Fondazione IPS Card. Gusmini: realizzati due nuovi impianti di cogenerazione
Un intervento di grossa portata, in grado di migliorare la funzionalità della struttura, peraltro molto grande e articolata in diversi plessi, ma soprattutto di garantire maggiore autonomia energetica e, quindi, creare le condizioni per ottenere risparmi significativi. Nelle scorse settimane, infatti, si sono conclusi i lavori di installazione di due nuovi impianti distinti di cogenerazione preso la Fondazione Card. Gusmini onlus di Vertova, una delle più importanti realtà socio-assistenziali della Bergamasca, che conta 250 ospiti.
“L’allargamento del numero degli utenti della Fondazione e la progressiva climatizzazione dei reparti di degenza – spiega il presidente Stefano Testa – ha portato indirettamente anche un graduale e crescente fabbisogno energetico (elettricità e gas metano). Nel 2011, si era realizzato un impianto fotovoltaico di 50 KW, sulle falde del tetto della RSA Casa Serena, finalizzato alla produzione di energia elettrica. Nel corso del 2015, invece, il consiglio di amministrazione ha deciso di intervenire ulteriormente sul fronte consumi – con un occhio di particolare attenzione anche all’ambiente – integrando la dotazione impiantistica della Fondazione con due impianti distinti di cogenerazione, particolarmente funzionali a strutture come la nostra. Nel dettaglio, è stato realizzato, innanzitutto, un impianto di maggiori dimensioni e potenza di 90 KW, a servizio di tutto il blocco di Casa Serena, Nuclei Alzheimer, Comunità Psichiatriche, Centro Diurno, Sala Polivalente, Chiesa, Cucina, Lavanderia, Servizi Generali; questo, poi, è stato affiancato da un altro impianto, di 30 KW a servizio della palazzina Hospice /Riabilitazione/Palestra e Ambulatori”.
“I lavori – continua Stefano Testa – sono stati realizzati tra luglio e ottobre, senza disagio alcuno per gli ospiti, e consentiranno un risparmio energetico notevole, superiore al 30%: circa 85.000 euro annui sulla “bolletta energetica” della Fondazione che mediamente ammonta a circa 280.000 euro annui. Questo risparmio è puntualmente registrato dal sistema informatico collegato agli impianti, che registra l’energia prodotta, e che conseguentemente non deve essere acquistata dalla rete elettrica/gas, certificando che l’investimento (che contempla anche la manutenzione futura) verrà integralmente ripagato nell’arco dei prossimi 4/5 anni”.
I due nuovi impianti permetteranno di produrre contemporaneamente, quindi “co-generare”, energia termica ed energia elettrica, mediante un unico impianto, alimentato da una sola fonte di energia primaria che, per quelli installati presso la Fondazione, è il metano. In questo modo, quasi tutta l’energia termica non si disperde nell’ambiente, come avviene coi tradizionali impianti, ma viene recuperata e riutilizzata, con evidenti e sostanziosi benefici economici.
“In una centrale termoelettrica, solo il 35% circa del combustibile è trasformato in energia elettrica – spiega il presidente Stefano Testa – La parte rimanente, ossia il 65%, non viene utilizzata e finisce per disperdersi nell’ambiente sotto forma di calore, ovvero energia termica. Ci siamo chiesti: perché allora non recuperarla? È questo il principio di base della cogenerazione: con un solo impianto, si ha la doppia produzione di energia, basata sul riutilizzo di una delle due parti, altrimenti sprecata. La cogenerazione viene realizzata in particolari centrali termoelettriche, dove si recuperano l’acqua calda o il vapore di processo prodotti da un motore primo alimentato a gas metano. In questo caso, si ottiene un notevole risparmio di energia rispetto alla produzione separata di elettricità ed energia termica. Alla luce di questa opportunità, abbiamo deciso di intervenire: il risparmio è notevole, e i benefici ricadranno non solo sull’ambiente, ma anche sul nostro bilancio d’esercizio”.






