Dopo il 2022 con sport e protagonisti locali, obiettivo sulla cultura per il nuovo calendario realizzato da Proloco Vertova per conto del Comune.
Scelta più opportuna non poteva essere nell’anno di “Bergamo – Brescia Capitale della Cultura”, designazione avvenuta dopo la pandemia che tanto ha segnato le nostre terre: investire in cultura vuole essere sinonimo di ripartire e ridare speranza. Impossibile dunque lasciarsi sfuggire l’occasione che l’appuntamento offre e restare indifferenti di fronte ad una scelta che ci inorgoglisce.
Il calendario è un alternarsi di luoghi, momenti e personaggi, espressioni della secolare proposta culturale vertovese.
Il Centro Testori, con il suo parco ed i suoi ambienti (fra cui la Biblioteca Comunale), è sede di mostre, eventi e spettacoli organizzati dalla Commissione Cultura nonché di altri appuntamenti ormai tradizionali: “La vallata dei libri bambini”, festival letterario per giovanissimi in programma fra marzo e aprile, proprio nel 2023 festeggia la 10° edizione; un paio di mesi più tardi, l’Auditorium ospiterà invece un’esibizione nell’ambito del “60° Festival Pianistico Internazionale di Brescia e Bergamo”.
Proposte irrinunciabili per ogni appassionato sono il Museo Parrocchiale collegato alla Prepositurale di Santa Maria Assunta, inestimabile patrimonio di arte e fede, e le “Collezioni Maria fa töt”, scrigno della cultura e delle tradizioni popolari ricco di oggetti d’arte ed antichità d’uso quotidiano fra XVIII e XX secolo.
Fra le immagini che accompagnano lo scorrere dei mesi si trovano inoltre la Pro Vertova, associazione culturale per lo studio e la conservazione del patrimonio storico, artistico e ambientale del paese, e il suo fondatore Don Pino Gusmini, architetto e pittore innamorato delle bellezze artistiche e naturali locali.
A proposito di interpreti affermatisi nel campo della pittura e della scultura, tanti avrebbero meritato quello spazio che è stato però possibile riservare solo a Vittorio Bellini e a Costante Coter, artisti di fama a livello internazionale. Se arduo pare il tentativo di condensare in poche righe la loro creatività e le loro produzioni, altrettanto difficile è celebrare adeguatamente tutti gli esponenti del panorama artistico locale per cui Vertova è stata spesso fonte di ispirazione con affreschi lasciati a decorazione delle santelle presenti sul territorio.
Tanti i nomi, innanzitutto Giovan Battista Paganessi, ritrattista assai quotato la cui significativa opera comprende il monumento ai caduti, testimonianza delle proprie capacità scultoree. Altri, quali Battista Zambetti, Saverio Ferrari, Gino Gusmini, Gian Battista Moroni, nonché figli (Francesco ed Ernesto Coter) e fratelli (Vanni Bellini) d’arte ma anche appassionati attuali per cui la pittura è semplice diletto, trovano invece menzione nel’introduzione dove, pur non scordando l’importanza di un continuo sguardo verso culture magari più distanti ma comunque da conoscere e comprendere senza insensati timori, si spazia oltre dipinti e melodie.
Appartengono alla storia musicale Andrea Maria Nosari, celebre tenore di inizio Ottocento noto come Andrea Nozzari, e Bartolomeo Merelli, impresario teatrale e librettista, promotore del “Nabucco” a un ancor giovane Giuseppe Verdi, ma anche musicisti e cantori quali il maestro Aquilino Belotti, Guerino Guerini o Elia Merelli, protagonisti di un recente passato che, attraverso le proposte del presente, può proiettarsi nel futuro grazie a banda e corali di Vertova e Semonte che, con repertori di musica sacra, strumentale ed operistica, continuano ad accompagnare funzioni civili o religiose e a esibirsi in concerti per celebrare degnamente occasioni particolari.
Il concetto di cultura deve comprendere anche le tradizioni di ogni comunità, considerando dunque anche quei riti sacri che, nel corso dei secoli, hanno scandito i suoi tempi; non si può, a tal proposito, tralasciare la paraliturgia del Venerdì Santo che ogni anno richiama masse di fedeli.
Al pari, non si può scordare la Valle Vertova: eccola nella bella foto di copertina convinti che, al netto di un turismo non sempre attento e rispettoso, sappia ancora offrire angoli di autenticità legati ad un passato rurale dove la natura dettava i ritmi del vivere quotidiano, sintesi di una cultura che va difesa, studiata e approfondita.
“La cultura salverà il mondo”, sostengono taluni… Compromessi e deturpamenti ma pure disinteresse e abbandono sono segnali di un declino da cui il mondo chiede di essere salvato.
Luca Gualdi