Affabile, simpatico, sempre gentile e disponibile, ma anche forte di una grande umanità e spiritualità, don Giovanni Bosio è un importante punto di riferimento nella comunità vertovese. Ormai, è 13 anni che è il prevosto della parrocchia di Santa Maria Assunta di Vertova, dall’autunno 2012. Ma, stante le nuove nomine con il naturale rimescolamento dei parroci nella Diocesi di Bergamo, don Giovanni, ormai 73enne, va in “pensione” (al suo posto don Giuseppe Bellini, 57 anni, di Foresto Sparso, dal 2015 parroco di Boltiere, e prima ancora di Gaverina Terme, dal 2007 al 2015, e vicario parrocchiale di Leffe, dal 1997 al 2007: sarà anche parroco di Colzate e Bondo). Giusto, quindi, prima di salutarlo con tutti gli onori, intervistarlo sullo “stato di salute” della comunità vertovese, lui che in 13 anni ha avuto modo di conoscere bene le sue “anime”. Così, in vista della Pasqua 2025, la redazione di Paese Mio (Giornale di Honio) chiede a don Bosio un parere sulla comunità parrocchiale di Vertova in un momento forte com’è, appunto, la Pasqua.
Intanto, come si sta vivendo la Quaresima?
Buona la partecipazione ai momenti forti della Quaresima. In particolare, al “Sacro Triduo”, dedicato ai defunti, che richiama sempre molte persone. Si è partiti sabato 22 marzo, per poi proseguire domenica 23 marzo, che ha visto alcuni appuntamenti molto sentiti dalla comunità: dopo la Messa delle 10, il tradizionale “incanto” del “Triduo de Morti”, sulla scalinata della chiesa; nel pomeriggio, il canto del Miserere. Lunedì 24 marzo, infine, nel pomeriggio, Messa conclusiva concelebrata da tutti i sacerdoti vertovesi o che hanno prestato il loro servizio in Parrocchia. Bella l’iniziativa di poter partecipare alla Messa in diretta sul canale youtube dell’oratorio). Senza dimenticare altri elementi di tradizione connessi al Sacro Triduo”. Dapprima, la grande raggiera posta alle spalle dell’altare, un’imponente struttura lignea decorativa formata da candele accese, espressione del tema della morte nella prospettiva della Chiesa trionfante: i bagliori delle candele rappresentano le anime dei fedeli defunti, ma anche dei vivi, che si protendono in adorazione a Dio, sorgente di luce e di pace eterna. E’ un momento provvidenziale, non è solo una tradizione, ma una riproposta di fede. A corredo, il catafalco parato a lutto, allestito al centro della navata della chiesa.
Ma, poi, c’è dell’altro …
Certo, la Quaresima prevede tutti i venerdì, alle 20, la tradizionale Via Crucis: per esempio, come quella di venerdì 11 aprile, la “Via Crucis delle contrade”, con partenza da Santa Croce e arrivo in chiesa parrocchiale. E, come da tradizione che risale al lontano 1730, eccoci al “Venerdì Santo”, con la tradizionale “Deposizione di Cristo dalla Croce” e la “Solennissima processione” per le vie del paese, molto partecipata dai fedeli e ricca di personaggi in abiti tipici.
Senza dimenticare, durante la settimana, al giovedì sera, in chiesa parrocchiale, l’Adorazione, con possibilità di accostarsi alla Confessione. Quest’anno, poi, molto significativa sarà anche la “Domenica delle Palme”, con un corteo che partirà alle 9.45 dalla chiesetta di San Lorenzo, verso la chiesa parrocchiale, dove si svolgerà la Messa, alle 10. L’olivo benedetto sarà portato in tutte le case dai ragazzi che quest’anno faranno la Cresima.
Cosa è la Pasqua per i vertovesi?
La Pasqua di Risurrezione non è una festività qualsiasi: è la Festa per eccellenza, una solennità centrale per la religione cristiana, l’evento attorno al quale ruota la nostra tradizione religiosa da duemila anni. E anche a Vertova, è molto sentita dalla gente: certo, la grande partecipazione popolare è durante il “Venerdì Santo”, quando ha luogo la “Passione di Cristo”, che qui si traduce in una suggestiva ed emozionante “Processione”, un evento al quale prende parte moltissima gente, non solo vertovesi, ma anche forestieri, provenienti da fuori provincia. Ma al di là di questo rito che fa parte anche della memoria storica di Vertova, la comunità si avvicina ai momenti della Quaresima e della “Settimana Santa” con fede e devozione.
Ancora pochi mesi e, poi, in autunno, saluterà Vertova …
Lascio una bella comunità, che mi ha dato tanto a livello umano. Ci sono entrato piano piano, con gradualità. E insieme siamo cresciuti, nelle opere e nello spirito. Ringrazio le associazioni, i gruppi parrocchiali, i giovani dell’Oratorio, il Comune. Tante realtà, tanti volontari, tante famiglie, che ringrazio nella preghiera e nell’eucaristia, portandole sempre nel mio cuore. In questi anni, si è sentito comunque un certo distacco della gente verso la vita parrocchiale. E, nonostante il ridotto numero di nascite e un numero di praticanti che via via si è ridotto, un “cuore” di fedeli c’è sempre stato e non ha mai mancato di far sentire la sua presenza, in varie occasioni e in diversi modi: nelle celebrazioni religiose, come pure nella vita dell’Oratorio, soprattutto nei momenti forti dell’anno liturgico, come appunto il “Triduo dei Morti” e il “Venerdì Santo”, e anche alla Madonna del Rosario. I giovani, invece, lasciano un po’ a desiderare: certo, vengono in Oratorio, giocano a calcio e in palestra, partecipano alle feste, ma fanno fatica a seguire certe indicazioni religiose. E quelli che lo fanno sono pochi. Occorre, invece, mettere al centro l’azione di Dio, partecipare alla Confessione e alla Messa, almeno quella festiva. E per l’Oratorio, ravvivarlo con iniziative interessanti e coinvolgenti, perché sono i giovani la nuova linfa sulla quale va costruita giorno dopo giorno la comunità.
Quest’anno saranno 50 anni di sacerdozio, …
E’ vero, sono stato ordinato prete il 21 giugno 1975. Non avevo ancora 24 anni, limite allora per fare il prete: c’è voluta una deroga di papa Paolo VI. Ricordo tutte le comunità dove ho prestato servizio sacerdotale: Cividino; Borgo Santa Caterina; Gorno, dove ero parroco; Lallio, dove ero arciprete plebano; e Vertova, dove sono prevosto. Molte le cose fatte: non voglio vantarmi, ma in tutti questi anni ho sistemato ben 18 chiese, l’ultima proprio quest’anno, qui a Vertova, la bellissima chiesa di San Lorenzo.
Tanti anni a Vertova, un commento …
Vertova la sento nel cuore: i bambini, i ragazzi, gli adolescenti, realtà belle, vive, interessanti. E, poi, l’Equipe Educativa, il gruppo di giovani laici che sostengono la parrocchia in tante iniziative, i gruppi parrocchiali, che sono tantissimi, ma che spesso fanno attività un po’ slegate fra loro; servirebbe, invece, più concertazione e condivisione. E, poi, il Comune. Ho “incontrato” quattro amministrazioni comunali, con le quali magari si poteva fare di più, ma tutto sommato abbiamo lavorato bene insieme. Una nota dolente: la sistemazione del Cineteatro San Marco.
E, in autunno, dove andrà?
Sarò un prete residente, nella comunità di Peia, vicino a casa.
T.P.