Li chiamano polloni o “ricacci”. Sono quei rami che si sviluppano ai piedi degli alberi, sia partendo dalla parte bassa del ceppo o direttamente dalle radici e trovando strada verso la superficie. Non sono produttivi e succhiano energia all’albero. Eliminare i polloni è una pratica di mantenimento comune per garantire forma, forza, salute e produttività all’albero. Detta anche spollonatura, questa potatura dei germogli alla base degli alberi è un’operazione importante, perché questi polloni sono veramente dei “succhioni”: se lasciati crescere, sottraggono energia alla pianta, indebolendo i rami principali e riducendo la produzione di frutti.
Da qualche parte, però, in più parti qui ad Albino soprattutto, la manutenzione degli alberi non è una norma. Si preferisce far crescere in modo disordinato questi polloni, che così rendono deboli le piante, fanno mancare la circolazione dell’aria, accrescendo così il rischio di malattie fungine.
E sì che il tempo per spollonare c’è stato, dalla primavera all’estate, durante la stagione di crescita della pianta quando i polloni sono ancora teneri. E facili da rimuovere. Invece, ancora ad agosto, molte piante erano lì con i loro polloni belli alti ed ampi (arrivano ad avere un metro e mezzo di diametro ed a superare il metro di altezza) ad invadere il marciapiede, impegnandolo per quasi un metro per ogni pianta, impedendo il passaggio dei pedoni e spesso alle auto di parcheggiare. Una vergogna. Marciapiedi impraticabili, come nel caso del marciapiede davanti alla Poste invasi da questo tipo di vegetazione, che emerge dalle cosiddette “tazze alberata” (rettangoli o cerchi perimetrati all’interno dei quali vengono messe a dimora le piante), che obbliga i pedoni a degli autentici slalom di Goggia o Brignone memoria per avere la meglio su questa rigogliosa foresta.
A chi il compito della spollonatura, del controllo e della manutenzione degli alberi? La risposta è quasi ovvia, ma lasciamo ai lettori la responsabilità di scoprirla.
E pensare che è impossibile non vedere queste giungle urbane. Sotto certi alberi i polloni hanno raggiunto dimensioni da record. Impossibile non vederli. Ma forse qualcuno, chi di competenza, fa lo gnorri e si gira dall’altra parte.
Sembra proprio che la manutenzione del verde e dell’arredo urbano, sia sparita da Albino: non solo i polloni, ma anche lo sfalcio dell’erba, l’intervento preventivo sui frontisti (chi deve tagliare erba e rami privati che invadono le strade, ndr), oltre ai rifiuti abbandonati che punteggiano tutte le zone della città. Forse che dobbiamo aspettare l’arrivo nel mondo associazionistico albinese di un altro gruppo di volontari, questa volta per la spollonatura e la pulizia del verde, al pari del sempre encomiabile “Puliamo Albino”? Se fosse così, ci sarebbe veramente da preoccuparsi. Altro che politiche ambientali, iniziative di informazione ecologica, buone pratiche, sventolio di sostenibilità e smart city.
Andrea Bonomi