Comunità di Vall’Alta in festa: intitolata una piazza al missionario don Berto Nicoli
Per non dimenticare una storia di fede e lasciare un esempio di vita alle giovani generazioni. Seguendo questi imperativi morali, il vescovo di Pando (Bolivia) mons. Eugenio Coter ha presenziato alla cerimonia di intitolazione e benedizione della piazza principale di Vall’Alta a mons. Berto Nicoli, primo missionario diocesano in Bolivia, originario del paese, precisamente della località di Grumelduro. Una grande festa, per ricordare e onorare un grande personaggio, il missionario bergamasco per eccellenza, colui che l’11 ottobre 1962, insieme a don Luigi Serughetti, partì dal porto di Genova per la Bolivia, con l’obiettivo, previsto da quell’altro bergamasco che fu Papa Giovanni XXIII, di inaugurare una missione diocesana. Un’esperienza importante, perché quella missione continua ancora oggi, dopo oltre mezzo secolo.
La cerimonia, svoltasi sabato 13 giugno nella ricorrenza del 10° anniversario della “nascita al cielo” di mons. Berto Nicoli, ha visto la partecipazione di una gran folla, nonostante la pioggia, che ha voluto così testimoniare il suo affetto e la sua venerazione a chi più di altri ha portato nel mondo il nome di Vall’Alta.
“Le grandi cose vengono anche da piccoli paesi – ha esordito nella sua omelia, durante la Messa, il vescovo mons. Eugenio Coter – Berto è stato un piccolo ramoscello di cedro che, partito da una piccola frazione, come Grumelduro, è poi cresciuto, di tappa in tappa, nei vari paesi che ha incontrato, rafforzandosi sempre di più diventando anche lui un grande cedro, forte, solidale, che ha messo le radici in Bolivia, condividendo la storia di tante persone. E’ stato importante per tanti, ha aiutato spiritualmente e materialmente tante comunità, e lo ha fatto solo per amore di Dio. E’ bello ricordarlo come un germoglio, staccato da una piccola collina, di Vall’Alta e piantato da un’altra parte del mondo, nella lontana Bolivia, dove ora riposa”.
“Ma ho un desiderio – ha continuato il vescovo Coter – Vorrei che la storia di Berto diventasse un libro, perchè il suo stile di vita può e deve diventare un esempio per le nuove generazioni; la sua storia può dare senso alla vita dei giovani. Mi ricordo che diceva sempre “Poche chiacchiere” oppure niente parole, ma segni concreti. Questo modo di intendere la vita, semplice, concreta, può essere una strada da seguire per i nostri giovani”.
Alla Messa, concelebrata con il parroco di Vall’Alta don Daniele Belotti, il vescovo emerito di Bergamo mons. Lino Belotti, i sacerdoti del Vicariato Albino-Nembro e il direttore dell’Ufficio per la Pastorale dei Migranti don Massimo Rizzi, erano presenti anche il sindaco di Albino Fabio Terzi e il comandante della Polizia Locale Giuliano Vitali.
A scoprire la targa (velata da una coperta boliviana) della nuova “Piazza mons. Berto Nicoli” è stato il sindaco di Albino Fabio Terzi, mentre la benedizione è stata impartita dal vescovo emerito mons. Lino Belotti.
“E’ un evento importante – ha sottolineato il primo cittadino – E’ il sentire di una comunità che si stringe attorno al suo padre più rappresentativo; una comunità che ha espresso una volontà unanime di dedicare a don Berto il cuore del suo paese. E noi, come amministrazione, abbiamo subito sposato questa idea, perché autentica, sentita, comunitaria”.
“Il nostro impegno per velocizzare le procedure è stato massimo – ha continuato il primo cittadino – Dopo la delibera di giunta comunale, abbiamo sollecitato la Prefettura e la Sovrintendenza di Milano, allegando gli elaborati tecnici della piazza. Ma, visto il “curriculum” di prim’ordine di don Berto, francamente non ce n’era bisogno. L’autorizzazione è arrivata in tempo utile per allestire nel migliore dei modi l’intitolazione. E’ un onore per tutti noi ricordare nella toponomastica albinese un concittadino così importante, conosciuto e venerato come sacerdote e missionario da tutti, in Bergamasca, in Italia, in Bolivia”.
T.P.