Ben 250 gli albinesi “Internati Militari” nei lager tedeschi
Celebra la “Giornata della Memoria” la comunità di Albino. In occasione della giornata dedicata alla “memoria degli orrori della Shoah”, in calendario lunedì 27 gennaio, la sezione albinese dell’ANPI (Associazione Nazionale Partigiani d’Italia) e l’Isrec di Bergamo, organizzano una giornata di studio, in calendario sabato 25 gennaio, presso l’auditorium comunale, dal titolo “E così partiamo per l’ignoto…” Internati Militari Italiani: l’altra resistenza” (8 settembre 1943 – aprile 1945), che vuol far riflettere sugli Internati Militari Italiani in Germania e su “I lager come luoghi di formazione e di dialogo democratico e precostituente”.
La scelta di questo tema parte da lontano. L’8 dicembre di settant’anni fa, nel 1943, in un campo di concentramento tedesco, per la precisione fra le mura della fortezza di Deblin Irena, il capitano degli Alpini, professore dell’Università Cattolica di Milano, Giuseppe Lazzati, fra i militari italiani prigionieri “andò pescando quanti trovò, studenti e laureati di essa”. Egli sottopose loro, da firmare, una lettera di saluto al rettore padre Gemelli. Quella lettera, ora nell’Archivio Gemelli di Milano, riporta 28 firme fra, cui quella di “Goisis Luigi, IV Lettere Magistero”, sottotenente.
L’illustre capitano e il sottotenente albinese erano stati fatti entrambi prigionieri dei tedeschi dopo l’8 settembre 1943. Il professore tuttavia aveva un progetto di formazione anche nel lager: formare uomini e cristiani per l’Italia del domani. Il sottotenente Goisis, dopo quasi due anni, uscì trasformato dai lager. Da aspirante campione di calcio (nel 1939-1940 aveva giocato nell’Atalanta vittoriosa in serie B), da baldo alpino a cui non era stata indifferente la retorica mussoliniana, dopo aver scelto di non aderire, come richiesto ai prigionieri, alla repubblica fascista, dopo due anni di lager, seppe farsi, sul treno del ritorno, un programma di vita, valido anche per l’oggi in cui vengono a mancare tante esperienze formative per le giovani generazioni: “Ho visto, attraverso un’esperienza concessa a pochi, cosa significhi una scarsa volontà ed una malferma coscienza: dobbiamo evitare che quanti ci seguiranno, se provati, scelgano volontariamente la via dell’errore. Quando avremo formato in loro una forte coscienza ed il senso di una quadrata onestà il nostro compito potrà dirsi esaurito”.
L’esperienza formativa, con un maestro come il prof. Lazzati (di cui papa Francesco ha appena riavviato la causa di beatificazione), nei lager tedeschi fu minoritaria, ma questi segnarono tutti quei giovani che vi passarono due anni nella sofferenza: quasi 600.000 italiani, 250 circa di Albino (70 alpini). Quasi 120 del capoluogo, una trentina di Desenzano, una ventina di Comenduno, una decina di Bondo, oltre 30 di Vall’Alta, 15 di Abbazia, una dozzina di Fiobbio, quasi 10 di Casale, 5 di Dossello.
Una ventina di giovani del Comune morì in prigionia e, nel 1945, non fece ritorno a casa.
Il convegno intende ricordare gli Internati Militari Italiani in Germania, ma soprattutto i nomi dei 250 albinesi che transitarono nei lager tedeschi.
Chi volesse prepararsi al convegno, può leggere queste tre pubblicazioni: Testimonianza di Pietro Ferranti, nel libro di Marilena Dorini, Giuseppe Lazzati: Gli anni del lager (1943-1945), AVE, p. 213; Dossier Lazzati 4, Lazzati, il Lager, il Regno, AVE, p. 97, Diario, 8 dicembre; Luigi Goisis, Non si può morire così per via. Il diario di prigionia dell’IMI 7377, p. 102, Il filo di Arianna.
Ma andiamo con ordine e vediamo il programma della giornata.
Al mattino, alle ore 9.30: “L’altra Resistenza: “tutta ‘sta gente, giù lì, desolata…”. Si tratta di una lezione animata, incentrata sulla storia degli IMI rivolta alle classi quinte dell’ISIS “Oscar Romero” di Albino, a cura dell’ISREC e del Teatro Prova di Bergamo.
Nel pomeriggio, invece, alle 15, convegno “I lager come luoghi di formazione e di dialogo democratico e precostituente”. Introduce e coordina Mauro Magistrati, presidente della sezione ANPI di Albino.
Diversi i temi e gli interventi: “La figura di Giuseppe Lazzati, cattolico” (relatore: Piergiorgio Confalonieri, postulatore della causa di beatificazione); “La figura di Alessandro Natta, comunista” (relatore: Angelo Bendotti, presidente ISREC Bergamo).
In merito agli I.M.I. albinesi, invece: “Un inquadramento generale sugli IMI albinesi” (relatore: Giampaolo Casari), “Luigi Goisis” (relatore: Giacomo Goisis), “Valentino Carrara” (relatore: Gianvittorio Fassi), e testimonianza diretta del Cav. Mario Scandella (a lungo segretario della Sezione A.N.R.P. di Albino)
L’evento è promosso dalla sezione ANPI Albino e da ISREC Bergamo (Istituto bergamasco per la storia della Resistenza e dell’età contemporanea), con il patrocinio del Comune di Albino-Assessorato alla Cultura, e il sostegno di Gruppo Alpini, Caritas Parrocchiale, Associazione Culturale “Pane Amaro” e Biblioteca Comunale di Albino.






