ad allenare squadre di settore giovanile, ero rientrato a Gazzaniga da tre stagioni come allenatore. Era un voler ritornare da dove ero partito, consapevole che i tanti impegni, presto o tardi, mi avrebbero imposto la decisione di fermarmi. Anche perché, a questa mia passione ho dedicato tantissimo negli anni precedenti, sottraendo molto anche ai miei cari; però, come si dice, il troppo stroppia e questo oggi è il primo consiglio che affido a chi si approccia a questo tipo di esperienze. Dosa bene tempi e modi amico mio, ora dico a me stesso! E quindi sono passato da allenatore a direttore, ma devo proprio ammettere che più della partita e più del campo a mancarmi sono i ragazzi”.
Quali sono le sue funzioni e responsabilità? E di cosa si occupa?
“Innanzitutto, mi piace distinguere la mia funzione di direttore tecnico da quella di direttore sportivo, o generale che sia, che è un’altra funzione che stiamo colmando, anzi oserei dire che si è colmata. Il mio ruolo è più tecnico e di responsabile del Settore Giovanile. Stabilite le regole comportamentali dei tesserati e compatibilmente con le opportunità e le valutazioni che si possono fare con i tecnici, cerco, se occorre, di intervenire per apportare migliorie dal punto di vista dell’approccio tecnico. Durante la stagione sportiva, e mediante il mio staff di appoggio, si cerca di monitorare le problematiche emergenti. Calendarizzo le riunioni di coordinamento con i tecnici durante la stagione e con i ragazzi e le famiglie in fase di programmazione, e durante il periodo (si fa per dire) del cosiddetto “calcio mercato” si tengono rapporti con la stessa funzione di altre società. Si coordina il programma e il lavoro degli allenatori e si cerca, quindi, di creare e formare un buon gruppo, per cercare di trasmettere la tecnica e la metodologia di allenamento da applicare alle diverse squadre”.
Cosa significa lavorare a contatto con i ragazzi? Quali difficoltà e aspetti positivi ci sono?
“Per lavorare a contatto con loro ci vuole passione e impegno, ma quando si entra in armonia con loro spesso c’è un momento in cui ci si dimentica ogni cosa. Ci sono età difficili e caratteri particolari, ma loro danno tantissimo. Spero che nessuno si offenda e fraintenda quando dico, e lo sostengo da sempre, che mai o quasi mai sono loro il problema, laddove c’è un problema”.
Lo sport ricopre un ruolo fondamentale nell’educazione dei giovani, quali valori lei cerca di trasmettere ai ragazzi?
“Li riassumerei in alcuni concetti: fatica, perché niente viene dal niente; lealtà e rispetto del vivere insieme (del compagno, dell’avversario e dell’arbitro); tolleranza e rispetto delle diversità; abitudine a non mollare; perseguire obbiettivi comuni; concepire il gioco, e comunque lo sport in generale, come un benessere per il fisico; ed infine umiltà”.
Quale messaggio vuole lanciare ai giovani sportivi?
“Il messaggio è racchiuso nella sommatoria dei valori espressi sopra. Essere persone e atleti responsabili, che inseguono un sogno, credendo nel lavoro e nell’impegno, rendendosi conto che non sono le cose facili che danno la vera soddisfazione. Ribadisco: “non è importante vincere, ma come ti poni nelle condizioni per poterlo fare””.
Quali sono gli obiettivi per il futuro? Ha un sogno nel cassetto?
“Uno dei sogni era la definizione di un Progetto Educativo e di un Codice Etico: è stato fatto. Ora, viene la parte più difficile, la messa in atto, ma ricordo che a ciò concorriamo tutti, e sottolineo tutti. Un sogno era avere tutte le squadre di tutte le categorie: realizzato. Quest’anno la V.O.G. vanta tutte le squadre (Scuola Calcio, Pulcini, Esordienti, Giovanissimi, Allievi, Juniores, Prima Squadra). L’obiettivo è mantenere questo status quo, anche se è sempre più difficile. Ma probabilmente il vero sogno, il più grande, è vedere un ambiente che cresce, si allarga, tiene sotto lo stesso tetto ragazzi, atleti, genitori, nonni, amici. Vedere, attorno ad un gioco, un progetto di integrazione, un modo di stare insieme, come un social network che anziché essere virtuale è reale. Inoltre c’è bisogno di gente che si spenda e che si dia da fare. Per questo ringrazio tutte quelle persone che operano, molte silenziosamente, per gli altri. Chi gestisce le strutture, chi si adopera nelle pulizie e nella gestione del bar. Queste persone non vincono partite, non ricevono pacche sulle spalle, anzi spesso ci si dimentica di loro, eppure sono vitali per una società. A loro va tutta la mia gratitudine. Purtroppo, ne servono altri, ne servono tanti. Sottolineo ancora quanto sia importante lo stare insieme, con modalità diverse ma con finalità identiche, di Comune e Parrocchia, che per la nostra causa hanno fatto e fanno molto. Servirebbe, come il pane, qualche benefattore: i tempi sono quelli che sono, ma due partner così sono davvero tanta roba per noi (ma, con un pizzico di presunzione, anche noi per loro…).”
Quest’anno la Virtus Oratorio Gazzaniga ha iscritto ai campionati C.S.I. le squadre dei Pulcini a 7 A e B, gli Esordienti, i Giovanissimi e gli Allievi a 11. Nei campionati F.G.C.I. la Juniores e la Prima Squadra, che milita nella III^Categoria. La Virtus ha una Scuola Calcio gestita da una ragazza professionista che si occupa dell’attività motoria dei nostri bimbi. Inoltre, la Virtus mette a disposizione dei portieri, dai più piccoli ai più grandi, una persona dedicata.
Silvia Pezzera






